
È l'importo offerto da Autostrade «per le prime urgenti necessità» e varia in base al nucleo familiare, arrivando a 12.000 euro se si è in 5 persone. Il sarcasmo di nonna Sonia: «Sono i soldi per un bel funerale».A coloro che stanno per vedere abbattuta la propria casa uno stanziamento «a fondo perso» tra 8.000 e 12.000 euro. È questo quello che Autostrade mette a disposizione delle famiglie - circa 300 - che devono evacuare i quartieri e le strade sotto il ponte Morandi. Per una famiglia mononucleare 8.000 euro, per i rarissimi nuclei che arrivano a cinque persone si può arrivare fino a quota 12.000 euro. È questo il valore che la società controllata da Atlantia conferisce all'emergenza delle 300 famiglie costrette all'esodo forzato, non dal crollo, ma dalle opere di abbattimento necessarie alla ricostruzione. E questo accade nelle stesse ore drammatiche - fra l'altro - in cui gli sfollati apprendono che dovranno continuare a pagare gli interessi annui per i mutui delle loro case abbattute, mentre il rimborso del valore del capitale sarà soltanto sospeso (ma non estinto). Le normali polizze «incendio e scoppio» che vengono stipulate insieme ai mutui, infatti, non comprendono come causale, tra le fattispecie previste nel contratto che danno diritto la rimborso, il crollo di strutture esterne alle abitazioni. Uno strano Paese, l'Italia. A coloro che sono scampati al crollo, ma da giorni non hanno potuto fare ritorno alle loro case in attesa dell'imminente demolizione, il Comune ha messo a disposizione una casa o, in alternativa, un fondo fino a 10.000 euro annui per potersi pagare un affitto. Una dotazione generosa, che però - nel caso in cui si scelga la prima soluzione - prevede la consegna di appartamenti non arredati. Mentre la società concessionaria - invece ha stanziato questa cifra considerandolo un contributo volontario, slegato da qualsiasi considerazione sulle eventuali responsabilità penali e civili. Gli uomini di Autostrade per l'Italia sono arrivati a Genova con discrezione, convocando gli sfollati nei locali della scuola di via Gaz. Hanno incontrato gli abitanti delle vie destinate all'abbattimento totale, e (ovviamente) nessuno che non avesse la carta identità con la residenza a Sampierdarena (e nelle case colpite o destinate alla demolizione), poteva accedere all'interno dei locali, dove, tra i tavolini bianchi del Comune e quelli della società, venivano distribuiti i moduli per accedere ai finanziamenti. Si tratta dei primi rimborsi, in attesa che si dipani il nodo intricato delle indagini e dei risarcimenti in caso che una responsabilità diretta si accertata. Ma per chi in molti casi è rimasto senza nemmeno uno spazzolino da denti in mano, per chi è costretto anche a non rientrare nemmeno una volta nella casa della sua vita, sono soldi che si dissolveranno appena iniziate le prime spese. Per chi ha accesso alle case comunali la cifra basta a malapena per arredare due camere da letto, un tinello, la cucina attrezzata con gli elettrodomestici. L'incontro preparatorio per decidere l'entità di questi primi risarcimenti, era avvenuto nel Circolo degli amici di Fillak. I rappresentanti del comitato, ancora sotto choc per gli avvenimenti delle ultime ore, non avevano trattato. Molti di loro avevano alle spalle famiglie disperate, difficoltà economiche, emergenze private per cui era l'accettazione della logica del «fondo perduto» era imposto dalla necessità. Nei moduli si legge, con una formula studiata accuratamente per evitare qualsiasi riconoscimento di responsabilità diretta o indiretta: «Autostrade per l'Italia, in relazione a quanto comunicato al Comune e alla regione mette a disposizione dei soggetti rimasti privi di abitazione un importo economico determinato in funzione dei componenti del nucleo familiare». Segue tabellario con la quota base addizionata di mille euro per ogni membro.L'inviato di InOnda, Carlo Marsilli, ha seguito per giorni la vita delle famiglie, ed è stato testimone del loro stato d'animo «prima» e del «dopo» gli incontri. Ha raccolto la testimonianza di Sonia Guidi, la nonna con i capelli bianchi che ha commentato l'offerta di Autostrade con un sarcasmo amarissimo tutto genovese: «Con 12.000 euro che cosa ci si fa.... una bella bara, tanti bei fiori... esce fuori un bel funerale». Il sarcasmo di chi soffre sulla propria pelle sia il trauma psicologico che lo stato di emergenza.Se dal punto di vista legale il contributo e l'algida modulistica necessaria per erogarlo ha un senso, anche dal punto di vista legale, dal punto di vista comunicativo si tratta evidentemente di un nuovo boomerang per Atlantia. Puoi prenderti lo studio Barabino, puoi ingaggiare uno dei migliori avvocati specializzati in un diritto societario, l'ex ministro Paola Severino, puoi avere alle tue spalle un battaglione di consulenti, ma poi, quando si tratta di agire, è il burocratese che detta i tempi della comunicazione. Dal punto di vista economico, e anche in prospettiva dei risarcimenti assicurativi, dare di più alle famiglie, avrebbe avuto un costo davvero molto ridotto. Ma quando le scelte di comunicazione si fanno con l'occhio del ragioniere, gli effetti sono questi. Feriti, traumatizzati, scioccati, ancora incapaci Immaginare il proprio futuro, gli abitanti delle case sfollate, non si sono messi a mercanteggiare. Molti di loro, dovranno combattere, fin da domani, con le banche per le rate dei mutui. E forse, sarebbe il caso che istituzioni e società, si rendessero conto che questa spada di Damocle che pende sulle loro teste, è un'emergenza pari a quella della ricostruzione.Gli uomini che ad Autostrade hanno fatto di conto, evidentemente, non sono stati in grado nemmeno di immaginare quanto vale la dignità di chi esce dalla casa della sua vita senza colpe e senza prospettive. Dare loro il doppio sarebbe costato meno di un pugno di spot in prima serata.
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Giusi Bartolozzi (Ana)
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