2021-03-14
Le telefonata che inguaiano il medico del Papa
Roberto Bernabei, indagato per i concorsi universitari truccati in Toscana, intercettato mentre tenta di aggiustare la procedura: «Devo metterci la faccia?». La «stima» del presidente di commissione: «Va in giro a dire c...». La cricca avrebbe allungato i tentacoli pure su strutture ospedaliere a Milano. Lo speciale contiene due articoli. Chissà se a Papa Francesco sono già arrivate le carte sulla concorsopoli toscana che vede indagato per abuso d'ufficio il suo nuovo medico personale (da fine febbraio) Roberto Bernabei. Quest'ultimo, sessantanovenne fiorentino, professore ordinario di Medicina interna e geriatria presso l'università Cattolica di Roma, nonché direttore di dipartimento Scienze dell'invecchiamento, neurologiche, ortopediche e della testa-collo del Policlinico Gemelli, è stato anche perquisito. L'indagine riguarda alcuni importanti cattedratici di Medicina (ai 39 indagati vengono contestati a vario titolo reati come l'associazione per delinquere, la corruzione e la concussione), i quali, a giudizio della Procura di Firenze avrebbero truccato i concorsi in giro per l'Italia per far vincere gli amici degli amici. Nel fascicolo ci sono molte intercettazioni imbarazzanti e alcune tirano in ballo anche Bernabei. Per esempio quest'ultimo ha fatto parte della commissione che ha assegnato, secondo gli inquirenti alterando le procedure concorsuali, la poltrona di ordinario di medicina interna al cinquantatrenne geriatra Andrea Ungar, un «interno» dell'azienda ospedaliera universitaria Careggi di Firenze. Le Fiamme gialle, in questa inchiesta, grazie alle intercettazioni, seguono in tempo quasi reale le mosse per far vincere questo o quel candidato. La commissione per selezionare l'ordinario di Medicina interna viene nominata dal rettore il 22 ottobre 2020: a presiederla è il professore Niccolò Marchionni, uno dei principali indagati, e ne fanno parte anche Bernabei e il professor Claudio Borghi di Bologna. Le riunioni, in tempo di Covid, si svolgono al computer e Bernabei, mentre è al telefono con uno degli indagati e sta per chiudere la chiamata, riferisce a una persona al suo fianco: «C'è la telematica per il concorso di Ungar», in questo, modo, a giudizio degli investigatori, «palesando di essere già a conoscenza, ancor prima di poter sapere l'identità di altri eventuali partecipanti alla selezione, del vincitore predeterminato». Ma alla presunta cricca potrebbe rovinare i piani la candidatura dell'outsider Anna Linda Zignego, sessantottenne aretina, associata di Medicina interna a Firenze. La banda inizia a studiare il suo curriculum per capire come metterla fuori gioco. «È un po' strana, c'ha una... secondo me ha una specializzazione di immunologia lei, e secondo me non l'avevamo mica chiesta nella» è uno dei commenti preoccupati. Marchionni telefona anche al candidato Ungar e i due ricordano un paio di precedenti concorsi in cui la donna ha perso. Dice Marchionni: «Si sono trovati esattamente con lo stesso problema… che hanno affrontato esattamente nello stesso modo, cioè dicendo quant'è brava, buona produzione scientifica, però non si riesce… nemmeno a capire cosa ha fatto dal punto di vista clinico...». Le critiche si sprecano: «È un enorme guazzabuglio […] solo attività ambulatoriale». Ungar si propone di scrivere qualcosa in proposito: «Ok, ok, io già butto giù... va bene ok, e poi da domani, dopodomani ci lavoro... eeeeh domani pomeriggio è domenica...». Commento acido degli investigatori: «Ovvero un candidato alla procedura scrive il giudizio – negativo – nei confronti di un concorrente». Marchionni contatta anche i vecchi concorrenti della professoressa: «Volevo ragionare un attimo con te della Zignego» dice a uno di questi. In una conversazione con Giancarlo Agnelli, ordinario a Perugia, Marchionni domanda, come si legge in un'informativa, «se nei criteri per la valutazione di un concorso per ordinario, può utilizzare il sistema di una valutazione analitica delle pubblicazioni scientifiche presentate dai candidati» e specifica che «optando per tale scelta, potrebbe rendere meno “attaccabile" la valutazione». Per Agnelli è possibile farlo. Allora Marchionni informa della decisione lo stesso Ungar, «trovando piena soddisfazione nell'interlocutore». In questa selezione ha un ruolo importante anche Bernabei. Il 28 ottobre viene contattato da Marchionni e il medico del Papa chiede se il concorso sia «tutto telematico». Marchionni conferma. Bernabei sembra avere una preoccupazione: «Ma bisogna metterci la faccia?». Marchionni lo tranquillizza: «Nooo…». E poi gli spiega come avverranno tecnicamente le operazioni. Bernabei inteloquisce a colpi di «va bene» e alla fine lo si sente dire: «C'è la telematica per il concorso di Ungar», la frase che insospettisce gli investigatori. Il 7 novembre Agnelli domanda a Marchionni chi altro ci sia in commissione. E il presidente lo aggiorna: «Claudio Borghi e Roberto Bernabei». Quindi commenta: «Sai Roberto Bernabei è come non avere nessuno, perché […] non ha voglia di fare un tubo, è tutto lì preso a dire cazzate in giro che, scusami, uso un termine un po' brutale, del tipo tranquilli col Covid muoiono solo gli ultraottantenni». Ad Agnelli cadono le braccia: «Sì infatti mi è morto un'ora fa uno di 48 anni». Il 13 novembre Bernabei risponde al telefono a Marchionni e gli dice che «non disturba mai». Il presidente della commissione lo ragguaglia: «Allora, dunque... come hai visto ci hanno mandato i link per accedere ai candidati». È preoccupato: «Oh... la femmina ha un curriculum pesante». Bernabei annuisce. Marchionni: «Oh... anche l'età pesante, perché è del 1953». Bernabei: «Mmmh... molto pesante». Marchionni: «Eh... è una che non è mai stata voluta da nessuno... però bisogna muoversi con i piedi di piombo». Bernabei: «Certo». Marchionni: «Allora io mi prenderei un po' di tempo... perché voglio fare una disamina molto accurata». Bernabei: «Sì... prenditi molto tempo e scrivimi una lettera all'indirizzo di casa». Marchionni si congeda: «Bene no, era per dire che la...». Bernabei: «Sì, sì... che bisogna studiare con accortezza tutti i…». Lo stesso giorno Marchionni contatta pure Borghi per informarlo del problema della candidata «con il curriculum pesante» e riferisce anche a lui «che gli manderà una lettera all'indirizzo di casa con le proprie valutazioni, informandolo di essersi già accordato in tal senso anche con Bernabei». Il 21 gennaio 2021 il posto è stato assegnato a Ungar. Nelle scorse ore, di fronte alla notizia dell'inchiesta, il medico del Papa ha commentato: «Sono andato a riguardarmi gli atti e mi sembrano fatti bene». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/le-telefonata-che-inguaiano-il-medico-del-papa-2651054291.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="negli-atti-spunta-la-vice-renziana-del-governatore" data-post-id="2651054291" data-published-at="1615666612" data-use-pagination="False"> Negli atti spunta la vice renziana del governatore Nell'inchiesta con 39 indagati che fa tremare la sanità universitaria toscana e non solo, la Procura di Firenze ha messo il naso in quella che descrive come una «cabina di regia» dei concorsi stabiliti a tavolino. La cricca, che dai pm Luca Tescaroli e Antonino Nastasi viene definita «un'associazione a delinquere» finalizzata alla corruzione, alla concussione e all'abuso d'ufficio, avrebbe pilotato nomine e cattedre secondo logiche di potere, a proposito delle quali viene citata anche la renziana Stefania Saccardi (non indagata), all'epoca assessore alla Sanità della Regione Toscana e attuale vice di Eugenio Giani. Un'accusa che coinvolge il rettore dell'Università di Firenze Luigi Dei, il suo braccio destro, oggi in pensione, Paolo Bechi, il direttore generale dell'ospedale Careggi (dove ha sede la facoltà di Medicina) Rocco Donato Damone (un ex dell'ultrasinistra, militante di Prima linea) e il suo predecessore Monica Calamai, oltre che i prof Corrado Poggesi, Niccolò Marchionni e Marco Carini. Per alcuni di loro la Procura ha chiesto l'interdizione dai pubblici uffici (in totale otto indagati) per durate che variano da otto a 12 mesi. Il gip Anna Liguori deciderà dopo averli interrogati, in base alle accuse raccolte dai pm in un documento di 80 pagine che inanella più di un presunto episodio corruttivo. Il primo ricostruisce un siparietto tra il rettore e un professore associato, Sandra Furlanetto. «Tra i due indagati», secondo l'accusa, «vi è stato un vero e proprio scambio corruttivo». Con tanto di contropartita: un incarico da delegato del rettore all'orientamento e ai servizi agli studenti. Lei ha rinunciato a presentare un ricorso per un posto al quale ambiva e il rettore l'ha premiata. La «cabina di regia», però, andava oltre il Careggi e l'ospedale Mayer (indagato e perquisito il dg Alberto Zanobini), e avrebbe allungato i suoi tentacoli anche al di fuori della Toscana. Per la precisione a Milano, negli ospedali San Paolo e San Donato. Sono indagati i prof Francesco Montorsi, ordinario dell'Università Vita-Salute di Milano, Stefano Centanni e Marco Carini. I tre si sarebbero «accordati» per spartirsi due posizioni di professore ordinario di urologia «[…] da destinare a vincitori predeterminati […] impegnandosi per far ritirare la domanda ai candidati sgraditi». Ci sarebbe lo zampino di Carini anche nel concorso da «professore ordinario chirurgia plastica e ricostruttiva, chirurgia pediatrica e urologia» dell'Università politecnica delle Marche. Al suo protetto e coindagato, Andrea Benedetto Galosi, che al telefono tentennava, dice: «Devi stare tranquillo nel senso che questo è... parlo io con tutti e due ovviamente». Il riferimento è ad altri due commissari. E dopo quell'episodio Galosi, coincidenza, viene dichiarato professore di prima fascia. Di concorso in concorso la «cabina di regia» piazzava i suoi uomini. Sarebbe accaduto anche per il bando da ricercatore a tempo indeterminato di medicina interna dell'Università di Firenze. Nelle carte si legge che Marchionni e Poggesi avrebbero indotto «indebitamente» la titolare di un assegno di ricerca «a promettere di rifiutare la posizione di ricercatore […] con la promessa di agevolarle la carriera facendola divenire professore». Il nome dell'ex assessore regionale alla Sanità Saccardi compare, invece, per una chiamata del 23 luglio 2020 con Carini, che aveva già preparato un bando con il profilo del predestinato, un certo Andrea Minervini. È al telefono con l'assessore che il prof conferma: «Io c'ho pensato al mio futuro, perché faccio un concorso per Minervini ora proprio». E, sottolineano i pm, il prof si era autodefinito «uomo di sistema», ovvero, «un soggetto che si mette a disposizione di un consolidato apparato clientelare».
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