2025-11-05
La caduta del Darfur riaccende l’emergenza umanitaria in Sudan
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Rifugiati attraversano il confine dal Darfur, in Sudan, verso il Ciad (Getty Images)
Dopo 18 mesi d’assedio, i paramilitari di Hemeti hanno conquistato al Fasher, ultima roccaforte governativa del Darfur. Migliaia i civili uccisi e stupri di massa. L’Onu parla della peggior catastrofe umanitaria del pianeta.
Dopo 18 mesi d’assedio, i paramilitari di Hemeti hanno conquistato al Fasher, ultima roccaforte governativa del Darfur. Migliaia i civili uccisi e stupri di massa. L’Onu parla della peggior catastrofe umanitaria del pianeta.La caduta di al Fasher, la capitale del Darfur settentrionale, apre un nuovo capitolo nella guerra civile del Sudan che si trascina da oltre due anni e mezzo. L’unica città ancora in mano ai governativi ha resistito a 18 mesi di assedio da parte dei paramilitari delle Forze di supporto rapido guidate dal generale Hemeti, che adesso controllano la totalità del Darfur, la regione più occidentale del Sudan. La presa della città ha visto esecuzioni sommarie, stupri e incendi da parte dei paramilitari che hanno sfogato sulla popolazione civile tutta la loro rabbia.Al Fasher, prima del conflitto aveva circa 250.000 abitanti, ma erano quasi raddoppiati per l’arrivo di decine di migliaia di profughi. La fame da mesi attanagliava la popolazione perché tutti i rifornimenti erano stati tagliati dagli assedianti che non permettevano l’arrivo di cibo. Nelle immagini satellitari si vedono decine di cadaveri nelle strade della città e nemmeno i bambini sono stati risparmiati dalla vendetta dei ribelli delle Forze di Supporto rapido. Non ci sono dati ufficiali, ma sembra che nelle prima 24 ore più di 2.000 persone siano state giustiziate e che i miliziani si aggirino nei quartieri con una lista di persone da arrestare ed uccidere. Anche 450 pazienti dell’ospedale saudita sono stati subito uccisi, compreso parte del personale mentre tutte le donne sono state stuprate. Oltre 40mila persone sono riuscite a scappare e con loro quello che rimaneva delle milizie che difendevano al Fasher.In Darfur infatti le Saf (Forze armate sudanesi) sono alleate con diversi gruppi combattenti ed erano loro a difendere l’ultima città della regione. Il Movimento di liberazione del Sudan (SLM-MM) guidato da Minni Minawi e il Movimento per la giustizia e l’uguaglianza (Jem) di Gibril Ibrahim hanno infatti giurato fedeltà ai governativi comandati dal generale Abdel Fattah al-Burhan e avevano il compito di difendere il Darfur. Queste due milizie sono composte in maggioranza da combattenti appartenenti al gruppo etnico Zaghawa e sono sempre stati ostili ai Janjaweed (diavoli a cavallo) il gruppo creato dall’ex presidente al Bashir che oggi si è trasformato proprio nelle Forze di supporto rapido. La sconfitta di questi eserciti tribali ridimensiona i successi sul campo da parte dei governativi che a inizio estate erano riusciti a cacciare i ribelli dalla capitale Khartoum. Le Rsf controllano ancora alcune province del Kordofan, le regione meridionale e riescono a colpire con i droni l’aeroporto di Khartoum che doveva essere riaperto in questi giorni ed invece resta chiuso. Il generale al Burhan e il suo governo rimangono nella capitale provvisoria di Port Sudan, principale hub del Paese sul Mar Rosso, snodo fondamentale per far arrivare le armi all’esercito. Mentre cadeva al Fasher le Forze di supporto rapido hanno organizzato una controffensiva nel Nord Kordofan, conquistando la cittadina di Barah, a 30 chilometri dalla capitale regionale el Obeid.I fatti di el Fasher sembrano però aver finalmente attirato l’attenzione globale e Mohamed Hamdan Dagalo, detto Hemeti, comandante delle Rsf ha promesso di aprire un’indagine sui crimini commessi nella città appena conquistata. Il Sudan Tribune, principale giornale del Paese, ha confermato l’arresto di Al Fatih Abdullah Idris, meglio noto come Abululu, un importante comandante delle Rsf. Ci sono molti video dove il sanguinario Abululu ordina di giustiziare decine di civili, accusandoli di aver resistito troppo e di essere spie dell’esercito governativo. Le Nazioni Unite, che hanno già implicato ufficialmente le Rsf nei massacri di al-Geneina nel 2023, hanno definito la caduta di al Fasher come la peggior catastrofe umanitaria del pianeta e accusano di violazione dei diritti umani entrambi i contendenti.Intanto sul fronte delle trattative tutto tace e il Quad, il comitato operativo composto da Stati Uniti, Egitto, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti ha smesso di riunirsi. In realtà gli Emirati Arabi sostengono finanziariamente e militarmente i ribelli di Hemeti, mentre Egitto ed Arabia Saudita sono dalla parte dei governativi. Anche l’Iran e la Turchia vendono armi all’esercito di Khartoum, mentre gli ex Wagner Group hanno addestrato i paramilitari. La situazione appare drammatica con il rischio di una disgregazione del Paese perché le Rsf hanno già minacciato una secessione del Darfur di cui ormai sono gli assoluti padroni.
Giancarlo Fancel Country Manager e Ceo di Generali Italia
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