2019-01-25
La Sea Watch punta dritta alla Sicilia. Di Maio la rimbalza verso la Francia
Dopo sei giorni in mare con 47 persone a bordo, la nave dell'Ong tedesca è al largo di Siracusa: «È in arrivo una tempesta». Stavolta, però, il M5s sembra unito sulla linea dura: «Inviamo aiuti ma ora tocca a Macron».Gli ultrà dei porti aperti se li contendono. Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando: «Venite qui». Luigi De Magistris fa eco: «Napoli è aperta». E Fabio Fazio su Twitter infilza Matteo Salvini: «Disumano».Lo speciale contiene due articoli.Un ricatto. Politico, ma pur sempre un ricatto. La nave olandese Sea Watch 3, della omonima ong tedesca, si trova da ieri pomeriggio a 12 miglia marine dalla costa siciliana, per la precisione di fonte a Siracusa, e chiede di attraccare in Italia. «Sul nostro mare», scrive la ong su Twitter, «si sta abbattendo un ciclone mediterraneo, fenomeno meteo piuttosto raro con onde di 7 metri, pioggia e vento gelido. Sea Watch sta navigando in questa tempesta cercando un riparo con a bordo 47 naufraghi soccorsi sabato scorso». Già, sabato scorso. Sono passati ben sei giorni da quando la nave ha recuperato 47 naufraghi, che si trovavano a bordo di un gommone in avaria, partito dalla Libia e diretto verso l'Italia. Da quel giorno, come si può facilmente verificare analizzando la sua rotta, Sea Watch 3 non ha fatto altro che dirigersi verso la nostra costa. Il motivo è molto semplice: le ong, con la complicità della sinistra (o viceversa) perseguono un obiettivo politico: destabilizzare il governo italiano, incrinare la solidità della maggioranza, far litigare Lega e M5s facendo leva sulla pelle della povera gente, come è accaduto esattamente due settimane fa.Ricordate? Sui migranti a bordo della Sea Watch e della Sea Eye, il premier Giuseppe Conte e il vicepremier Luigi Di Maio, diedero il via libera all'accoglienza in Italia di donne e bambini, facendo imbestialire il vicepremier Matteo Salvini, che non era stato informato della decisione del governo. Fu necessario un vertice notturno a Palazzo Chigi per trovare la quadra grazie all'aiuto della Chiesa Valdese, che accettò di accogliere una quindicina di migranti. «La prossima volta, meglio incontrarsi prima», commentò Salvini. La prossima volta è arrivata, e il governo non ricadrà nella stessa trappola, tanto è vero che ieri Di Maio ha commentato la situazione con parole chiarissime: «La nave Ong Sea Watch», ha scritto Di Maio su Facebook, «che sta navigando verso la Sicilia, avrà da parte del governo italiano, qualora ne avesse bisogno, supporto medico e sanitario. Dopo di che, invito a puntare la prua verso Marsiglia e far sbarcare le persone sul suolo francese, anziché aspettare inutilmente nelle acque italiane per giorni. Come stabilito a giugno 2018 nel Consiglio europeo», ha aggiunto Di Maio, «le responsabilità dell'Europa sull'immigrazione sono condivise. Sul Mediterraneo non si affacciano solo l'Italia, la Grecia o la Spagna. Ma anche la Francia. E deve fare la sua parte».Dare la sensazione di essere divisi incoraggia le Ong a insistere nella sfida all'Italia: a corroborare le parole di Di Maio è arrivata così una nota ufficiale sottoscritta dai membri della commissione Affari esteri del M5s: «Quello che ha ribadito Luigi Di Maio», recita il documento, «è ciò che sosteniamo da sempre. Se è vero che l'Europa è unita deve dimostrare di condividere non solo i benefici, ma anche le responsabilità. Sappiamo che la Ong Sea Watch sta navigando verso la Sicilia e come sempre ricordiamo che noi siamo pronti a fare la nostra parte. Abbiamo a cuore la vita delle persone in mare perciò siamo pronti, se ce ne fosse bisogno, a dare supporto medico e sanitario, ma tutti devono prendersi una fetta del problema. La Francia, che nei Paesi africani ha grosse colpe, accolga i migranti della Sea Watch, anche perché», prosegue la nota, «come giustamente sottolineato dal nostro capo politico Di Maio, sul Mediterraneo non si affacciano solo Italia, Grecia e Spagna. Diciamo basta all'Europa dei figli della gallina bianca, adesso è il tempo dell'Europa del cambiamento».Matteo Salvini, quindi, questa volta ha tutto il governo dalla sua parte. «Ennesima provocazione: dopo aver sostato per giorni», ha commentato il ministro dell'Interno su Twitter, «in acque maltesi, Sea Watch 3 con 47 persone a bordo si sta dirigendo verso le nostre coste. Nessuno sbarcherà in Italia. Siamo pronti a mandare medicine, viveri e ciò che dovesse servire, ma i porti italiani sono e resteranno chiusi». «Un'imbarcazione olandese, con equipaggio straniero», ha poi aggiunto Salvini a Stasera Italia, su Rete4, «che sta per giorni nelle acque maltesi, senza che nessuno dica nulla e poi si dirige verso l'Italia. Siamo un Paese con delle leggi, con delle regole e con dei confini, che dà rispetto ma che lo pretende. Non è questa o quella associazione privata che decide le norme sull'immigrazione. Siamo disponibili come sempre ad aiutare, a mandare dottori, cibo e medicinali, però in Italia si arriva con il permesso. Se questi signori», ha aggiunto Salvini, «pensano di continuare ad aiutare gli scafisti con il loro traffico di esseri umani, con l'Italia hanno sbagliato a capire. L'unico modo per salvare vite è far salire queste donne e questi bambini sugli aerei se scappano davvero dalle guerre. Metterli in mare e fargli attraversare deserti e il Mediterraneo in balia di delinquenti, non è la soluzione. Mi risulta di essere ancora indagato e di rischiare ancora 15 anni di carcere per aver difeso i confini italiani. Continuerò a farlo. Se vorranno indagarmi un'altra volta, lo facciano. Gli italiani mi pagano lo stipendio per difendere i confini di questo paese», ha concluso Salvini, «e io continuerò a farlo».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/la-sea-watch-punta-dritta-alla-sicilia-di-maio-la-rimbalza-verso-la-francia-2626995182.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="risuona-la-grancassa-dellaccoglienza" data-post-id="2626995182" data-published-at="1758065385" data-use-pagination="False"> Risuona la grancassa dell’accoglienza Lo stanco rituale delle dichiarazioni contro la politica sull'immigrazione di Matteo Salvini si perpetua sempre uguale a se stesso, e vede protagonisti anche in questo caso i sindaci di Palermo e Napoli, Leoluca Orlando e Luigi De Magistris. I due cercano di lucrare un po' di visibilità strumentalizzando la questione. Leoluca Orlando ha inviato una lettera al comandante della nave Sea Watch 3. «Di fronte», ha dichiarato Orlando, «alle ennesime tragedie del mare causate da politiche criminali e criminogene dell'Europa e dell'Italia e di fronte all'impegno umano e civile di chi salva vite umane, chiediamo con urgenza che nel rispetto della Costituzione italiana e del diritto internazionale, sia garantito al più presto un approdo sicuro. Come sempre», ha aggiunto Orlando, «Palermo, con il suo collaudato sistema di accoglienza che coinvolge tanti soggetti pubblici e privati e una vasta rete sociale di solidarietà è pronta ad accogliere questi naufraghi e gli uomini e le donne che li hanno salvati da morte certa». All'insegna del copia e incolla le dichiarazioni di De Magistris: «Il porto di Napoli», ha detto il sindaco partenopeo, «è aperto ad ospitare donne e uomini che rischiano di morire in mare. Ci sono interlocuzioni a vari livelli, siamo pronti ad accogliere. Lo diremo sempre finchè ci saranno governi disumani che agiscono in maniera antigiuridica. Lasciare persone a rischio di morte in mezzo al mare», ha aggiunto De Magistris, «è un atto disumano e che va in violazione alle regole generali del diritto internazionale e della navigazione». A sparare a zero contro Salvini, stavolta in merito allo smantellamento del Cara di Castelnuovo di Porto, è arrivato anche Fabio Fazio: «Lo sgombero del Cara di Castelnuovo di Porto», ha twittato il conduttore della Rai, «è un'ulteriore prova di disumanità e incoerenza. Cancellare ogni tentativo di integrazione aumenta l'insicurezza. E soprattutto aumenta disperazione e ingiustizia». «Il milionario», ha ribattuto Salvini, «(a carico degli italiani) dice che sono disumano. Più si arricchiscono, più perdono il contatto con la realtà. Incassa che ti passa, io vado avanti nel nome del buon senso e del rispetto delle regole. Bacioni». L'Arci si è rivolta alle alte cariche istituzionali: «Chiediamo al presidente della Repubblica Sergio Mattarella», ha scritto l'associazione, «alla presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati e al presidente della Camera Roberto Fico di farsi promotori verso il governo del rispetto dei principi della nostra Costituzione e del diritto internazionale e quindi di permettere alla nave della Sea Watch, attualmente in prossimità delle acque territoriali italiane, di entrare in un porto e procedere alle operazioni di sbarco e primo soccorso dei 47 migranti salvati in mare ora a bordo». Un identico appello è stato sottoscritto da 20 organizzazioni: la stessa Arci, A Buon Diritto, Actionaid, Amnesty International Italia, Asgi, Associazione Papa Giovanni XXIII, Cir, Cnca, Emergency, Focus Casa dei Diritti Sociali, Intersos, Legambiente, Medecins Du Monde Missione Italia, Medici per i Diritti Umani, Medici Senza Frontiere, Mediterranean Hope Programma Rifugiati e Migranti, Oxfam, Salesiani per il Sociale, Save the Children Italia, Terre Des Hommes.