
Il collegio sindacale chiede conto dei lavori senza gara affidati dall'istituto alla Mizar, la stessa azienda che ha ristrutturato l'attico di Gabriella Di Michele. Affidamenti diretti per almeno 400.000 euro assegnati dalla dg, all'epoca alla guida della direzione Lazio.Lo scoop della Verità sulla ristrutturazione dell'attico di Lady Inps, la direttrice generale Gabriella Di Michele, abruzzese, classe 1959, ha creato sconquasso: prima il magistrato della Corte dei conti delegato al controllo interno ha scritto al dirigente delle risorse umane e al dg, poi (è il nuovo sviluppo) il collegio dei sindaci ha chiesto informazioni al direttore regionale del Lazio, alla dg e al presidente. E c'è anche un durissimo comunicato sindacale. Due inchieste interne, proprio mentre saltano fuori altri lavori affidati alla ditta che ha eseguito la ristrutturazione negli anni in cui Lady Inps guidava la direzione regionale del Lazio.La ristrutturazione fatta a casa Di Michele (soggiorno, tre camere, cucina e due bagni, più terrazza e due balconi nell'elegante quartiere romano di Monteverde), come svelato dalla Verità, è del 2012 ed è legata alla Cila numero 41953, ovvero alla comunicazione di inizio lavori asseverata. A presentarla è stato, il 22 maggio 2012, l'architetto Achille Elia, un professionista che è dirigente dell'Inps di massimo livello. All'epoca, quando la Di Michele era direttrice regionale del Lazio, era il coordinatore tecnico edilizio della stessa regione, ossia un sottoposto di Lady Inps. Poi, quando la Di Michele ha fatto il balzo sulla poltronissima da dg, ai tempi di Tito Boeri presidente, anche l'architetto Elia ha fatto un salto professionale. Ed è diventato coordinatore generale tecnico edilizio dell'ente di previdenza. Per asseriti motivi di amicizia, la Di Michele si è astenuta nella determinazione presidenziale (numero 142 del 22 novembre 2018), ma senza accenni al fatto che il professionista aveva avuto un ruolo nella ristrutturazione della casa. A creare interesse è anche l'impresa chiamata a rendere più bello l'appartamento: la Mizar appalti srl, ditta romana dei fratelli Edoardo e Ubaldo Vitale: il primo, con il 62,5% delle quote, è l'amministratore, il secondo, originario come la Di Michele della provincia dell'Aquila, è il presidente (con il 22,5%. Ma la provenienza dei due non è il dettaglio più curioso. La Mizar ha ottenuto lavori dalla sede regionale del Lazio, di cui la Di Michele era direttrice tra il 2008 e il 2014, molti dei quali assegnati attraverso la procedura del cottimo fiduciario, un affidamento diretto, senza gara, per importi che non superano i 200.000 euro. Nel solo 2013, anno che segue la ristrutturazione, la Mizar ha ottenuto lavori dall'Inps per circa 250.000 euro. Ad aprile e a dicembre 2013, per esempio, la ditta ha preso due lavori rispettivamente da 91.504,08 e da 125.337,52 euro per la sede di Rieti. Ma anche per gli uffici di via Regina Margherita a Roma (che coincide con la Direzione regionale del Lazio), incassando 30.981,49 euro. Ma non è l'unico anno di incarichi a go go per la Mizar. Nel 2012 le vengono affidati dalla Direzione regionale del Lazio altri lavori. C'è ad esempio un intervento per una infiltrazione d'acqua da poco più di 2.000 euro. Oppure una verifica e consolidamento facciate nella sede di Latina da 41.000. E, ancora, per ritocchi nella sede di Frosinone, altri 55.000 euro. La firma sull'impegno di spesa è di Lady Inps, quella che attesta la regolarità della fattura emessa dall'impresa, invece, è dell'architetto Elia. Così come quella sull'ordinativo di pagamento. Si calcola che tra il 2003 e il 2012 la Mizar si sia beccata lavori per 803.230 euro (oltre 400.000 tra il 2008 e il 2012, gli anni che interessano al collegio sindacale). Eppure, la Di Michele alla Verità aveva detto: «Un lavoro da 250.000 euro alla Mizar con cottimo fiduciario? Impossibile noi non abbiamo fatto cottimi fiduciari e comunque non glieli ho dati io». Parole smentite dalla documentazione. E ora, per il periodo d'interesse, il collegio dei sindaci dell'Inps ha chiesto, «in relazione ai fatti rappresentati dal quotidiano la Verità, il tempestivo invio di copia conforme di tutta la documentazione inerente gli affidamenti alla società Mizar». Ma non è l'unica inchiesta interna. Il magistrato della Corte dei conti delegato al controllo interno Inps, Antonio Buccarelli, in relazione alla Cila firmata dall'architetto Elia, ha chiesto «di conoscere se i professionisti dell'Istituto siano abilitati a svolgere attività libero professionale e in caso di risposta affermativa, se necessitino di autorizzazione preventiva». È partito all'attacco il sindacato Usb: «La scrivente organizzazione sindacale ha atteso che gli organi dell'Inps smentissero i gravi fatti riportati». E siccome l'ente è rimasto in silenzio davanti all'inchiesta documentata della Verità, l'Usb chiede chiarezza direttamente al numero uno Pasquale Tridico: «Lei, signor presidente, deve attivarsi immediatamente per chiarire eventuali responsabilità amministrative, e nel caso dovessero ravvisarsi responsabilità penali, rivolgersi senza indugio alla magistratura». Il caso, insomma, rischia di finire in Procura. E con il clima che ora si respira ai piani alti dell'ente previdenziale, Lady Inps dovrebbe anche proporre l'assegnazione di alcuni incarichi dirigenziali di livello generale in scadenza. «Inopportuno», secondo il sindacato.
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