2018-12-11
L’Anticristo non è chi non la pensa come noi
In questi mesi Satana sembra particolarmente attivo, evocato, richiamato da una società civile in preda a una certa isteria. Per l'opposizione ha addirittura il volto di Salvini. Lo scrittore Joseph Roth, invece, lo identifica nelle minacce della modernità.«La beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stato convincere il mondo che lui non esiste». Ce lo spiegava Kevin Spacey alla fine di I soliti sospetti una ventina di anni fa mentre scompariva oltre la curva su una Jaguar guidata dal fido Kobayashi. Ma ogni tanto Satana si appalesa, sale a prendere un po' di fresco, inforca qualche gluteo e non si può fare a meno di avvertirne la presenza. In questi mesi sembra particolarmente attivo, evocato, richiamato da una societa civile in preda una certa isteria, che identifica l'Anticristo in colui che semplicemente non la pensa come noi.L'ultima apparizione in ordine di tempo è stata a Uno Mattina, dove il Grande Reprobo si è affacciato alle labbra del sottosegretario alla Famiglia, Cristiano Ceresani, impegnato a presentare il suo libro Kerygma. Il Vangelo degli ultimi giorni. Per spiegare i cambiamenti climatici sul pianeta il politico ha fatto due passi nell'antimateria: «È ovviamente colpa dell'uomo, della sua incuria, della sua avarizia se abbiamo calpestato il pianeta, che è l'unico che abbiamo. Ma nel cuore dell'uomo agisce la tentazione e io nel libro cerco di spiegare come l'azione di Satana, a cui resta poco tempo per prendere di mira il Creato e la Creazione, sia un dato teologico. Mi chiedo: perché nelle Scritture viene evocato uno sconvolgimento del Creato? E lo metto in relazione a quello che sta succedendo oggi, dove gli ultimi dati raccontano i pericoli che sta correndo la Terra e il genere umano».Poiché di questi tempi la vulgata pubblica impone che non si possa andare oltre un materialismo fattuale con la profondità di Maurizio Crozza, il giurista prestato al ministero è stato sbeffeggiato per l'ardita planata sopra le fiamme dell'inferno e qualcuno ha chiesto di convocare un esorcista in Parlamento. È subito arrivato Carlo Calenda via Twitter: «Incredibile. Avrò fatto cinquanta riunioni anche con Ceresani quando lavorava a Palazzo Chigi con Maria Elena Boschi. Non sospettavo questa inclinazione millenaristica. Anche se per la verità nella campagna per il referendum ogni tanto... Satana contro le riforme».Eppure il diavolo aleggia, e non viene banalizzato-ridicolizzato-macchiettizzato ma preso maledettamente sul serio solo in un'occasione: quando ha il volto di Matteo Salvini. In luglio fu applaudita dall'Invincibile Armada laico-progressista una copertina di Famiglia Cristiana intitolata «Vade Retro», con il volto del diabolico vicepremier in primo piano, tenuto a distanza da una tonaca circonfusa di luce. Non trattandosi di uno dei Blues Brothers doveva essere un prete. La spiegazione del sommario non lasciava dubbi: «La Chiesa reagisce ai toni aggressivi del ministro degli Interni. Niente di personale o ideologico, si tratta del Vangelo». Poiché il tema era quello dei migranti da accogliere a braccia aperte, sarebbe interessante conoscere il ruolo in commedia di trafficanti di uomini e Ong che lucravano su una tragedia. Per caso arcangeli? Così dopo Giulio Belzebù Andreotti e l'Orco Silvio Berlusconi, ecco che il Grande Capro avrebbe preso le sembianze del leader della Lega, supportato da seriosa preoccupazione da parte dell'opposizione tutta. Il diavolo è come lo spread: c'è quello da prendere sul serio (se lo evocano a sinistra) e quello da ridicolizzare (se esce dalla bocca dei cattolici). Un altro angelo del male molto creduto e molto sbandierato fu il MacPhisto, personaggio portato sul palco da Bono, il frontman degli U2 con la sindrome di Adriano Celentano: celestiale quando canta, da manicomio quando parla.Anche Bono, di passaggio al Forum di Milano per un concerto, un mese e mezzo fa ha messo in guardia gli italiani da Satana. E lo ha fatto evocando - con la maschera di Mefisto calata sul volto - i movimenti populisti in crescita (i Democratici svedesi, la destra ungherese, il Front national francese): «La mia gente sta arrivando in Europa. Per l'Italia il mio consiglio è Matteo Salvini. Quando sembra che stai risolvendo un problema è come se lo stessi davvero risolvendo. Ricordatevi, hanno tanti nomi, ma hanno sempre la stessa faccia: la mia».Credono in Dio solo la domenica, ridono di Satana ma parlano sempre e solo di lui. Per questa pletora di orantes del pensiero debole c'è un libro perfetto: L'Anticristo di Joseph Roth, ripubblicato in ottobre da Theoria, viaggio potente questa volta non dentro il disfacimento dell'impero austroungarico (Fuga senza fine, La marcia di Radetzky, La cripta dei Cappuccini) ma dentro l'uomo che non riconosce più Satana e da lui si fa prendere per mano. Secondo Roth, l'Anticristo è il male della società contemporanea (Cristiano Ceresani deve averlo letto prima di Corrado Augias) che si annida nelle pieghe delle ideologie dominanti - comunismo ottuso e capitalismo selvaggio -, ma anche ignoranza, scienza fine a se stessa, tecnologia a supporto d'un progresso autocompiaciuto non più al servizio dell'uomo ma dei tecnocrati che lo impongono. Un luogo grigio, affumicato come un salmone natalizio, dove «il Dio di Ferro», il dio delle macchine e della guerra, ha sostituito la giustizia divina.Siamo nel 1934, incombe la minaccia nazista, quella bolscevica sta facendo danni da quasi 20 anni e la lungimiranza di Roth arriva a intravedere oltre la coltre buia altre due minacce della modernità allegra: il cinema («dove il problema è che nella vacuità di Hollywood non muore mai nessuno») e la comunicazione del pensiero globale senza distinguo, senza differenze, senza sensibilità. Come se avesse ben presente il pericolo diabolico della «televisiun che la te 'ndurmenta cume un cujun» (copyright EnzoJannacci) e del superficiale e compiaciuto storytelling caro ai social network. Famiglia Cristiana lo usa per fare politica, Bono per riprendere fiato sul palco, il sottosegretario Ceresani per parlare del suo libro. Calenda, povero figlio, non sospettava, ma Satana esiste eccome. All'inferno è un eroe positivo e non si parla che di lui.