
Negli ultimi anni sono usciti diversi libri, scritti ovviamente da attivisti e giornalisti progressisti, per parlare di questo fenomeno. C’è chi invoca una saldatura tra immigrati e sinistra e chi invece minimizza riducendo tutto a fobia nei confronti degli stranieri.C’è voluta l’aggressione fascista, che poi fascista non era, contro il liceo Da Vinci di Genova per sprecare fiumi di inchiostro per arrivare ad affermare l’assurdo: i vandali, ossia i maranza, sono spesso associabili all’estrema destra. Che tradotto vuol dire: quegli immigrati di seconda e terza generazione che indossano il borsello, che tra di loro parlano arabo e che non sono affatto integrati, anche perché non vogliono esserlo, in realtà sarebbero dei fan di Benito Mussolini. Un’assurdità che non sta né in cielo né in terra, ma che è utile a certa stampa per continuare a parlare di allarme fascismo. I maranza però sono tutt’altro. Sono un fenomeno assai complesso, che si è cercato di sdoganare negli ultimi anni. Anche con alcune pubblicazioni. L’anno scorso, per esempio, la casa editrice Derive approdi ha pubblicato il testo dell’autrice franco-algerina Houria Bouteldja, intitolato Maranza di tutto il mondo unitevi. Sottotitolo: Per un’alleanza dei barbari delle periferie. L’idea di fondo del libro è che gli immigrati sono stati messi ai margini dalla sinistra, che non ha mai davvero parlato a loro ma solo ai bianchi. Ora però è arrivato il momento di cambiare questo paradigma - questo il ragionamento di Bouteldja - se si vuole davvero battere la destra. Gli immigrati delle banlieue e i poveri Cristi che non sanno mettere insieme il pranzo con la cena. Tutti uniti contro la destra. Sono, quelli proposti dall’autrice franco-algerina, i «barbari». Termine non casuale.Nel 2023, infatti, è uscito il libro di Louisa Yousufi, intitolato Restare barbari. I selvaggi all’assalto dell’Impero. Ovvero dell’Occidente o ciò che resta di esso. Nel libro, l’autrice si rifà al concetto di barbaro, ovvero di «colui che non può essere addomesticato. Colui che non vuole inserirsi nel recinto dell’Impero e che rifiuta di giustificare la propria umanità». Si tratta, insomma, «del rovesciamento del cittadino e del soggetto civilizzato. I barbari non cercano di ritrovare ciò che erano, ma di resistere a ciò che stanno diventando». Non possono quindi diventare occidentali perché non lo vogliono. Perché vogliono mantenere la propria identità. Quella di «barbari». Quella che si fa note con la musica rap, spesso alternata ai nasheed , i canti arabi tradizionali. L’ultimo ad aver scritto un saggio su questo tema è Gabriel Seroussi, con il suo La periferia vi guarda con odio. Come nasce la fobia dei maranza (Agenzia X). Nel libro, come si intuisce anche dal sottotitolo, la prospettiva è ribaltata. Non ci sono più solo gli immigrati che, dalle periferie, cercano di riprendersi le città, ma si punta soprattutto sulla «fobia» che gli italiani nutrirebbero nei loro confronti. Per questo motivo, l’autore se la prende con Paolo Del Debbio, che ha portato i maranza nei suoi studi e «reo» di portare avanti «una narrazione che demonizza e deumanizza questa figura». Quella del maranza. Nel libro, le violenze che i cittadini raccontano con frequenza inaudita vengono spesso accompagnate dall’aggettivo «presunte», quasi che non fossero reali. Come se nelle nostre strade, in realtà, non ci fosse un allarme maranza. Il punto, secondo l’autore, è che questa figura incarna «due delle categorie sociali più temute dalla maggior parte degli italiani: i giovani e le persone non bianche». Ovviamente non è così. Perché nessuno, nel nostro Paese, ce l’ha con chi è giovane e neppure con chi ha un colore diverso della pelle. Nel volume non può mancare una critica al modo in cui il nostro Paese concede la cittadinanza agli stranieri: «Il carattere discriminatorio delle nostre istituzioni è riscontrabile, per esempio, nell’attuale disciplina dell’acquisizione della cittadinanza». Come se il percorso di una persona dipendesse unicamente da questo. È una visione vittimistica del fenomeno. Una visione che ben si inserisce nella «cultura del piagnisteo» che colpisce le minoranze. Ma che non spiega come mai, molto spesso, i genitori di questi immigrati siano venuti qui, vivendo situazioni peggiori, e siano riusciti comunque a integrarsi. Chi con maggior e chi con minor successo. C’è chi è anche riuscito a realizzarsi nell’ambito lavorativo e oggi gode i frutti del proprio impegno. Ciò che colpisce di questi saggi è la proposta politica che viene data: l’unione di immigrati di seconda generazione con la sinistra. Talvolta estrema. Come abbiamo visto recentemente nelle manifestazioni pro Pal, dove i maranza hanno portato il loro odio verso la società in cui vivono, distruggendo tutto ciò che capitava loro a tiro. E che hanno mostrato il loro disprezzo. Il loro essere barbari rispetto a chi li ha accolti.
Andrea Orcel (Ansa)
L’assemblea di Piazzetta Cuccia suggella le nozze con .il Monte, che fa eleggere Vittorio Grilli alla presidenza e Alberto Melzi d’Eril nuovo ad. Il capo di Unicredit intanto riduce le masse affidate al gestore francese e rilancia il suo piano per dar vita a «campioni europei».
Bill Gates (Ansa)
Incredibile giravolta dell’investitore miliardario in vista della Cop30: «Il clima sta cambiando? Adattiamoci». Poi rilancia: «Il focus sia la sanità». E l’ex ceo di Stellantis, Tavares, affossa i dogmi contro il motore termico.
Ecco #DimmiLaVerità del 29 ottobre 2025. Ospite . L'argomento del giorno è: "La crisi del Pd e i tentativi di dar vita a un partito di centro alleato con la sinistra"
Cesare Parodi (Imagoeconomica)
Giovedì il voto finale in Aula. La sparata di Cesare Parodi mostra che il sindacato delle toghe fa politica. Referendum tra marzo e aprile.






