2022-12-15
Lavoratori salvati dallo Sure? «Zero prove»
Per la Corte dei conti dell’Unione è impossibile stabilire se lo strumento, caro a Paolo Gentiloni, abbia funzionato.Lo Sure - ovvero lo strumento di sostegno temporaneo dell’Ue, del valore di 100 miliardi, a favore di lavoratori e imprese colpiti dalla crisi - ha rappresentato una risposta efficace ed efficiente per attenuare i rischi di disoccupazione nell’Ue causati dalla pandemia? La Commissione l’ha attuato in maniera efficiente? Sono le due domande che si è posta la Corte dei conti europea in un audit i cui risultati sono stati presentati ieri. La risposta è un grande boh. Perché, spiega l’audit, «l’impatto di Sure sulla salvaguardia dei posti di lavoro non può essere valutato adeguatamente, in ragione del modo in cui la Commissione ha strutturato il nuovo strumento, nonché della mancanza di dati di qualità a livello nazionale». Per trarre insegnamenti utili per nuovi futuri strumenti di crisi, viene aggiunto dagli auditor, «la Commissione dovrebbe adesso svolgere una valutazione completa del sostegno offerto da Sure. Questa sarà anche l’occasione di osservare in che modo il rischio di frode è stato minimizzato, considerato che tutti gli Stati tranne uno hanno riferito irregolarità e presunte frodi». Nel lungo report viene premesso che la Ue «ha reagito tempestivamente introducendo lo strumento» e ricordato che 19 Paesi hanno richiesto prestiti, e quasi 92 miliardi sono già stati erogati. Di questi, oltre la metà sono andati a Italia e Spagna. La cifra, in realtà, è più alta perché proprio ieri, intanto, la Commissione europea ha erogato oltre 6,5 miliardi a nove Stati membri (Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Grecia, Croazia, Lituania, Lettonia, Polonia e Portogallo) nell’ambito dell’ultima transazione di Sure. Con il nono e ultimo pagamento, il conto sale quindi a 98,4 miliardi. Le erogazioni sono state finanziate dall’emissione da parte della Commissione di 6,548 miliardi di euro di obbligazioni sociali Eu Sure la scorsa settimana. Il problema, ha spiegato la Corte europea nell’audit, è che il pieno impatto sul campo dello Sure non è ancora noto. «Nonostante alcuni elementi indichino che lo strumento ha avuto successo, non ci sono abbastanza dati concreti per valutare il numero dei posti di lavoro di fatto salvati» e il contributo dello strumento nell’attenuare la disoccupazione «non può essere valutato appieno», viene aggiunto. Spiegando che ciò è in parte dovuto al fatto che il suo impatto non può essere distinto da quello dei regimi di sostegno degli Stati membri stessi che «hanno ampia libertà di scegliere in che modo utilizzare le risorse». Inoltre, la normativa non impone alla Commissione di valutare se i sistemi di controllo degli Stati membri siano abbastanza solidi. Gli auditor della Ue sottolineano che le misure di risposta alle crisi come i regimi di mantenimento dei posti di lavoro «si prestano generalmente ad abusi». Nel caso di Sure, 18 dei 19 paesi hanno rilevato casi di irregolarità o frodi, e condotto in tutti i casi indagini che si sono tradotte nel recupero dei fondi utilizzati indebitamente. Stiamo parlando dello strumento che piaceva a Mario Draghi e ancor di più al commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni e al suo collega per il Mercato interno, Thierry Breton, che da ottobre spingono per adottare misure analoghe a quelle già introdotte durante la pandemia. Sostanzialmente, Gentiloni e Breton invocano un nuovo strumento di debito comune contro la crisi energetica sulla falsariga del modello Sure per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza. Per Gentiloni, se vogliamo evitare la frammentazione, ci serve un alto livello di solidarietà. Lo Sure energetico diventerebbe, però, un altro vincolo esterno alla gestione delle aziende, dunque alla crescita dell’Italia, esattamente come il Mes. E come dimostra la valutazione ex post della Corte Ue, non riusciamo nemmeno a sapere se funziona.Nel frattempo, ieri sono usciti anche gli ultimi dati dell’Istat sull’occupazione in Italia. Che sembra stare in piedi perché gli stipendi non salgono e viene calmierata con il «metadone» della vecchia cassa integrazione. Nel terzo trimestre, gli occupati calano di 12.000 unità rispetto al secondo trimestre (-0,1%) mentre aumentano di 247.000 unità rispetto allo stesso periodo 2021 (+1,1% in un anno). Il calo congiunturale si è verificato a seguito della diminuzione dei dipendenti a termine (-59.000, -1,9% in tre mesi) non compensata dall’aumento di quelli a tempo indeterminato (+34 mila, +0,2%) e degli indipendenti (+12.000, +0,2%). Diminuisce anche il numero di disoccupati (-52 mila, -2,6% in tre mesi) mentre quello degli inattivi di 15-64 anni è in leggera crescita (+30 mila, +0,2%). I tassi presentano una dinamica simile: il tasso di occupazione è stabile al 60,2%, quello di disoccupazione è in calo (-0,2 punti) e il tasso di inattività 15-64 anni aumenta lievemente (0,1 punti). I dati provvisori del mese di ottobre segnalano, rispetto al mese precedente, un aumento del numero di occupati (+0,4%) e del tasso di occupazione (+0,2 punti), un ulteriore calo dei disoccupati (-0,4%) e degli inattivi (-0,5%).
Il Gran Premio d'Italia di Formula 1 a Monza il 3 settembre 1950 (Getty Images)
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