2021-07-03
Le Coop sposano la filosofia Maori per non perdere tutti i soldi in Unipol
Gli storici azionisti di via Stalingrado creano Koru (in polinesiano significa germoglio) per acquistare il 3,3% della compagnia. Intanto sono costrette a svendere le partecipazioni di Holmo per ripianare i debiti bancariNella cultura maori il Koru è il simbolo a forma di spirale che richiama al germoglio della felce d’argento e rappresenta una metafora del modo in cui la vita cambia e al contempo resta immutata. Chissà se ci hanno pensato le coop quando hanno battezzato proprio con questo nome il veicolo con cui tentare l’arrocco nel capitale di Unipol di cui sono azioniste storiche. Nei giorni scorsi Koru, società partecipata da Coop Alleanza 3.0, Cefla, Cooperare (tutte e tre di Bologna), Nova Coop (di Vercelli), Aurum (Reggio Emilia) e Copura (Ravenna), ha annunciato l’intenzione di acquistare 24 milioni di azioni ordinarie di Unipol gruppo, pari a circa il 3,35% del capitale sociale. Ha dato quindi mandato a Equita sim di farlo attraverso un collocamento accelerato di titoli rivolto esclusivamente a investitori qualificati e investitori istituzionali esteri. All’indomani dell’annuncio, i soci storici di Unipol hanno cominciato ad arrotondare la propria partecipazione nella compagnia acquistando sul mercato l’1% per 34,2 milioni, pari a 4,6 euro per azione. «L’operazione», spiegava il comunicato, «costituisce un investimento finanziario di medio lungo periodo nel gruppo Unipol, tenuto conto delle positive performance realizzate e delle prospettive economico patrimoniali contenute nel piano industriale, coerente con la strategia perseguita dai soci di Koru». Ma quale è il vero obiettivo? A prima vista la mossa è parsa un modo per rafforzare la presa in vista di possibili operazioni straordinarie del gruppo di via Stalingrado sullo scacchiere del risiko bancario. A cominciare da una possibile alleanza tra Bper (del quale Unipol è principale partner assicurativo e azionista al 18,9%) e il Banco Bpm per poi allargarsi al salvataggio di Carige.Ma i promotori della newco hanno già grossi pacchetti di azioni del gruppo guidato da Carlo Cimbri a partire da Coop Alleanza 3.0, socio di maggioranza relativa al 22,2%. Nova Coop possiede il 6,3%, Cooperare il 3,8%. Sia Cefla sia Copura sono invece azionisti di Holmo, la holding che custodisce di 6,66% della compagnia. Non solo. Considerando anche il 3,7% detenuto da Coop Liguria, le cooperative blindano quasi il 43% del capitale. Gli analisti di Mediobanca securities mettono in relazione la mossa degli azionisti con una possibile «semplificazione della catena del controllo del gruppo, fatto che porterebbe una certa diluizione per le coop». Si guarda infatti anche alla possibile fusione tra Unipol e Unipolsai per la razionalizzazione della catena di controllo. Senza dimenticare che lo scorso anno è stato inoltre introdotto il voto maggiorato in Unipol e in Unipolsai. Per altro, fuori da Koru, anche Unicoop Tirreno potrebbe arrotondare la sua quota in Unipol (oggi è all’1,73%) considerando che già quest’anno la compagnia dovrebbe tornare a distribuire utili dopo lo stop imposto dalle autorità di Vigilanza. C’è però chi scommette che la vera strategia dietro allo shopping di Koru sia difensiva. Basta seguire il filo rosso che porta a Holmo, cassaforte delle cooperative di cui fra l’altro Carige è ancora creditrice (Mps ha invece ceduto i crediti a Morgan Stanley nel 2018). Il bilancio 2020 è stato chiuso in rosso per quasi 451 milioni con oltre 254 milioni di debiti. Nel corso dell’esercizio la mancata distribuzione del dividendo da parte di Unipol (e la distribuzione di 28 centesimi per azione deliberata dall’assemblea del 29 aprile scorso) non ha consentito a Holmo di provvedere al pagamento integrale delle rate previste dai piani di ammortamento dei contratti di finanziamento in essere. Ebbene, in base all’accordo di rimodulazione dell’indebitamento bancario, il 13 dicembre 2020 Holmo ha dovuto attivarsi per procedere alla vendita delle azioni Unipol e l’11 febbraio 2021 la società ha conferito a Mediobanca l’incarico per la cessione della partecipazione detenuta nel gruppo guidato da Cimbri. Il problema è che le azioni Unipol erano in carico a 12-13 euro mentre il titolo Unipol ora viaggia attorno ai 4,4 euro. E anche se l’eventuale incasso consentisse a Holmo l’integrale rimborso di tutto il proprio indebitamento, la cassaforte delle coop dovrà ripagare le banche. «Probabilmente - si legge quindi negli atti del bilancio - Holmo non sarà in grado di adempiere integralmente ai pagamenti dovuti al 30 giugno 2021». Di conseguenza, le banche creditrici possono richiedere all’unanimità l’avvio della procedura di vendita della partecipazione detenuta in Unipol da parte di Holmo, «anche qualora il prezzo del mercato non raggiunga il valore soglia necessario per il complessivo esdebitamento». Da Holmo a Koru. Il vecchio sogno che anche le coop potessero fare finanza per sostenere la propria crescita è diventato un incubo e ora bisogna correre ai ripari investendo altri soldi. Come nella spirale maori.