2022-02-27
L’Eurogruppo scopre la realtà: «Che errori»
Paschal Donohoe all'Eurogruppo di Parigi (Ansa)
La ricetta economica europea degli ultimi 10 anni è fallita. Tutti i progetti si scontrano con l’evidenza. Il Patto di stabilità dal 2023 traballa. La Banca centrale europea resta ferma sui tassi. Gli interventi sugli squilibri macroeconomici non hanno funzionato. «Ci rivediamo tra tre settimane, quando ci sarà una revisione dell’orientamento della politica di bilancio e sarà quello il momento giusto per una discussione sull’argomento. Fino a quel momento avremo il tempo per valutare e rivedere come sostenere al meglio l’economia dell’eurozona posta di fronte alla sfida più grande». È stata questa la dichiarazione del presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, al termine della riunione dell’Eurogruppo tenuta a Parigi venerdì, a cui hanno fatto seguito le parole del vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, che si è mostrato pronto ad adottare tutta la flessibilità necessaria.Si tratta di un non trascurabile cambio di paradigma, rispetto alla posizione abbastanza netta espressa sul tema solo poche settimane fa. Appena a entrambi è stato chiesto di valutare l’impatto e le conseguenze per la politica fiscale derivanti dalla guerra tra Russia ed Ucraina, all’orizzonte si è materializzato un evento nuovo: il termine della sospensione del Patto di stabilità e il conseguente ritorno alla sua piena applicazione non è più una certezza. Tutto ciò anche alla luce del negoziato - ufficialmente non ancora iniziato - relativo proprio alla riforma di quelle regole. Ormai appare chiaro anche a loro che tornare ad applicare un insieme di regole - che hanno provatamente frenato la crescita dell’eurozona dal 2012 al 2019 e che, nei due anni di crisi dovuta alle misure di contenimento del Covid, sono state evitate come e peggio del virus - è una mossa da evitare. La situazione è fluida, ma da venerdì sono aumentate le probabilità che il Patto di stabilità resti dormiente anche nel 2023.Tutto questo anche alla luce delle prevedibili conseguenze sull’economia della Ue derivanti dalla crisi tra Mosca e Kiev. Il capo economista della Bce, Philip Lane, si è subito affrettato ad avvertire che potrebbe esserci un taglio della crescita del Pil dell’eurozona pari a 0,3/0,4% (1% nello scenario peggiore) rispetto al 4% delle ultime previsioni.Donohoe non ha esitato a parlare di «costi economici», peraltro con impatto differenziato sui diversi Stati membri, che dovranno essere inevitabilmente sostenuti come conseguenza delle sanzioni che i leader europei hanno deciso e che i ministri delle finanze dovranno occuparsi di implementare materialmente. Da sottolineare la previsione che tali contraccolpi si manifesteranno «per le prossime settimane e mesi».La presidente della Bce, Christine Lagarde - che partecipa sempre alle riunioni dell’Eurogruppo - non è stata da meno nell’allinearsi al «contrordine compagni» di guareschiana memoria. Ha infatti subito mostrato disponibilità ad assicurare liquidità ed accesso al contante, in attesa di valutare la situazione e prendere le opportune decisioni nel prossimo consiglio direttivo del 10 marzo. Sembrano improvvisamente lontani anni luce - ma invece risalgono a pochi giorni or sono - le previsioni del governatore austriaco Robert Holzmann che richiedeva a gran voce almeno due aumenti di tassi entro fine anno, addirittura prima della fine del programma di acquisti. Lo stesso Holzmann ha fatto rapidamente macchina indietro proprio il giorno dell’offensiva russa.Tutte le principali istituzioni europee sono consapevoli che contrattaccare per difendere l’Ucraina usando le leve dell’economia e della finanza, avrà pesanti conseguenze sulla crescita, tali e tante sono le interconnessioni con l’economia russa, soprattutto nel settore strategico dell’energia. Settore, peraltro, in cui la Ue aveva iniziato una corsa troppo precipitosa verso le fonti rinnovabili che è tuttora tra le principali concause delle tensioni sui prezzi di energia elettrica e gas. Come se non bastasse, ora è arrivata pure la guerra in un teatro strategico per la produzione ed il trasporto del gas.Ironia della sorte, proprio venerdì era previsto che l’Eurogruppo riflettesse sulla procedura per gli squilibri macroeconomici, un importante tassello delle regole per la governance economica dell’eurozona dal 2012. È in base ad essa che l’Italia viene additata ogni anno come Paese a rischio a causa dell’entità del suo debito pubblico ed è stata poi costretta ad una straordinaria compressione della domanda interna che tanti danni economici e disagio sociale ha arrecato, a partire dal governo Monti. Ebbene, Donohoe ha affermato - con una naturalezza degna di miglior causa - che quella procedura ha funzionato benissimo quando si è trattato di ridurre il disavanzo commerciale verso l’estero (vedi alla voce «I» come Italia), ma si è rivelata indubbiamente meno efficace nel ridurre il surplus (vedi alla voce «G» come Germania). Una straordinaria ammissione che spinge a chiedersi cos’altro serva per rottamare tutto quel fardello di obsoleti regolamenti.È passato in second’ordine il rinnovo per un altro biennio del finlandese Tuomas Saarenheimo nella carica di presidente del gruppo di lavoro dell’Eurogruppo. Un ruolo che non dice nulla al grande pubblico, ma che coincide anche con la guida del Comitato economico finanziario, l’organo attraverso cui passerà la valutazione, ogni semestre fino al 2026, delle richieste di pagamento delle rate del Pnrr. Un guardiano arcigno che non mancherà di scrutinare a fondo l’effettivo avvenuto conseguimento degli oltre 500 obiettivi e traguardi a cui ci siamo legati mani e piedi. Ne sentiremo parlare presto.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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