2025-10-29
Lagarde «massaia». Scopre il mercato e che la verdura è diventata cara
Il presidente Bce doveva andare tra le bancarelle a Firenze per rendersi conto di quanto costano frutta e verdura: «Ho controllato i prezzi del cibo molto attentamente e sì, sono aumentati». Il timore è che per abbassarli decida di portare su i tassi di interesse.Questo è una sorta di appello alle istituzioni europee: «Tenete la signora Christine Lagarde più lontana possibile dalla realtà e soprattutto dai mercati degli ambulanti e dai mercatini in generale». La raccomandazione vale in modo particolare per il periodo che abbiamo davanti dove ci saranno gli inesorabili mercatini di Natale. La presidente della Bce, ieri, dopo aver visitato il mercato di Sant’Ambrogio a Firenze, ha detto così: «Ho controllato i prezzi del cibo molto attentamente e sì, sono aumentati, ma molto meno rispetto a due anni fa. Ora sono ancora in aumento e sono più alti dell’inflazione media che abbiamo». Già qui ho pensato, nel classico spirito toscano, che fosse una presa per i fondelli di Cristina Laguardia, e invece questa volta la guardia l’ha fatta per davvero: in punta di tacco (perché in punta di diritto è una frana) si è aggirata controllando alla Sherlock Holmes, con tanto di lente di ingrandimento, i prezzi di fagiolini e cachi, mele e pere, carote e asparagi. Di fronte agli asparagi si è soffermata per il prezzo particolarmente alto non sapendo, la signora, che l’ortaggio è fuori stagione e quindi viene importato da altri Paesi con l’aereo cargo. Del resto, penso che la Lagarde per svagarsi entri in un supermercato ogni tanto, salga su un carrello e si faccia spingere dai collaboratori per divertirsi un po’. Credo non vedesse un prezzo reale dagli anni Settata. Eppure, è quella alla presidenza della banca che dovrebbe controllare l’inflazione, cioè l’aumento dei prezzi. C’è voluto che il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea, che si sta svolgendo nel capoluogo toscano, le desse l’occasione di verificare i prezzi dei prodotti alimentari. Avrei pagato oro per assistere a un colloquio tra un gestore di un banco fiorentino e la Lagarde. Auguro alla signora che non l’abbiano riconosciuta perché se qualcuno avesse gridato: «Oh, c’è questa che in Europa tiene a bada l’inflazione!», la verdura gliel’avrebbero data gratis tirandogliela dietro. Povera signora Lagarde, l’avrebbero spettinata magari con un cesto di insalata appiccicato in testa su quella chioma sempre così ben acconciata. Ho l’impressione che lei e Ursula von der Leyen abbiano lo stesso parrucchiere, un po’ tipo la Signora in giallo. Ma torniamo a quello che ha detto: «Quindi abbiamo una media di circa il 2% (di inflazione, ndr) e i prezzi dei prodotti alimentari sono un po’ più alti e dobbiamo assicurarci che continuino a scendere, perché il cibo è importante». Ma vah! Ma pensa te! Abbiamo scoperto in diretta dal mercato di Sant’Ambrogio a Firenze che «il cibo è importate». Giuro: non ci avevamo mai pensato. Per sfortuna della signora della Bce, proprio ieri mattina sono stato al mercato di Bollate, come faccio di solito per Dritto e Rovescio, e ho visto che i fagiolini oscillavano fra i 7 e i 9 euro, una cifra monstre. Delle due l’una, o sono stati incaricati dei funzionari europei di passare al mercato di Sant’Ambrogio e cambiare tutti i cartellini prima della visita della Lagarde diminuendo di prezzi, o la signora non sa fare neanche i conti minimi. Quando costavano tanto costavano 3 o 4 euro al chilo. Non occorre leggere un libro di Stiglitz o di Krugman per dire che sono raddoppiati, non sono affatto aumentati molto meno di due anni fa. Ma sapete cos’è che ci terrorizza di più? È che la signora Lagarde si metta in testa di ridurre il prezzo dei fagiolini stessi con l’unico strumento che ha in mano, che è quello dei tassi di interesse, seguendo questo ragionamento che rasenta il delirium tremens (e che potremmo denominare il Teorema del fagiolino): poiché i fagiolini sono aumentati, è evidente che c’è troppa moneta in giro, quindi aumento i tassi di interesse, così diminuisce anche il prezzo dei fagiolini. A parte che questo è un ragionamento che sembra quello del barone di Münchhausen, che era quello che voleva tirarsi fuori dalla palude tirandosi per i capelli. Ma perché l’hanno portata al mercato? Non le fate vedere la realtà pensando che cambi idea: questi burosauri non cambiano idea di fronte alla realtà, hanno le loro idee sballate sull’economia e se le tengono. Ma con che faccia la presidente della Bce fa delle affermazioni del tipo: «Dobbiamo assicurarci che i prezzi continuino a scendere perché il cibo è importante»? Io, che sono un frequentatore di bar, vi assicuro che il livello del ragionamento economico di quelli che li frequentano sembra quello di un premio Nobel a confronto. Ma poi, con centinaia di persone che lavorano per la Bce, occorre che la signora visiti un mercato fiorentino per rendersi conto dei prezzi dei beni alimentari? Ma che cazzo fanno quelle centinaia di persone? Mandi loro, ogni tanto, per i mercatini di tutta Europa prima di redigere i rapporti, almeno saranno più realistici e, forse, anche più scientifici perché trarranno fonte dalla realtà economica reale e non virtuale.Io spero che i tacchetti della signora si siano infilati tra una pietra e l’altra del mercato: almeno si sarà resa conto di essere su questa terra e di non viaggiare a bordo di un aliscafo che la tiene a debita distanza. Ecco, abbiamo trovato la definizione esatta per il pensiero economico della Lagarde: Teoria dell’aliscafo terrestre; a debita velocità si alza dalla terra, cioè dalla realtà, e da quella posizione prende decisioni sulla realtà stessa a debita distanza, appunto, dalla medesima realtà. Mamma mia come siamo messi. Se uno mettesse insieme un’antologia delle sentenze della Lagarde potrebbe intitolarla: «Trattatello di economia umoristico-delirante». Amen.
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
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