2022-09-18
Le purghe di Speranza sui sanitari: italiani sospesi, stranieri assunti
Il Trentino spedisce a casa un centinaio di infermieri non in regola con le dosi e poi recluta albanesi, ucraini e paraguaiani, da inserire nelle Rsa. L’ennesimo sfregio dopo gli episodi in Lombardia, Calabria e Sicilia.Spuntano i manifesti sulle reazioni avverse. Padovano tappezzato da cartelloni di denuncia. Sono leciti, ma un sindaco minaccia: «Chiamo i carabinieri».L’ultimo giallo nei bollettini dell’Iss. Più casi gravi tra i vaccinati recenti. Il trend dura da tre settimane. L’esperto Carlo Signorelli: «Difficile valutare, troppi contagi sommersi».Lo speciale comprende tre articoli.Sta diventando un vizio: cacciare i sanitari italiani perché disubbidiscono all’irragionevole norma sull’obbligo vaccinale, e poi sostituirli con personale straniero. Magari, ugualmente non in regola con le dosi, o sottoposto a iniezioni con farmaci mai autorizzati nell’Ue, tipo il cinese Sinovac.L’ultimo urticante esempio arriva dal Trentino. Nella seduta del 6 settembre scorso, l’Ordine degli infermieri ha disposto la sospensione di 125 professionisti. Nei giorni seguenti è stata revocata una trentina di provvedimenti, quindi i sospesi al momento sono circa un centinaio. Non si tratta soltanto di pervicaci renitenti alla puntura. Sotto la falce dell’Ordine sono finiti anche infermieri che non hanno ancora ricevuto il richiamo, o che sono guariti più di sei mesi fa e, nel frattempo, hanno rifiutato di correre all’hub. Non ci vuole un genio per capire che il regolamento imposto da Roma è privo di giustificazioni scientifiche. La vaccinazione non impedisce il contagio e, dunque, il proposito della precauzione decade. Anzi, i dati dimostrano che gli inoculati a vario titolo si contagiano come o più di chi non ha porto il braccio. Il paradosso, insomma, è che quelli da cui guardarsi dovrebbero essere soprattutto i vaccinati. Molti studi concordano, invece, nel considerare più stabile e duratura l’immunità naturale. Fin qui, il fanatismo pseudoscientifico di Roberto Speranza e soci. Che, però, ha aggravato una piaga permanente del sistema sanitario: la carenza di personale. E allora cosa succede? Che si recluta gente dall’estero. Nel caso del Trentino, le Rsa si sono rivolte a Paraguay, Ucraina, Albania. Paesi nei quali la copertura vaccinale non è proprio estesa: sull’altra sponda dell’Adriatico, ha completato il ciclo primario il 44% della popolazione; nel Paese sudamericano, il 52; nella nazione ora in guerra con la Russia, solo il 35. E talora, in quelle regioni, vengono distribuiti sieri di serie B.Stranamente, la Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), mentre lamenta che mancano «oltre 65.000» camici verdi, con gravi ripercussioni soprattutto sulle residenze per anziani, non s’avvede della contraddizione: si mandano a casa operatori esperti, poiché non allineati ai diktat ministeriali, per pescare sostituti nel Terzo mondo. E tappare solo temporaneamente i buchi. Non è la prima volta che, in Italia, alla faccia della cronica penuria di medici e paramedici, si applica spietatamente la folle norma sull’obbligo vaccinale, sopperendo alle ulteriori carenze con lavoratori provenienti dall’estero. A luglio, la Regione Lombardia aveva pubblicato un bando (in scadenza a novembre) per infermieri ucraini. Trenta euro lordi l’ora, per massimo 34 ore settimanali: 1.020 euro ogni sette giorni, fino a marzo 2023. E, somma beffa nei confronti degli italiani privati del lavoro, dello stipendio e della dignità, tra i requisiti per l’assunzione non figurava la vaccinazione anti Covid. A fine agosto, scena simile in Calabria: per «garantire il diritto alle cure ai cittadini», come aveva spiegato il governatore, Roberto Occhiuto, la Regione aveva incredibilmente arruolato 500 camici bianchi da Cuba. Costo: 3.500 euro lordi al mese ciascuno, più 1.200 euro per le spese vive, da aggiungere a quelle per i due viaggi l’anno da e per l’isola caraibica. Senza contare i corsi di formazione da svolgere qui da noi. Intanto, un dottore guarito dal Covid, quindi dotato di anticorpi, viene cacciato con ignominia se non si piega al ricatto dell’iniezione.Dopo il caso lucano, è stata la volta della Sicilia: per far fronte alle falle nell’ospedale di Mussomeli (Caltanissetta), sono stati ingaggiati medici dall’Argentina. Questi episodi confermano le più recenti scoperte sul Covid: il virus intacca pure il cervello. Già, perché altrimenti basterebbe usare un po’ di logica e di buon senso, per capire in quale vicolo cieco ci sta cacciando il parosissimo vaccinista della linea Speranza. Una volta preso atto che i preparati a mRna non sono sufficienti ad arrestare la trasmissione del Sars-Cov-2, sarebbe bastato raccomandarli a dottori e infermieri, al semplice scopo di proteggere sé stessi dalle conseguenze gravi di una malattia cui, per ovvi motivi, essi sono più esposti di altre categorie professionali. Invece, persino nella fase in cui è stata cancellata la maggior parte delle altre restrizioni, un ministro ipocondriaco ha voluto accanirsi sugli ex «angeli» della pandemia. Mettendo alle corde ospedali e case di riposo. E gettando le basi per l’allucinante spreco dei surrogati esteri del nostro personale. Giorgia Meloni ha già preso un impegno, ma ogni tanto è opportuno ricordare al centrodestra le priorità: in caso di vittoria alle urne, cancellare quest’ingiustizia è la prima cosa da fare il giorno dopo il giuramento al Quirinale. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/le-purghe-di-speranza-sui-sanitari-italiani-sospesi-stranieri-assunti-2658256359.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="spuntano-i-manifesti-sulle-reazioni-avverse" data-post-id="2658256359" data-published-at="1663441067" data-use-pagination="False"> Spuntano i manifesti sulle reazioni avverse Ricordano i cartelloni di Pro vita che segnalano i diritti calpestati dei bambini mai nati, perché soppressi con le tecniche abortive, e le sofferenze cui andranno incontro le mancate mamme. Fanno anche un po’ Tre manifesti a Ebbing, straordinario film del 2017 con Frances McDormand nei panni di una madre che denuncia il silenzio sull’assassinio della figlia lanciando duri messaggi, affissi lungo una strada del Missouri. I cartelli che da una decina di giorni si vedono a Piove di Sacco, a Codevigo e in altre frazioni del Padovano, denunciano un’altra grave realtà: gli eventi avversi post vaccinazione. «È capitato anche a voi dopo il vaccino Covid-19?», è la scritta che campeggia in colore rosso sul più grande, sei metri per tre, posizionato nel parcheggio di un centro commerciale e perfettamente visibile dalle auto che percorrono la statale 516 in direzione di Padova. Sono elencate paralisi, trombosi, miocarditi e altre gravi reazioni, l’invito è «Rivolgiti al tuo medico. Fai la segnalazione all’Aifa». Quello che il ministero della Salute e l’Agenzia italiana del farmaco non si sono mai sognati di fare, è diventata realtà per iniziativa di un gruppo di cittadini del Piovese. «Siamo preoccupati, perché aumenta il numero di persone che stanno male, anche in modo grave, ma nemmeno pensano a collegare i loro disturbi alla vaccinazione anti Covid. E nessun medico prospetta loro possibili correlazioni», spiega Linda, 43 anni, ideatrice dei manifesti assieme a Davide, Luca, Sabrina, Matteo. «Viviamo in queste zone, siamo genitori che hanno protestato contro l’uso prolungato delle mascherine in classe. Adesso vogliamo che ci sia più attenzione per patologie post vaccino che vengono oscurate». I cartelli grandi invitano a non stare male in silenzio, perché la farmacovigilanza deve essere attivata, quelli più piccoli ricordano gli obblighi imposti con il green pass e l’assurdità di continui richiami vaccinali. «Testi e immagini sono opera nostra, con l’aiuto di un grafico di 16 anni», racconta Linda a nome del gruppo. «Abbiamo fatto stampare una trentina di cartelli e non è stato facile trovare una tipografia che accettasse di fare il lavoro. Quando leggevano i messaggi, rifiutavano l’incarico per non rovinarsi i rapporti con le Asl. Oppure sparavano prezzi esorbitanti, che non ci potevamo permettere». La spesa per i trenta manifesti alla fine è risultata contenuta, circa 1.000 euro suddivisi anche fra una trentina di sostenitori dell’iniziativa. «Poi dovevamo ottenere il permesso dal Comune, concesso dopo lunga attesa e ripetute verifiche dei messaggi. Non c’era nulla da eccepire, anche se a malincuore il via libera era arrivato. Resteranno negli spazi pubblicitari fino al 22 settembre». Il sindaco di Piove di Sacco, Davide Gianella, sul Corriere del Veneto ha definito l’affissione uno «spiacevole episodio», ha precisato di aver chiesto «un consulto anche ai carabinieri», ma che si doveva rispettare la legge e la libertà d’opinione. Il primo cittadino ritiene l’iniziativa una delle tante dimostrazioni «no vax» e nemmeno sembra sfiorarlo l’idea che ci siano diritti da tutelare, di persone diventate dei malati dopo la vaccinazione. «Rimango comunque convinto di quello che insegnava Ippocrate, padre della medicina, secondo il quale esistono solo due cose: scienza e opinione. La prima genera conoscenza, la seconda ignoranza», è stato il suo commento. Qualcuno ha anche provveduto a strappare i manifesti più piccoli dal titolo «Libertà o manipolazione? Quattro dosi in meno di due anni». Interrogativi che, per la verità, sempre più cittadini si stanno ponendo. Adesso, da ogni parte d’Italia stanno arrivando a Linda richieste di avere i file, per realizzare da Milano a Foggia i medesimi cartelli capaci di scuotere l’attenzione. Soprattutto a ridosso delle elezioni. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/le-purghe-di-speranza-sui-sanitari-italiani-sospesi-stranieri-assunti-2658256359.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="lultimo-giallo-nei-bollettini-delliss-piu-casi-gravi-tra-i-vaccinati-recenti" data-post-id="2658256359" data-published-at="1663441067" data-use-pagination="False"> L’ultimo giallo nei bollettini dell’Iss. Più casi gravi tra i vaccinati recenti Nelle ultime settimane, sono colati a picco i ricoveri, i letti occupati in terapia intensiva e i decessi, secondo quanto pubblicato nell’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità (Iss) sulla pandemia di Covid-19 in Italia, aggiornato al 14 settembre. Tuttavia, focalizzando l’attenzione sulla fascia 40-59 anni, emergono delle anomalie sia sul tasso di infezione che di forme gravi. Tanto che, in questi adulti, paradossalmente, chi non si è fatto due dosi di anti Covid rischierebbe di più se iniziasse adesso a vaccinarsi, statistiche alla mano. Le infezioni infatti sono più basse nei non vaccinati rispetto a chi ha ricevuto la seconda dose da meno di 120 giorni, ma anche di chi ha fatto il booster. Il report dell’Iss non fornisce ipotesi sull’interpretazione dei dati. Si può però chiamare in causa, per esempio, la percentuale di reinfezioni che è in «lieve aumento» e vale il 14,9% del totale, a cui però non si sa se seguano sintomi e se i «contagiati bis» siano vaccinati o meno. In assenza di quarantene, il dato sarebbe trascurabile, ma il test positivo fa scattare l’isolamento di cinque giorni, e la cosa cambia aspetto. Ma c’è un altro andamento anomalo che salta all’occhio. Interessa, appunto, le persone tra i 40 e 59 anni. E riguarda le curve del tasso di malattia severa ogni 100.000 abitanti in base allo stato vaccinale. Ebbene, in questa fascia di adulti, l’incidenza della forma grave di Covid ha stranamente livelli più elevati in chi ha ricevuto da meno di 120 giorni la seconda dose, rispetto a chi non si è mai vaccinato. L’andamento si registra da tre settimane: la curva, da appaiata, negli ultimi sette giorni vede un’impennata, nel numero dei casi, molto rilevante. «Questi dati, come evidenzia lo stesso Iss, risentono di due fattori», spiega Carlo Signorelli, ordinario di Igiene dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. «Il primo riguarda la quota delle infezioni notificate, che è molto inferiore a quello delle infezioni reali». A causa delle «norme abbastanza restrittive sull’isolamento» di minimo cinque giorni per il positivo notificato, «lavoriamo», continua il professore, «con dei numeri in cui, almeno la metà delle infezioni, sfuggono». I valori del grafico sono riferiti ad agosto, periodo particolarmente critico per questo aspetto perché le quarantene erano più lunghe e, di mezzo, c’erano le vacanze. «Il secondo fattore da considerare sull’andamento», aggiunge Signorelli, «è che i casi gravi sono numericamente pochissimi e le statistiche, nei piccoli numeri non danno risultati certi». C’è poi un’altra situazione strana nei grafici del report Iss e riguarda l’andamento, più che i numeri assoluti. In tutte le fasce over 40, i vaccinati da meno di 120 giorni, dopo un calo importante, nell’ultima settimana mostrano un aumento repentino delle forme gravi di Covid, rispetto ai non vaccinati. «Tutte le osservazioni devono essere prese con cautela e viste in un trend temporale più ampio, perché, purtroppo, questi sono numeri di agosto e sono poco attendibili», sottolinea Signorelli. Il problema è che in base a questi dati, nonostante gli evidenti limiti statistici, il governo ha preso decisioni su isolamenti e restrizioni per grandi e piccoli. Proprio per la fascia 5-11 anni, il report segnala uno studio su Lancet che definisce il vaccino «meno efficace» rispetto agli over 12, ma il ministero è già pronto con il booster.
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Ansa
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