2024-08-30
La Schlein rediviva non scioglie nessun nodo
Dopo una lunga pausa estiva, il segretario del Pd torna a parlare senza dire nulla. Il partito aspetta di sapere le sue decisioni sulla candidatura in Liguria (Orlando resta in pole) e sull’alleanza con Renzi, che ha tenuto banco nelle ultime settimane.Elly Schlein torna a parlare in pubblico, ad Abbadia San Salvatore, in provincia di Siena, dopo la lunga pausa estiva, ma non scioglie i dubbi né sulla questione della scelta del candidato alla presidenza della Liguria per il centrosinistra né sulla effettiva possibilità di (ri)accogliere nella coalizione anche Matteo Renzi. In Liguria, ricordiamolo, si vota il 27 e il 28 ottobre, e sia il centrodestra che il centrosinistra sono al lavoro per individuare i candidati per la successione a Giovanni Toti. «In tutti i territori costruiremo alleanze per battere il centrodestra», dice la segretaria del Pd rispondendo ai cronisti, «in Liguria siamo al lavoro con la speranza di costruire una coalizione vincente; in Emilia-Romagna abbiamo costruito una bella coalizione intorno a Michele De Pascale, che è già in campagna elettorale e recentemente abbiamo chiuso una bella coalizione attorno alla sindaca di Assisi, Stefania Proietti, che si è candidata e la ringrazio per la sua preziosa disponibilità. Il nostro giudizio sul governo di centrodestra in Liguria è pessimo. In tutti i territori costruiremo alleanze per battere le destre che sono il nostro avversario. La ricandidatura di Giani in Toscana? È», risponde la Schlein, «un discorso prematuro». Anche Emilia-Romagna e Umbria vanno al voto in autunno (le date precise non sono state ancora stabilite): per il dopo-Bonaccini, contro De Pascale il centrodestra ha in campo Elena Ugolini; in Umbria per il centrodestra si ricandida la presidente uscente, Donatella Tesei, che tra gli sfidanti il sindaco di Terni Stefano Bandecchi di Alternativa Popolare e la Proietti. La questione più spinosa riguarda quindi la Liguria, dove il centrosinistra spera di conquistare la guida della regione approfittando dell’inchiesta che ha coinvolto Giovanni Toti. Spera e aspetta; il candidato «naturale», per molti osservatori, sarebbe il dem Andrea Orlando, spezzino, ex ministro della Giustizia e del Lavoro. Orlando ha dato la sua disponibilità a candidarsi, ma il M5s ha risposto mettendo in campo il senatore genovese Luca Pirondini. La Schlein non scioglie i dubbi, ma mette in chiaro i rapporti di forza nel fronte giallorossoverde: «L’esito delle Europee», sottolinea Elly, «dimostra che non può esserci alternativa alle destre senza la nostra comunità. Io non perdo tempo nelle polemiche con le altre forze di opposizione, il nostro avversario è il governo di Giorgia Meloni». Alcune nostre fonti molto ben informate ci disegnano il quadro attuale per quel che riguarda la Liguria. Innanzitutto, il nome del candidato alla presidenza verrà ufficializzato entro al massimo un paio di giorni. A quanto ci risulta, Orlando e Pirondini sono costantemente in contatto e chiunque sarà il candidato, l’altro lo sosterrà con determinazione. L’impressione è che alla fine il M5s convergerà su Orlando. Abbiamo anche chiesto a un esponente autorevole del M5s ligure se il braccio di ferro in atto tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo possa incidere sulla situazione, ricevendo una risposa netta: «Se c’è un tema sul quale i due sono d’accordo», dice il nostro interlocutore, «è che in Liguria serve una coalizione compatta». La battaglia tra Conte e Grillo, però, indebolisce oggettivamente il M5s. Intanto, Italia viva vorrebbe entrare a far parte della coalizione, ma le perplessità da parte dei dem e dei pentastellati sono tante, e c’è un dato che non può essere sottovalutato: i renziani sostengono al Comune di Genova il sindaco di centrodestra Marco Bucci. Il M5s e molti dirigenti del Pd hanno più volte sottolineato questo aspetto della questione, sottolineando come ogni ragionamento dovrebbe essere preceduto dall’addio dei renziani alla maggioranza di Bucci, ma ieri l’unico assessore di Iv presente nella giunta di Genova, Mauro Avvenente, ha detto chiaro e tondo che intende restare al suo posto. «Ho avuto occasione», dichiara Avvenente, «di scrivere un messaggio nella chat di Italia viva dove ho ribadito quello che ho già avuto occasione di dire al sindaco. Noi due anni e mezzo fa facemmo una scelta, una scelta che anche allora fu molto dibattuta, ma una scelta di stare dalla parte del sindaco del fare che aveva dimostrato e sta ancora dimostrando la trasformazione di questa città. E così continueremo. Il nostro appoggio al sindaco Marco Bucci e alla sua politica di realizzazione di infrastrutture per il rilancio della città di Genova che guarda all’Europa, che guarda al mondo, è totale e assoluta». Insomma, a sinistra le grane abbondano: il M5s è dilaniato dalle faide interne, il Pd che sembrava aver ripreso un po’ di vigore si sta incartando sulla opportunità di riaccogliere Renzi. Una prospettiva talmente autolesionistica in termini politici, quella di rimettersi nelle mani di chi ha fatto crollare il governo giallorosso, che non si spiega se non per un motivo: Elly Schlein sogna davvero Palazzo Chigi e ritiene che i voti dei renziani possono essere determinanti per farle vincere le prossime politiche. Eppure la Schlein sa bene, o almeno dovrebbe sapere, che in politica due più due non fa sempre quattro, e che sia la base del Pd che quella pentastellata è fermamente contrari all’allargamento della coalizione a Italia viva, manovra che tra l’altro spingerebbe definitivamente Carlo Calenda e Azione tra le braccia del centrodestra, con soddisfazione di Mariastella Gelmini e (forse) anche di Mara Carfagna.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.