2019-11-18
La Trenta si tiene la casa da ministro grazie al marito. E grida al complotto
Dopo il suo addio al governo, l'alloggio è passato al coniuge, maggiore dell'esercito. Ma lei ha già un appartamento a Roma.In via Raimondo Montecuccoli non vedevano così tante telecamere da quando, era il 1945, Roberto Rossellini stava girando la scena clou di Roma città aperta. Era la ripresa in cui Anna Magnani (Pina), durante un rastrellamento delle Ss, veniva falciata davanti al portone del palazzo in cui viveva. Un clima di guerra che, in senso metaforico, si vive in questi giorni dentro al Movimento 5 stelle, dove sarebbe in corso, a sentire l'ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta, un complotto ai suoi danni. Davanti allo stesso stabile della scena della morte della Magnani, in queste ore sono riapparse le telecamere per una polemica immobiliare che riguarda proprio la Trenta. Sul citofono ci sono ancora i nomi della Trenta e del marito, il maggiore dell'esercito Claudio Passarelli. Qui la politica grillina possiede un appartamento di 3,5 vani, che però ha lasciato ad aprile, quando ha ottenuto l'alloggio di servizio nella meno popolare via dell'Amba Aradam, con vista sull'obelisco lateranense. Sullo stesso piano della casa in via Montecuccoli è in vendita un trilocale di 80 metri a 195.000 euro. Gli affitti si aggirano sui 700 euro. Insomma prezzi popolari. Valori ben diversi in via dell'Amba Aradam, dove per 75 metri quadri si va ben oltre i 300.000 euro.Qui la coppia si è trasferita in un palazzo di proprietà del ministero della Difesa, dove dovrebbero essere alloggiati militari di alto grado e ministri senza una dimora nella capitale. Su questo passaggio di residenza è scoppiata la polemica dopo che Il Corriere della sera ha fatto presente che, scaduto il mandato da ministro, l'appartamento di via dell'Amba Aradam, ben più spazioso, è stato destinato al maggiore Passarelli, che incidentalmente è anche il signor Trenta. Qui l'ufficiale dovrebbe pagare un canone forfettario molto contenuto. Lui e la ex ministra, come detto, abitavano in via Montecuccoli, con vista sulla ferrovia. Ma il panorama offriva anche altre meraviglie, come il deposito dell'Atac e la tangenziale est. Giuseppe, 48 anni, montatore di impianti per l'aria condizionata, abita di fronte alla vecchia casa della grillina. Lui e l'allora capitano Passarelli portavano a spasso i cani insieme: «Appena ha potuto, la Trenta ha tagliato la corda. Se voleva rimanere del popolino non si doveva cercare una casa di cinque camere in una zona più prestigiosa. Ha chiesto una nuova casa pochi mesi prima che zompasse da ministro e ora che ha preso possesso della nuova dimora figurarsi se la lascia. E io pago come diceva Totò». La nuova abitazione ieri era assediata dalle telecamere e il portiere invitava i giornalisti a uscire e a rivolgersi al ministero della Difesa. La famiglia Trenta abita al secondo piano di una palazzina rosa e a garantire la sua privacy ci ha pensato una signora americana, moglie di un generale, che strillava a tutti: «Chiamo i carabinieri». Lei, l'ex ministra, ha provato a chiarire sfruttando la visibilità della sua pagina Facebook e specificando che in quell'appartamento avrebbe comunque diritto di rimanere sino al 5 dicembre (tre mesi dopo il giuramento del nuovo governo): «Come è noto, mio marito è ufficiale dell'esercito italiano con il grado di maggiore e svolge attualmente un incarico di prima fascia, incarico per il quale è prevista l'assegnazione di un alloggio del medesimo livello di quello che era stato a me assegnato (infatti a me non era stato concesso un alloggio Asir, cosiddetto di rappresentanza, ma un alloggio Asi di prima fascia). Pertanto, avendo mio marito richiesto un alloggio di servizio, per evitare ulteriori aggravi economici sull'amministrazione (a cui competono le spese di trasloco, eccetera), è stato riassegnato lo stesso precedentemente concesso a me, previa richiesta e secondo la procedura».In realtà, un maggiore, stando al regolamento consultabile sul sito della Gazzetta ufficiale, non avrebbe diritto a un appartamento di prima fascia. Ma nella premessa del documento si legge che «gli incarichi contenuti nell'elenco possono essere oggetto di variazioni o aggiornamenti connessi con sopravvenute esigenze operative e funzionali delle forze armate».Il maggiore oggi lavora al quinto reparto affari generali della Difesa che, coincidenza, si occupa proprio degli alloggi. Da capitano Passarelli era di stanza alla direzione nazionale degli armamenti, ufficio strategico che gestisce contratti e acquisti, dove era addetto alla segreteria del vicedirettore nazionale agli armamenti. Un ufficio importante che, però, avrebbe potuto creare dei conflitti d'interesse con la carica della moglie. E allora, come primo atto assoluto, la Trenta lo fece trasferire. «Per una questione di opportunità», si disse. Questione che oggi si è riaffacciata prepotentemente.Il capo dei pentastellati Luigi Di Maio l'ha scaricata: «Sicuramente il marito avrà il diritto, ma è opportuno che lasci quell'alloggio, poi farà la richiesta per ottenere l'appartamento come tutti gli ufficiali dell'esercito, seguendo la normale graduatoria». La Trenta ha prefigurato complotti, definendo la giornalista del Corriere «strumento di qualcuno che da due giorni mi attacca». In effetti sabato, era saltato fuori che quando la Trenta era docente della Link campus university (divenuta celebre per il caso della presunta spia Joseph Mifsud) aveva fatto domanda per entrare nell'Aise, il nostro controspionaggio, ed era stata bocciata. E ora che è tra i candidati alla segreteria dei 12 facilitatori del M5s, una sorta di direttorio che dovrà fungere da collegamento tra i Palazzi e il territorio, a rallentare la sua corsa c'è la storia della casa.Ma sulla facciata dell'edificio di via Montecuccoli è scolpita una massima: «Faber suae quisque fortunae», ciascuno è artefice della propria sorte. Una frase che l'ex ministra, in futuro, dovrà tenere a mente.
Jose Mourinho (Getty Images)