2019-02-22
Le soffiate sul sequestro di Song Jil alzano le pressioni contro il 5G cinese
Lo scoop sulla scomparsa della figlia dell'ex ambasciatore nordcoreano crea instabilità tra i gialloblù. La fuga di notizie giova all'intelligence Usa impegnata a far desistere l'Italia da partnership con Huawei.La scomparsa della figlia diciassettenne dell'ex ambasciatore nordcoreano a Roma Jo Song Gil agita il governo gialloblù di Giuseppe Conte. E soprattutto innesca una reazione di problematiche a catena sui canali diplomatici dell'Italia, in particolare con quelli che portano al mondo asiatico, alle prese con l'organizzazione dell'incontro in Vietnam il 26 febbraio tra il presidente americano, Donald Trump, e appunto il leader nordcoreano, Kim Jong Un. La domanda che circola in queste ore tra le feluche è come mai una notizia del genere, che risale al 14 novembre, sia uscita proprio adesso. Secondo alcuni, infatti, non sarebbe casuale che in una fase così complessa per il nostro esecutivo - con la pressione da parte degli americani sui rischi che potrebbe avere la tecnologia 5G dei colossi cinesi Huawei e Zte sulla nostra rete - l'uscita di una bomba diplomatica di tale portata abbia un significato preciso. Da quel che è emerso nelle ultime ventiquattr'ore la studentessa non sarebbe riuscita a unirsi ai genitori nella fuga, anzi sarebbe stata rimpatriata a forza come sostiene da Seul l'ex vice ambasciatore nordcoreano a Londra, Thae Yong Ho, che aveva a sua volta disertato nel 2016, citato dall'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap. La ragazza «è stata rimpatriata a Pyongyang con la forza dall'Italia, dopo che il padre diplomatico è scomparso a novembre in un apparente tentativo di chiedere asilo», ha sostenuto l'ex diplomatico spiegando che fonti interne gli hanno riferito che la ragazza si trova «sotto la custodia» delle autorità nordcoreane. In realtà fonti italiane riferiscono alla Verità una dinamica diversa, sul fatto che la ragazzina si sarebbe ricongiunta con i nonni. E quindi non ci sarebbe stato alcun rapimento. Senza attendere alcuna conferma, il sottosegretario agli esteri, Manlio Di Stefano, è subito arrivato a evocare il caso Shalabayeva, la moglie dell'ex dissidente kazako Mukhtar Ablyazoz, rapita con l'aiuto delle nostre forze dell'ordine circa sei anni fa. Sul caso Kazakistan c'è un processo in corso a Perugia, ma la vicenda è molto differente rispetto a quella nordcoreana, anche perché su quest'ultima non c'è stato un ruolo del ministero dell'Interno, al contrario di quando al Viminale c'era Angelino Alfano. «Chiedetelo al ministero degli Esteri, è una questione di ambasciate. Io non c'entro nulla», spiega il vicepremier e ministro Matteo Salvini. Ma di fondo non c'entra neppure la Farnesina, che tramite il ministro Enzo Moavero Milanesi, ha già spiegato la sua posizione e la cronologia degli eventi: per la Shalabayeva si sospettò persino di un ruolo dell'Eni. Di fatto chi dovrebbe avere vigilato sul rientro della ragazzina coreana è il nostro controspionaggio all'epoca diretto da Alberto Manenti e Alessandro Pansa. Fatto vecchio e pruriginoso nella quale l'Italia potrebbe avere un ruolo pari a zero. Eppure le tempistiche di diffusione della notizia lasciano immaginare una serie di coincidenze. Lo stesso giorno dello scoop diffuso dalla agenzie, l'ambasciatore Usa convocava il numero uno di Tim, Luigi Gubitosi, per fare pressioni contro l'uso di hardware Huawei. Della tecnologia 5G si parla molto negli ambienti della nostra intelligence, anche se il tema non è ancora stato affrontato di petto, nonostante gli allarmi da Usa e Gran Bretagna. Anche la Consob ha recentemente acceso un faro con un report dal titolo emblematico: «La nuova via della seta e gli investimenti esteri diretti in settori ad alta intensità tecnologica». Il documento registra una impennata degli investimenti diretti effettuati dai fondi sovrani e dalla Cina. Infatti, nel 2016, per la prima volta nella storia moderna, il valore degli investimenti esteri diretti cinesi in Europa ha superato il valore degli investimenti esteri diretti effettuati dai Paesi dell'Unione in Cina. Secondo la Commissione Ue tali acquisizioni possono consentire a determinati Paesi di utilizzare le attività a scapito non solo del vantaggio tecnologico ma anche della sicurezza e dell'ordine pubblico dell'Unione europea. Questo ha aperto la discussione all'interno della Commissione sui settori ad alta tecnologia. La Consob fa capire che la legislatura merita nuovi interventi di aggiornamento. Compreso l'obbligo di istituire e mantenere una struttura organizzativa e societaria progettata per garantire la piena responsabilità e l'accountability delle principali funzioni dei market operators. In pratica anche la finanza può essere oggetto di golden power. Gli Usa vorrebbero che nella sicurezza nazionale rientri anche la rete 5G con i relativi investimenti. I servizi Usa faranno di tutto per premere su questo tasto.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
Gabriele D'Annunzio (Getty Images)
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)