2025-11-27
La corsa a normare rapporti e affetti rende la Chiesa un esempio di laicità
Marco Pannella alla manifestazione «No Vatican No Taliban» nel 2007 (Getty Images)
Marco Pannella, uno che il quadro attuale porta a rimpiangere, diceva che «da vecchi i compagni comunisti si scoprivano radicali». Forse Augusto Del Noce ne avrebbe sorriso; però il presente sembra piuttosto indicare che gli eredi culturali della sinistra assomigliano, ad ogni età, soprattutto a caricature di preti immanenti. Intesi come distributori di regole che rincorrono gli altrui vizi: quei soggetti insomma contro cui lo stesso leader radicale inneggiava l’immortale «No taliban no Vatican».È la sinistra di oggi, intesa non come declinazioni partitiche ma come approccio pre-politico, a meritarsi quegli strali: perché è quel mondo che sta tentando di scaricare, in Italia e in Europa, una messe regolatoria in ambito socio-educativo-affettivo da suonare solo apparentemente paradossale negli eredi del ’68. Christopher Lasch, infatti, già nel 1979 aveva colto sottotraccia una tendenza che si sarebbe rivelata potentissima in certo progressismo: «La socializzazione della produzione», spiegava nel formidabile La cultura del narcisismo, «si rivelò il preludio della socializzazione della riproduzione stessa - la delega delle funzioni educative a genitori sostitutivi responsabili non davanti alla famiglia ma davanti allo Stato, all’industria privata o al proprio codice di etica professionale. Nell’avvicinare le masse alla cultura, l’industria pubblicitaria, i mass media, il servizio sanitario, l’assistenza sociale e le altre agenzie dell’istruzione di massa assunsero gran parte delle funzioni che appartenevano alla famiglia e assoggettarono le rimanenti alla direzione della scienza e della tecnologia moderne. È in questa prospettiva che va vista l’appropriazione da parte della scuola di molti dei compiti educativi che in passato spettavano alla famiglia, compreso l’addestramento manuale, le faccende domestiche, le norme di buona educazione e l’educazione sessuale».Siamo all’oggi, con la proliferazione di norme sull’educazione affettiva, sulle varie forme di unione, contro i discorsi d’odio, fino al contestato ddl «bipartisan» sul «consenso», oggetto di una discussione che i fautori delle famose prerogative del Parlamento liquidano come cinico temporeggiamento sulla pelle delle donne. C’è molto di una religione senza metafisica in questa frenesia contemporanea del voler proteggere gli individui da sé stessi, nel codificare comportamenti, affetti, reati, consumi, in ambiti talmente delicati da rendere spesso comici tali tentativi, non producessero effetti molto meno divertenti sul piano del diritto e del buon senso. A ben vedere, non è una questione che riguardi solo i partiti della sinistra: proprio per questo appare fondamentale definire, lungo queste coordinate, un’offerta politica che sappia fare i conti con queste istanze e almeno identifichi alcune contraddizioni enormi. Come mai il progressismo, che nasce in rottura di convenzioni e tradizioni, si specializza in normativizzazione esasperata? Può una politica di alveo conservatore consegnare alla magistratura, in piena campagna referendaria contro le cosiddette «toghe politicizzate», uno strumento normativo prima e processuale poi che inverta l’onere della prova in modo da trasformare più o meno chiunque in potenziale indagato? Più in generale, può sposare una concezione della libertà (di espressione, di educazione dei figli, dei rapporti tra persone, attorno alla morte) come gentile concessione dello Stato? Un altro grande pensatore, Byung Chul-Han, di recente ha scritto che «la crisi della libertà nella società contemporanea consiste nel doversi confrontare con una tecnica di potere che non nega o reprime la libertà, ma la sfrutta. La libera scelta viene annullata in favore di una libera selezione tra le offerte». È questo «menu» cui tende molta proliferazione normativa, forma sottile e totale di potere. La stessa che fa risaltare per contrasto l’idea di libertà che arriva dalla Chiesa: nella recente «Una caro» la Congregazione per la dottrina della fede esprime una concezione del sesso (tra coniugi) molto più laica e umana di tanta sinistra. In attesa un Pannella che lo faccia notare.
Elly Schlein, Roberto Fico e Giuseppe Conte (Ansa)
Giulia Bongiorno (Imagoeconomica)