2020-05-31
L’Italia è (quasi) pronta a riaprire ma gli italiani non li vuole nessuno
Dal 3 giugno niente più limitazioni per gli spostamenti fra regioni. Via anche le frontiere interne all'Ue. Grecia, Austria, Svizzera, Slovenia e Croazia ci chiudono le porte. Luigi Di Maio: «Non siamo un lazzaretto».L'Italia scalda i motori: da mezzanotte di mercoledì 3 giugno il lockdown viene ufficialmente archiviato, con il via libera alla mobilità dei cittadini tra le diverse regioni. Cadono anche le «frontiere» con l'Europa, con il semaforo verde, senza obbligo di quarantena, ai viaggi da e per i Paesi dell'area Schengen e il Regno Unito, ovviamente fatti salvi i provvedimenti presi dagli Stati esteri: alcuni di essi, come Grecia, Austria, Svizzera, Slovenia e in parte Croazia, non accetteranno per il momento cittadini italiani. Resta l'obbligo di rimanere a casa per chi è in quarantena e per chi ha un'infezione respiratoria con febbre superiore ai 37,5 gradi. Ancora in vigore l'obbligo di distanziamento sociale (un metro) e il divieto di assembramento, mentre c'è l'ok all'apertura dei parchi pubblici e all'attività motoria con un distanziamento di due metri.Il governo dunque si è convinto, nonostante le resistenze di alcuni presidenti di Regione del Sud, a far ripartire da mercoledì prossimo la mobilità tra le diverse regioni italiane. «I dati del monitoraggio», ha sottolinea il ministro della Salute, Roberto Speranza, «sono incoraggianti. I sacrifici importanti del lockdown hanno prodotto questi risultati. Dobbiamo continuare sulla strada intrapresa con gradualità e cautela». L'altro ieri sera il premier Giuseppe Conte ha convocato a Palazzo Chigi i capi delegazione dei partiti di maggioranza e alcuni ministri, tra cui Francesco Boccia, Luigi Di Maio, Luciana Lamorgese e il sottosegretario Riccardo Fraccaro, per fare il punto della situazione. Al termine della riunione, Speranza ha confermato la linea del governo: «Il decreto legge vigente», ha detto il ministro della salute all'Ansa, «prevede dal 3 giugno la ripresa degli spostamenti infraregionali. Al momento non ci sono ragioni per rivedere la programmata riapertura degli spostamenti. Monitoreremo ancora nelle prossime ore l'andamento della curva». Tutto deciso, dunque, salvo colpi di scena clamorosi: il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, si terrà in stretto contatto con i presidenti delle Regioni, nei prossimi giorni, per monitorare l'evolversi della situazione. Inoltre, resta inteso che se, malauguratamente, i numeri dei contagi dovessero aumentare, la decisione potrebbe essere rivista. I dati che hanno consentito al governo di dare il via libera sono quelli elaborati dall'Istituto superiore di sanità attraverso l'analisi di 21 parametri che segnalano il livello di rischio delle diverse regioni. «Al momento», ha fatto sapere l'Iss, «in Italia non vengono riportate situazioni critiche relative all'epidemia di Covid-19. È questo in sintesi il risultato del monitoraggio degli indicatori per la cosiddetta fase 2 per la settimana tra il 18 e il 24 maggio. La situazione attuale, relativa all'inizio della prima fase di transizione, è complessivamente positiva. Permangono segnali di trasmissione con focolai nuovi segnalati», aggiunge l'Iss, «che descrivono una situazione epidemiologicamente fluida in molte regioni italiane».Va all'attacco della decisione del governo il presidente della Campania, Vincenzo De Luca: «Davvero non si comprende», dice De Luca, «quali siano le ragioni di merito che possono motivare un provvedimento di apertura generalizzata e la non limitazione della mobilità nemmeno per le province ancora interessate pesantemente dal contagio. Adotteremo senza isterie e in modo responsabile», annuncia il governatore campano, «insieme ai protocolli di sicurezza già vigenti controlli e test rapidi con accresciuta attenzione per prevenire per quanto possibile, il sorgere nella nostra regione di nuovi focolai epidemici».Intanto, suscita reazioni indignate la decisione di Grecia, Austria, Svizzera, Slovenia e in parte Croazia di non permettere l'ingresso dei cittadini italiani all'interno dei propri territori, anche se la Croazia darà il via ai turisti italiani che hanno prenotato un hotel. Rigida la posizione di Atene: dal 15 giugno, quando gli aeroporti riapriranno ai voli internazionali, potranno entrare nel territorio greco tutti i turisti provenienti da 29 paesi, ma non gli italiani, i francesi e gli spagnoli. Una decisione che ha fatto svegliare dal letargo perfino il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: «In questi giorni», afferma Di Maio, «ne ho sentite davvero tante sull'Italia. Non mi sembra il momento di fare polemiche, ma una cosa voglio dirla chiaramente: esigiamo rispetto. Bisogna misurare sempre le parole e le azioni. Se qualcuno pensa di trattarci come un lazzaretto allora sappia che non resteremo immobili. La pazienza ha un limite. E per carità, capisco anche la competizione tra singoli Stati, è legittima, a patto però che sia sana e leale. Perché c'è un dato che rivendico con orgoglio: l'Italia è bella, unica, ha delle meraviglie pazzesche, delle spiagge fantastiche. E molto probabilmente non ha rivali. Mercoledì 3 giugno», annuncia Di Maio, «verrà a Roma il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian. Sarà il suo primo viaggio all'estero dopo il lockdown e siamo felici che abbia scelto il nostro paese. Venerdì 5 invece io stesso andrò in Germania, sabato 6 sarò in Slovenia e martedì 9 in Grecia. In questi incontri spiegherò ai miei colleghi che l'Italia dal 15 giugno è pronta a ricevere turisti stranieri e che agiremo con la massima trasparenza. La situazione interna, tutti i dati sui contagi, saranno sempre pubblici. Spiegherò loro», promette il ministro degli Esteri, «che non accettiamo black list e che noi non abbiamo nulla da nascondere, anzi. Abbiamo sempre agito con responsabilità e trasparenza e continueremo a farlo. Ma proprio per questo, appunto, ci aspettiamo rispetto».
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)