2019-05-18
Le banche europee si ribellano al grande fratello fiscale di Obama
L'Ebf scrive al dipartimento Usa: «Basta obblighi e multe, altrimenti chiudiamo i conti degli americani». In scia, il Parlamento francese chiede a Emmanuel Macron di rinegoziare gli accordi di trasparenza fiscale univoca.I rapporti tra Europa e Usa sono sempre più tesi. Le banche dell'Ue non vogliono più sottostare agli obblighi di trasparenza e condivisione di dati imposti dalle autorità fiscali a stelle e strisce. La Federazione bancaria europea ha preso carta e penna e scritto al Dipartimento del Tesoro Usa in relazione alla normativa Foreign account tax compliance act (Fatca), introdotta da Barack Obama e che ha come obiettivo contrastare l'evasione fiscale da parte dei cittadini americani, residenti all'estero. Dal 2014, dopo diversi scandali fiscali, gli istituti di credito europei sono obbligati ad identificare i titolari dei conti correnti che hanno nazionalità americana o interessi al di là dell'Atlantico e trasmettere i dati all'Irs, Agenzia delle entrate Usa. Nel caso in cui non avvenisse questa comunicazione (o sia errata) è prevista una sanzione sotto forma di ritenute pari al 30% dei redditi Usa. L'Ebf sottolinea però come non sempre le banche siano in grado di poter identificare in modo corretto la presenza di «reali cittadini» americani su suolo europeo. Gli istituti di credito, prima di inviare i documenti all'Irs, devono verificare senza ombra di dubbio l'apertura di un conto corrente da parte di un cittadino americano. Per fare questo vengono chiesti ai clienti, sospetti di avere un legame con gli Usa, i documenti identificativi, come per esempio il Tax identification number (codice fiscale). Documento che molto spesso non viene fornito dal cliente perché non in suo possesso (se sono infatti solo nati negli Usa, e successivamente tornati nel Paese dei genitori, non hanno i documenti nazionali richiesti).O perché non dichiara tutte le attività. L'Ebf sottolinea inoltre come molto spesso le banche trovano conti correnti inattivi, codici fiscali falsi positivi o che non appartengono a cittadini americani. Molti clienti, inoltre, alla richiesta di dati avanzata dalla banca per adempiere al Fatca, rispondono che loro non sono cittadini americani, dato che hanno lasciato gli Usa 50 anni fa e non sono più tornati o perché sono solo nati in America ma poi la loro vita la stanno facendo in Europa. Questi clienti non hanno dunque un codice fiscale americano e le pratiche per rinunciare alla cittadinanza Usa sono lunghe (la rinuncia può essere fatta solo nei consolati di Londra, Dublino, Berna, Amsterdam, Seoul, Hong Kong, Toronto e Sydney e gli appuntamenti vengono concessi entro i tre/quattro mesi. Dopo un primo colloquio, passeranno altri mesi prima di ottenerne un secondo colloquio. Solo dopo il secondo step iniziano le pratiche per rinunciare alla cittadinanza americana). Se dunque la banca per ovviare a questa mancanza dovesse mettere in corrispondenza del codice fiscali tutti zero, l'Irs ha fatto sapere che questa decisione sarà considerata come un errore e di conseguenza scatteranno le sanzioni. Gli istituti di credito europei si trovano dunque di fronte a un dilemma: continuare a fornire i servizi finanziari a questi soggetti e rischiare sanzioni o interrompere i contratti? Per ovviare a questa situazione nel 2017 il Dipartimento del Tesoro Usa, essendo consapevole dei diversi problemi, ha deciso di non sanzionate, per il 2017, 2018 e 2019 le banche europee che non fornivano il codice fiscale, se contestualmente davano i dati di nascita dei clienti e inviavano la richiesta dei dati fiscali ogni anno. L'Ebf chiede dunque al Tesoro di rendere l'eccezione una regola permanente, anche in chiave futura per tutti i nuovi casi di doppia cittadinanza, altrimenti le banche europee saranno costrette a chiudere i conti ai cittadini americani che sono residenti in Europa. La lettera dell'Ebf arriva inoltre accompagna da altre due decisioni. La prima coinvolge la Francia e la seconda la Commissione Ue. Il Parlamento francese, in un suo rapporto (procedimento aperto un anno fa), chiede al governo di rinegoziare il Fatca per tutti i cittadini francesi con la doppia cittadinanza Usa, in modo da evitare che questi debbano pagare tasse negli Usa, nonostante non abbiamo evidenti legami con il Paese. Dall'altra parte la Commissione Ue, giovedì, ha deciso di multare cinque colossi bancari, tra cui si sono anche Citigroup e JpMorgan per 1,07 miliardi di euro per aver formato due cartelli sul mercato delle transazioni in valuta estera. Nel dettaglio l'Antitrust Ue ha preso due decisioni. La prima impone una sanzione di 811 milioni e 197.000 euro a Barclays, Royal Bank of Scotland, Citigroup e JPMorgan. La seconda impone, invece, un'ammenda di 257 milioni e 682 mila euro a Barclays, Rbs e Mufg Bank. Nel sistema risulta essere «coinvolta» anche la svizzera, Ubs, ma l'Ue ha deciso di non multarla perché è stata lei ha svelare l'esistenza dei cartelli alla Commissione. Ma non finisce qua perché l'Unione europea sta continuando il processo anti Fatca iniziato nel 2018. Il Parlamento un anno fa ha infatti chiesto al Consiglio e alla Commissione di rinegoziare con gli Usa la normativa Fatca, «in particolare per i cosiddetti americani casuali». L'obiettivo è dunque quello di presentare agli Stati Uniti un approccio comune Ue sul Fatca «allo scopo di proteggere adeguatamente i diritti dei cittadini europei e garantire la reciprocità dello scambio di informazioni». Attualmente, gli Usa ottengono tutte le informazioni fiscali che vogliono senza però condividere nulla con gli Stati.
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