2023-09-08
«Le vedove del giovedì», la nuova serie tv in arrivo su Netflix
True
«Le vedove del giovedì» (Netflix)
La serie tv, su Netflix dal 14 settembre, è quel che José Saramago ha definito «un’analisi feroce di un microcosmo sociale in un accelerato processo di decadenza». Prima di essere serie televisiva, è stata romanzo: un best-seller scritto da Claudia Piñeiro, che ha curato anche sceneggiatura e regia dello show.Un altro microcosmo, un’altra oasi, un paradiso caracollante sull’orlo di un baratro. E, di nuovo, le miserie umane a riempirne il vuoto oscuro, a rimandare dalle tenebre la propria eco. Le vedove del giovedì, il cui titolo di primo acchito potrebbe far risuonare nella mente di chi lo ascolti il trillo garrulo di una risata, la leggerezza di una commedia, è una serie televisiva, l’ultima ambientata nello sforzo di un mondo accessibile a pochi.Ha mura spesse questo mondo, alte quanto basta a proteggere lo sguardo dal caos della periferia di Buenos Aires. I cancelli che ne chiudono l’accesso sono immensi, rinforzati e affiancati dalle garitte della vigilanza. Di norma, restano chiusi: fuori la realtà viva e pulsante della società argentina, la baraccopoli di Santa Maria de los Tigrecitos, dentro i ricchi, l’oligarchia della capitale. Altos de la Cascada è un lusso d’élite, un complesso residenziale popolato di famiglie facoltose, di uomini illustri, delle loro belle mogli. Lo abita chi, in Argentina, ha privilegi e denaro. Poche persone, alcune delle quali il giovedì si riuniscono per scopi segreti. Ad Altos de la Cascada, l’appuntamento suscita risa e sberleffi. Le mogli degli uomini che, di settimana in settimana, si assentano da casa, determinati ad escludere da quella loro attività qualunque essere di sesso femminile, hanno preso a ribattezzarsi «Vedove del giovedì». Fanno spallucce di fronte alla solitudine di un giorno. Fanno gruppo. E ridono, ridono finché una mattina, all’odore dolciastro dei ginepri non si mescola l’odore della morte: di tre corpi galleggianti in una delle belle e raffinate piscine.A morire, è il marito di Teresa, i suoi due migliori amici. Allora, l’aria rarefatta della commedia si dissolve e altro, un’atmosfera più pesante e cupa, polverosa a tratti, la rimpiazza. Le vedove del giovedì, su Netflix dal 14 settembre, è quel che José Saramago ha definito «un’analisi feroce di un microcosmo sociale in un accelerato processo di decadenza». Prima di essere serie televisiva, è stata romanzo: un best-seller scritto da Claudia Piñeiro, che per Netflix ha curato anche sceneggiatura e regia dello show. Le premesse, dunque, sono quelle già viste altrove, di un paradiso fittizio profanato dagli stessi mali che ammorbano baraccopoli e grattacieli di cemento. Ma, nel romanzo della Piñeiro, c’è qualcosa in più: non (solo) la volontà esplicita di mostrare come anche i ricchi piangano, e spesso più forte di chi ricco non è, ma la determinazione di dar conto attraverso la finzione di un dato di realtà. È la crisi in Argentina della classe medio-alta a pervadere la narrazione, la ricostruzione di come si viva al di fuori di questi mondi per pochi. Claudia Piñeiro ha cercato di infilare fra le pagine di un libro, fra le pieghe di una serie televisiva, il racconto del suo Paese. L’ha travestito da giallo, e finti suicidi, omicidi, cospirazioni lo agitano. Ma l’apparente scontatezza che l’espediente del giallo sembrerebbe comportare non c’è, annullata da una ferocia che solo la critica sociale può provocare.
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».