2018-09-06
L’élite percepisce gli italiani come imbecilli
Basandosi su un questionario Ipsos tipo giochino dell'estate, il «Corriere della Sera» scopre le motivazioni del successo elettorale di Lega e M5s: di sicurezza, immigrazione, disoccupazione e terrorismo jihadista abbiamo solo «percezioni errate». E finalmente, dopo mesi di ricerche, studi approfonditi, analisi e questionari, il Grande Cervellone Unico è arrivato a capire tutto degli italiani: sono dei dementi. Non capiscono nulla. Non sanno nulla. Credono di vivere un Paese, ma si sbagliano di grosso. Su ogni cosa. Probabilmente non conoscono nemmeno la via dove abitano, confondono la tangenziale con una sardina essiccata e i paracarri con le supposte. Come stupirsi se poi, quando vanno alle urne, votano per Lega e 5 Stelle? E come stupirsi se, nonostante l'impegno costante dell'informazione nazionale a denigrare il governo, continuano a nutrire fiducia in esso? Di questo appoggio crescente ai gialloblù da parte degli italiani proprio non si capacitavano, lì, nei palazzi che contano. Ma alla fine, sospiro di sollievo, ecco trovata la risposta a questi bizzarri comportamenti. Gli italiani sono, evidentemente, imbecilli. A indicare la strada è stato un sondaggio Ipsos di qualche giorno fa, da cui sarebbe emerso che noi siamo, fra tutti i popoli, quello che ha la percezione della realtà più lontana dalla realtà medesima. Sembrava un giochino estivo, uno di quelli da fare sotto l'ombrellone, tipo trova il fidanzato giusto, «è meglio se la Vergine sposa l'Ariete o se l'Acquario sposa un Saggitario?». Uno di quei riempitivi da settimanali femminili, insomma, una roba del genere: conosci davvero il tuo partner? Sai come farlo impazzire a letto? Invece niente, il Corriere della Sera l'ha preso sul serio. E ieri è tornato a riproporre l'intero questionario, 34 domande, su una doppia paginata con richiamo in prima, corredata con maxidisegno da cui già emerge l'idea degli italiani che soggiace alla pregevole iniziativa editoriale: essi sono, inequivocabilmente, dei malati di mente. Infatti due vengono rappresentati sotto il tavolo con la faccia da ebeti, uno è coricato sopra il tavolo con lo sguardo assente, uno in canottiera e chiave inglese (populista e demagogo, ne siamo sicuri), una guarda con un cannocchiale una pallina da biliardo. La più sobria di tutti ha in mano un forchettone con cui infilza avidamente un panno verde. E dunque questa combriccola di pazzi (gli italiani, per l'appunto) che cosa ne possono mai sapere dell'Italia? Ovviamente nulla, è la risposta inevitabile. Altrimenti perché voterebbero Lega e 5 Stelle? Perché sosterrebbero il governo gialloblù? Se conoscessero davvero l'Italia, è il messaggio, chiederebbero a gran voce il ritorno di Matteo Renzi, si metterebbero in fila al comizio di Maurizio Martina, si batterebbero per rivedere Marianna Madia alla Funzione pubblica e Valeria Fedeli all'Istruzione, costruirebbero un monumento a Maria Elena Boschi, sarebbero in piazza per urlare «arridateci Angelino Alfano al Viminale», e dichiarerebbero amore eterno ad Angela Merkel, all'Europa di Jean-Claude Juncker e al patto del Nazareno. Invece, razza di ignoranti, non conoscono il loro Paese e quindi si fidano di Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Per fortuna c'è qualcuno che ora si è incaricato di spiegare loro quello che devono pensare. E, soprattutto, percepire. Per esempio: subite un rapina in casa? Siete stati aggrediti? Scippati per strada? Minacciati? È solo una percezione sbagliata, perché l'Italia è un Paese sicuro. Uscite di casa vedete tutti quei giovanottoni di colore che bivaccano attorno a casa col telefonino in mano? Leggete che avete sborsato 5 miliardi per l'accoglienza? Non fatevi fuorviare dalla vostra ignoranza: si tratta di un'altra percezione sbagliata, perché in Italia di stranieri ce ne sono pochi. E la disoccupazione? Per caso avete un figlio senza lavoro? O siete senza lavoro voi stessi? Non sapete dove sbattere la testa? Avete avuto solo porte chiuse in faccia? Una percezione, ecco tutto. Sbagliata per di più. Perché in realtà il lavoro in Italia c'è. È, solo, che gli italiani non lo sanno percepire nel modo giusto. Vi consiglio quindi di sottoporvi con attenzione al test Ipsos, così scoprirete che siete davvero asini. Per esempio, scommetto che non sapete quanti diabetici ci sono in Italia. Magari pensate che siano il 35 per cento della popolazione, invece sono solo il 5 per cento. Tiè. E forse non sapete neppure qual è il tasso di suicidio tra le ragazze fra i 15 e i 24 anni (9,5 per cento). E neanche quello dei ragazzi (13,6 per cento). Forse non sapete quanti sono gli obesi (45 per cento) e quanti sono i veicoli registrati. Dunque non sapete nulla. Immagino, per dire, che anche voi siate convinti che il numero di morti per attacchi terroristici dopo le Torri Gemelle, sia superiore a quello del periodo precedente. E invece no. Dunque, lo vedete: perché preoccuparsi tanto? Anche il terrorismo, in fondo, è soltanto una percezione. Per l'amor del cielo: una percezione che ha lasciato dietro di sé qualche vittima, ma non vorrete mica star lì a guardare troppo per il sottile, no? Anche le vittime, forse, sono solo percepite. Così come è percepita la presenza degli stranieri, degli stranieri carcerati, degli atei, dei musulmani (ma allora che bisogno c'è di costruire moschee? Al massimo costruiremo moschee percepite), dei disoccupati, dei senza tetto, degli assassini e persino, come dicevamo, dei malati di diabete. La verità è diversa. La verità è che stiamo tutti bene, siamo in forma, occupati, felici, rispettosi delle regole, amanti del bene, non ci suicidiamo (a parte quando facciamo certi questionari), soprattutto non mangiamo troppo zucchero (mica come quei sozzoni di americani di Donald Trump) e non beviamo nemmeno alcol (a differenza degli abitanti del Belgio), come rilevano le due ultime fondamentali domande. Dunque che volete di più? Ora tocca a voi: dovete solo smettere di percepirvi incazzati e adeguarvi una volta per tutte al sentiment stabilito dal Sondaggione Unico Certificato. Che a me pare una cagata. Ma, ovviamente, si tratta soltanto di una percezione.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.