erika kirk

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La lezione viene dalla vedova di Kirk: la risposta contro il male non è l’odio
Erika Kirk (Ansa)
Erika divulga il libro postumo del marito, un invito a rifiutare l’astio come credo politico.
La soluzione è tutta lì, nel titolo del libro postumo di Charlie Kirk che la sua giovane vedova Erika sta promuovendo in vari talk show televisivi americani. Stop in the name of God (Fermatevi nel nome di Dio) è un manifesto contro la violenza politica e ideologica e allo stesso tempo un invito a un cambiamento interiore. E le due cose sono profondamente collegate: per fermare l’odio non servono leggi che limitino la libertà di espressione, non servono comitati, commissioni e censure come quelle che anche in Italia vanno per la maggiore. Serve piuttosto una visione nuova e diversa, un moto di coraggio e di apertura all’altro, esattamente ciò che Charlie praticava quotidianamente. E il migliore esempio di questo modo di vivere nel mondo è proprio Erika, la donna che ha saputo addirittura perdonare l’assassino di suo marito in mondovisione.
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«Col perdono Erika Kirk diventa leader»
Erika Kirk, la moglie di Charlie (Ansa)
Assuntina Morresi, vicecapo di gabinetto del ministero per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità: «Il suo punto di riferimento non è il partito, ma l’esperienza religiosa. Dio, patria e famiglia lo ha vissuto davvero».
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Ai funerali c’era la gente perbene per cui fare politica è un atto di fede
Erika Kirk, vedova di Charlie, durante il discorso alle esequie del marito a Phoenix (Ansa)
L’America raccolta a Phoenix era pervasa da un fervore spirituale nel quale religione, vita privata e impegno civico non sono separabili. È una coerenza che ha reso gli evangelici come Kirk più attrattivi dei cattolici.
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