2020-10-23
L’ex della dama: «Studi di geopolitica? Forse dal divano»
Il vecchio partner della lady del cardinale, con cui ha avuto una figlia senza sposarsi, smentisce il cv: stavamo solo a casa.Cecilia Marogna è diventata un rebus anche per i suoi ex partner. La cosiddetta dama del cardinale Angelo Becciu, accusata dai promotori di giustizia vaticani di appropriazione indebita aggravata e peculato per distrazione, è irriconoscibile agli occhi di chi ha condiviso con lei anni di vita. «Per me è come un fulmine a ciel sereno, una cosa allucinante. Un incubo, non ci dormo la notte. Fino a quando mi informavo sui giornali, da un po' non leggo più, pensavo: «Ma stanno scherzando? Per me è solamente la madre di mia figlia, in questi anni non faceva altro che venire a Cagliari e tenere la bambina. Per il resto cado dal pero». Sono le prime parole di Alessandro C., commerciante cagliaritano legato alla Marogna fino al 2013 e padre della loro figlia. I due però non si sono mai sposati, né con rito civile né soprattutto in chiesa. Spieghiamo all'interlocutore che il nostro obiettivo è cercare di approfondire la conoscenza sul personaggio Marogna, gli interessi e i contatti che coltivava in epoca non sospetta. Quest'ultima le ha mai parlato dei suoi rapporti con Becciu? «Mai sentito nominare». Magari le ha accennato della passione per i servizi segreti? Anche in questo caso la risposta è negativa. Non ci resta che provare con il forte interesse per la geopolitica, materia che a detta della stessa Marogna «non si studia all'università» ma per cui lei ha sempre avuto un'inclinazione, tanto da farne un lavoro come si legge sul suo profilo Instagram. Dunque, la vocazione per le relazioni internazionali? « Al di là che non capisco cosa voglia dire quella parola (geopolitica ndr), scusi la mia ignoranza. Ho dei limiti cognitivi. Ma da dove, dal divano? Mi faccia capire, non riesco a capirlo», risponde Alessandro C.. Insistiamo sul fatto che la donna si dica esperta dell'area che comprende il Medio Oriente e il Nord Africa, la cosiddetta «Mena Region». «Con me non c'è mai andata, perché in quel periodo stavamo prevalentemente a casa». Sul tema potrebbe aver comprato dei libri per ampliare la sua preparazione. «No», ripete più volte Alessandro C. Capitolo beni di lusso, per essere più espliciti gli acquisti presso le grandi boutique di moda. D'altronde sono state proprio le presunte acquisizioni, per circa 200.000 euro, di capi e borse firmate ad inguaiare la donna con la giustizia. Dalle carte emergono 120 pagamenti per spese «non compatibili con l'oggetto sociale della sua società Logsic doo». «Capisce stiamo parlando di cose, cifre… 200.000 euro non li ho mia visti in vita mia. Poi mi scusi me ne sarei accorto (se la Marogna fosse stata particolarmente attratta dalle compere di abbigliamento ndr). Ripeto io parlo sempre riferendomi a sette anni fa». Quindi non ci sarebbero analogie tra la vita mostrata sui social - dove i viaggi (Londra, Dubai, Madonna di Campiglio e Lubiana solo per citarne alcuni) erano quasi all'ordine del giorno, fino allo scoppio dell'inchiesta - e quella precedente? «Minimamente, la nostra era un'esistenza normalissima». Lontana dal mondo del Vaticano, visto che «anche questo ingresso (ai piani più alti delle mura leonine, ndr) quando è avvenuto, senza dubbio non stavamo insieme». Come abbiamo già raccontato fino a sette anni fa circa, la Marogna lavorava nel commercio. Circostanza che ci viene confermata da Alessandro C.: «Faceva la rappresentante per Nokia (in realtà l'azienda di riferimento era Master spa, ndr), vendeva cellulari. Una professione ordinaria, come tante altre». Eppure la Master avrebbe denunciato la Marogna per appropriazione indebita, dato che a detta dell'azienda non avrebbe restituito un'automobile e un computer; e a qualche anno prima risalirebbe un'altra denuncia per furto nei confronti della donna. «Queste circostanze che mi sta citando», replica Alessandro C, «le ho apprese dai giornali, sono scioccato». «Forse questo aggettivo non è abbastanza eloquente, o non mi ha sentito, perché tra le altre cose sono costretto a gestire l'attenzione mediatica. Io sono un persona normale con un lavoro normale. Non ho capacità di gestire e capire certe cose, queste ancora di più. Tra l'altro io sono una persona che non è mai stata curiosa. Sono preoccupato da genitore, vorrei solo capire come si evolverà la vicenda: è chiaro che se ha commesso degli errori dovrà pagare. Nonostante la storia sia finita da anni, quello che vedo mi dispiace […] Io sono preoccupato per un discorso genitoriale. La bambina vuole la mamma. Io non posso trasformarmi in donna, per quanto ci sia un rapporto spettacolare. Però adesso c'è questa assenza. Vorrei capire questa cosa come si sviluppa questa cosa. Io ho solo una speranza che essendo comunque un genitore, c'è una figlia tutto si concluda nel miglior modo possibile. Mia figlia si merita una mamma libera». Dopo questo sfogo, riprendiamo a fare domande concentrandoci ancora una volta su Becciu. Risposta: «Questo discorso esula da quello che è il presente, magari dovreste chiedere più al compagno attuale , a chi le è più vicino e non a me. Io non posso asserire cose che non conosco». E così abbiamo fatto, peccato che Fabio B.S. ci abbia dato solo il tempo di presentarci telefonicamente. «In questo momento non posso parlare», ha ripetuto più volte prima di chiudere la conversazione. Inutili i tentativi di riprendere il colloquio. Così abbiamo contattato Enrico C., un'altra «storia importante» della Marogna, ingegnere di Cagliari: «Non ho la più pallida idea di cosa facesse questa signora nella vita. Guardi l'unica cosa che posso dirle è che se sta a San Vittore (carcere di Milano, da dove la donna è rinchiusa dallo scorso 13 ottobre, in seguito all'arresto su mandato di cattura internazionale ndr) vuol dire che lo merita. Noi ci siamo lasciati anni fa e buonanotte». I legami con il Vaticano sono il fulcro dell'inchiesta, per questo motivo chiediamo se Marogna fosse una cattolica molto praticante, in una parola devota. «Se ci andava (in chiesa ndr), ci andava senza me». Chiediamo della passione per la geo politica, ma anche in questo caso senza troppa fortuna. «Ripeto non ho la più pallida idea di che lavoro facesse», racconta Enrico C, «sempre che l'abbia avuto il lavoro». Non ci perdiamo d'animo. «Rapporti tra Marogna e Carboni (Flavio ndr)? Mai sentiti, so solo che Carboni era implicato nel caso Calvi (Roberto, banchiere morto nel 1982 a Londra ndr)». All'epoca della vostra relazione le ha mai parlato di Becciu e Pazienza (Francesco, ex agente segreto ndr)? «No». Appena proviamo a sapere come si siano conosciuti, Enrico C. ribatte: «Dai chiudiamola qui».
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)