2021-08-26
La start up sostenuta da Sace realizza le fattorie verticali amate da Conte
La controllata di Cdp, che passerà al Mef grazie a un progetto dell’ex premier, ha smobilizzato i crediti Iva di Planet farmsLo scorso 13 agosto, nel bel mezzo di un’estate rovente e con mezza Italia in ferie, l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e attuale presidente dei 5 stelle ha vergato una lunga missiva al Corriere della Sera nella quale ha fatto ammenda degli errori del Movimento, tacciato di aver guardato troppo ai territori meridionali, con un maldestro tentativo di instaurare un dialogo con l’elettorato del Nord Italia. Nella sua lettera, infatti, Conte è inciampato in una clamorosa gaffe sui bambini di Milano in povertà (20.000, invece che 200.000 come ha scritto l’ex premier): «Sarà importante inoltre pianificare la realizzazione di vertical farms nelle periferie per produrre cibo in maniera sostenibile nel prosieguo dell’eredità che Expo 2015 ha lasciato alla città, con l’ambizioso obiettivo di rendere Milano autosufficiente, a livello alimentare, per il 2050», ha scritto Conte colorando la sua battaglia contro la povertà infantile con una bella pennellata green. La sparata dell’avvocato a 5 stelle ha subito scatenato feroci battute e meme sui social. Eppure le fattorie verticali sognate da Conte per Milano stanno già diventando una realtà grazie ai soldi della Sace, la controllata di Cdp che assicura i crediti alle imprese esportatrici. A pagina 26 del rapporto annuale della società, spunta infatti il finanziamento di Sace fct, divisione del gruppo specializzata nel factoring, alla start up mianese Planet farms, attiva nelle coltivazioni indoor e verticali «che rispettano i pilastri della tradizione dell’agrifood made in Italy». Ebbene, Sace fct ha smobilizzato i crediti Iva a beneficio della Planet farms «per la realizzazione della vertical farm più vasta e all’avanguardia d’Europa». Sinergie green. Messe in campo proprio dalla società controllata dalla Cassa depositi e prestiti, e dunque a partecipazione pubblica, assai cara all’ex premier. Su Sace si è consumato uno scontro feroce sui vertici tra l’ormai ex ad della Cassa, Fabrizio Palermo - indicato ai tempi dal M5s - e la tecnostruttura del Tesoro. Prima con Giovanni Tria e poi con Roberto Gualtieri. Ora Sace sta inoltre per tornare al ministero dell’Economia. Caduto l’ostacolo dell’Antitrust, l’acquisizione del Tesoro dalla Cassa depositi e prestiti potrebbe essere formalizzata nelle prossime settimane, con un decreto ministeriale, dieci anni dopo il cambio di casacca della società pubblica. L’operazione, che vale oltre 4 miliardi e che esclude dal perimetro la partecipazione di Sace in Simest (la controllata che supporta l’internazionalizzazione delle aziende), sarà concretizzata dal ministro Daniele Franco ma a metterla in piedi è stato il governo Conte. Ed è stato proprio Giuseppi, da premier, a gestire la trattativa. Quanto alla Planet farms, la start up è controllata dall’omonima holding costituita nel marzo 2018 che ha chiuso il bilancio 2020 con una perdita di 447.832 euro (rispetto ai - 33.284 euro del 2019) . Il 91,12% della società è posseduta da una altra cassaforte, la Monticello holding, partecipata al 60% da Luca Travaglini e al 40% da Daniele Benatoff, i fondatori di Planet farms. Ma il resto del capitale della start up è diviso in piccole quote tra un affollato salottino di azionisti. In cui spuntano anche nomi noti del jet set non solo meneghino: come quello di Giorgio Valaguzza (ex compagno di Barbara Berlusconi), Ginevra Rossini (nipote di Salvatore Ligresti ed ex storica di Luigi Berlusconi e Marcantonio Brandolini d’Adda) e anche la Red circle di Renzo Rosso. Il patron della Diesel, per altro, sta lavorando con il governo e Confindustria a una ricognizione delle eccellenze made in Italy per renderle competitive in chiave eco. «Sto monitorando le aziende di 13 settori e in autunno partiremo a farle scoprire in Cina, Usa e in giro per il mondo», ha detto in una recente intervista l’imprenditore che ha anche investito personalmente in alcune società «verdi» con un portafoglio di partecipazioni che spazia dall’ecommerce di ortofrutta Cortilia fino appunto all’ultima scommessa su Planet farms che ha già costruito una vertical farm a Cavenago, in Brianza, ma punta a realizzare altri tre impianti, due in Italia, sempre a Nord, e uno all’estero. Le fattorie verticali sono state inventate da Dickson Despommier, professore alla Columbia university che pensò di far sviluppare la crescita dei prodotti in verticale per risparmiare terreno e sfamare il numero più alto possibile di persone in un pianeta sempre più sovrappopolata. L’idea fondamentale è: non produco dove posso e quando posso, ma dove serve tutto l’anno. Una filosofia che appassiona da sempre il creatore del Movimento, Beppe Grillo, ma anche Davide Casaleggio se la svolta green coincide con il business di start up e digitalizzazione. E se a lanciare la volata è la Sace, che Conte voleva far diventare il braccio finanziario del suo governo grazie alle garanzie statali, ancora meglio.