2020-07-20
Claudio Durigon: «Difendo quota 100: è meglio dei bonus»
L'ex sottosegretario leghista al Lavoro: «Altro che abolire la mia riforma: andrebbe ampliata. È più utile dei finti aiuti di Conte. Attenti all'autunno, temo tensioni sociali. Cinque giovani su sei perderanno il lavoro». «Mi divertirò a vedere come Rocco Casalino, il portavoce del premier Giuseppe Conte, saprà raccontare l'esito del Recovery Fund agli italiani, l'ennesima sconfitta del governo. Ma sono ancora più curioso dei commenti a sinistra a cominciare da Gentiloni che dava per scontata la vittoria sui Paesi frugali. E soprattutto, chi avrà il coraggio ora, di dire che il Mes è un affare? Sarebbe il passo definitivo verso il commissariamento del Paese». Claudio Durigon, parlamentare e coordinatore della Lega a Roma ed ex sottosegretario al Lavoro, ha la parlantina veloce e non le manda a dire. «Anche nell'emergenza, questa Europa pone le condizioni, cerca di legarci le mani, di condizionare le nostre decisioni. No, non ci siamo, io sono per un'Europa diversa». Cominciamo dalla crisi del Covid. Il padre della riforma delle pensioni con le uscite anticipate, sono giorni che gongola per la soddisfazione. «Alla fine anche il premier Giuseppe Conte si è arreso e ha dovuto ammettere che Quota 100 funziona ed è necessaria soprattutto dopo la pandemia con i problemi occupazionali che avremo». Dopo qualche esitazione il governo ha infatti confermato il meccanismo di uscite anticipate che tanti posti sta liberando nella pubblica amministrazione. Eppure c'è chi sostiene che Quota 100 è un flop perché per rimpiazzare chi è andato via ci vorrà tempo.«Guardiamo i numeri. Quota 100 ha mandato in pensione 300.000 persone. Ha restituito la libertà a quei lavoratori che la legge Fornero aveva messo in gabbia, imponendo, dalla sera alla mattina, da uno a cinque anni di lavoro in più. È una riforma di cui vado molto orgoglioso perché aiuta i giovani a trovare una collocazione». Tutti rimpiazzati i pensionati?«Se confrontiamo il tasso di disoccupazione giovanile precedente alla riforma con quello successivo vediamo che si è passati dal 32,5% al 23,5% e con un pil che l'anno scorso era dello zero virgola. Quindi le chiacchiere stanno a zero, come si dice». C'è chi dice che la vostra riforma ha sfasciato tutto.«Lo dice la Fornero e qualcuno a sinistra, ma sempre meno. Il pensionamento anticipato ha consentito il tanto atteso ricambio generazionale, specialmente in alcuni settori, ricordo ad esempio le ultime assunzioni nelle scuola. Questi sono fatti».Eppure per la Cgia di Mestre ci sono più pensionati che lavoratori attivi.«Torniamo ai numeri. I pensionati sono circa 16 milioni mentre i lavoratori circa 22 milioni. Il sistema previdenziale non ha problemi. Questi sorgono se si sommano le prestazioni previdenziali con quelle assistenziali. Ecco perché bisognerebbe separare la previdenza dall'assistenza e farlo capire anche all'Europa che ci rimprovera di avere un sistema insostenibile».Lei voleva osare di più e andare a Quota 41. Il progetto è ancora valido?«Validissimo. Bisogna far uscire chi ha iniziato a lavorare molto giovane. Ed è quanto faremo una volta tornati al governo ma ci avrebbe dovuto pensare Conte».Magari non ci sono risorse per allargare la platea.«I soldi ci sono, eccome. Solo che il governo ha scelto la strada dell'assistenzialismo. È una politica miope e i danni si faranno vedere». Ora è lei che fa del terrorismo mediatico.«Vuole altri numeri?»Pignoleria da ragioniere?«Non mi piace la fuffa. L'Istat ci dice che con la crisi della pandemia, 5 giovani su 6 rimarranno senza lavoro. Ampliare Quota 100 sarebbe servito a creare nuovi posti. Invece il governo ha preferito i bonus». È contrario ai bonus?«Sono contro lo spreco di risorse e sui bonus sono stati sbagliati i conti. Per il bonus baby sitting hanno messe più risorse rispetto alle domande».Come è possibile se i genitori non sanno a chi lasciare i figli? «Eppure è così. Su 3 miliardi messi su questa voce, sono stati richiesti circa 1,5 miliardi. Anche per il Reddito di emergenza ci sarà un risparmio di circa un paio di miliardi. Sono stati bloccati soldi per operazioni che non hanno avuto un effettivo tiraggio e si sarebbero potuti utilizzare per altro. Hanno dato il bonus da 600 euro perfino ai navigator che già sono pagati. Per non parlare del bonus per biciclette e monopattini. I 26 miliardi del decreto Rilancio sono tutti destinati a forme assistenziali. Ma ci sono settori in sofferenza grave».Cosa ha dimenticato Conte?«È una lista lunga. Ha dimenticato la cassa integrazione sul turismo, per cominciare. Stiamo aspettando un nuovo decreto per la cig. Centinaia di dipendenti del settore alberghiero andranno a spasso».Sarà davvero un autunno caldo con gente in piazza, ammesso che non saremo di nuovo rinchiusi in casa?«Questo terrorismo della seconda ondata della pandemia non fa altro che seminare paura e impedisce la ripresa veloce dell'attività. Se ogni giorno spunta un virologo che prospetta una nuova esplosione dei contagi, ditemi chi fa progetti per la propria impresa, chi recupera i cassintegrati. Bene usare le dovute accortezze ma, vi prego, basta con il terrorismo delle ipotesi».C'è il rischio di tensioni sociali, come ha detto il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese?«Penso proprio di sì. I presupposti ci sono, come indicano i segnali che vengono da tutti gli istituti economici e dalle banche. I conti correnti si stanno prosciugando, i risparmi stanno finendo, molte aziende chiuderanno e centinaia di migliaia di lavoratori perderanno il posto. In autunno esploderà il disagio sociale e non sarà facile dare risposte ai cittadini. Questo governo ne avrà tutte le colpe. Se pensiamo che ci sono 80 miliardi in ballo di deficit e non arriveranno agli italiani, significa che il premier ha sbagliato».Soldi arriveranno dall'Europa.«Ah, sì certo, chissà come mai me ne sono dimenticato. Se e quando arriveranno (ride ironico, ndr)».Non ci crede?«Io so solo che a marzo Gentiloni e Conte ci hanno detto che era tutto fatto, tutto pronto, che di lì a breve avremmo avuto soldi a fondo perduto, senza condizioni. Invece siamo ancora qui ad aspettare e in Europa continuano gli incontri plenari. Intanto il Paese muore. Si andrà al 2021, vedrete, o oltre».Vuol dire che Conte avrebbe dovuto sbattere i pugni sul tavolo, essere più determinato?«Di sicuro siamo di fronte a un'Europa diversa da quella che il premier e il ministro dell'Economia Gualtieri ci hanno raccontato. Anche la cancelliera, Angela Merkel, aveva assicurato che i soldi sarebbero arrivati, tutti e senza condizioni. Quanto a Conte, di sicuro avrebbe potuto e dovuto far valere con più vigore le ragioni dell'Italia. Ma si sa che non poteva farlo…» È stato morbido?«Ma certo che non può mostrare i muscoli. Chi sussurrava all'orecchio di Conte durante la legge di Bilancio? Angela Merkel. Se Conte è ancora premier è perché qualche potere europeo ha fatto sì che sia ancora in quel ruolo. L'Europa ha messo Conte a Palazzo Chigi come prima ha favorito l'ascesa di Mario Monti. È un meccanismo che abbiamo conosciuto. Non a caso il M5s ha votato per Christine Lagarde alla presidenza della Bce». Pensa che ci sia un accordo tra alcuni poteri europei e Conte?«È evidente. Lui deve rendere conto a chi lo ha favorito».Attento che rischia di essere accusato di complottismo.«Io non sono contro l'Europa ma noi oggi possiamo farci sentire perché l'Italia è determinante nella Ue e non dobbiamo aspettare i tempi biblici che ci vogliono imporre. Conte invece questi pugni non può sbatterli. Se nella legge di Bilancio dell'anno scorso è stato posto un deficit del 2,2% era perché lo chiedeva l'Europa. Allora io dico che l'Europa è necessaria ma deve essere funzionale al Paese». Se le cose stanno come dice lei, allora il Mes è inevitabile, o sbaglio?«Innanzitutto il Mes va votato in Parlamento. Ricordiamoci che non è così innocuo come vogliono farci credere. Mi viene il sospetto che i paletti posti da alcuni Paesi per non darci tutti i fondi necessari all'emergenza, in modo incondizionato, sono un modo per indurci ad accettare il Mes. C'è un trabocchetto davanti al Paese e se il governo non saprà agire in modo strategico, rischiamo di perdere la sovranità. Se sul Recovery Fund, il premier olandese Mark Rutte ha alzato le barricate pretendendo le riforme, figuriamoci cosa possono imporci con il Mes. Andava votato subito con un grande No, per dare un segnale all'Europa che non accettiamo condizioni».Le fa paura la parola riforme?«No, mi fa paura quello che c'è dietro. Quando sento parlare di riforme penso sempre che nascondano tagli».Ma forse vi fa più paura la tornata elettorale per il Campidoglio. Non vedo candidati.«Ci stiamo ragionando. Occorre un personaggio forte in grado di superare anche il ballottaggio. Una cosa è certa: i romani non ne possono più di Virginia Raggi. La “vonno caccià", come si dice, e se la vorrebbero pure “scordà"».