Veto del governo sull’eurotassa energetica

Veto del governo sull’eurotassa energetica
Gasdotto (iStock)
Come anticipato da Giancarlo Giorgetti, Roma all’Ecofin si opporrà all’assalto fiscale su gas, benzina e gasolio. Ed è pronta a esercitare il diritto di stoppare le accise che produrrebbero 25 miliardi di euro di costi per l’Italia. Dietro la proposta danese c’è la Germania.

Si annuncia un clima piuttosto caldo, oggi a Bruxelles, in occasione della riunione dei ministri delle Finanze dell’Unione europea, il Consiglio economia e finanza (Ecofin). I ministri sono chiamati a trovare un accordo sulla revisione della direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici (Dte). Questa proposta di riforma, che risale al 2021 e il cui scopo dichiarato è allineare la tassazione ai sempre «ambiziosi» obiettivi climatici europei, rappresenta un amaro cascame della politica green dell’Unione europea e del pacchetto Fit for 55.

Dopo il nostro scoop si muove anche il Csm. Partono le verifiche sulle accuse di Amara
Piero Amara (Imagoeconomica)
Sul caso delle manovre per affossare colleghi, tra cui Palamara, due laici del centrodestra e un togato vogliono vederci chiaro.

Il caso del presunto inginocchiamento del pm Mario Formisano davanti all’indagato Piero Amara approda al Consiglio superiore della magistratura e potrebbe portare alla riscrittura di un importante capitolo di storia giudiziaria di questo Paese, con tanto di ritorno di Luca Palamara sul presunto luogo delitto, Palazzo Bachelet.

Giacomo Rocchi: «Vi spiego perché la riforma non è contro i magistrati»
Giacomo Rocchi (Imagoeconomica)
  • «Per noi anzi può essere una purificazione», spiega il presidente di sezione della Corte di Cassazione.
  • E il capo della Procura di Padova, Antonello Racanelli, invita i colleghi a non far guerra alla politica: «Maggioranza legittimata dal voto, sì alla separazione delle carriere».

Lo speciale contiene due articoli

Food Talk | La cucina è delle donne

Al di là degli stereotipi e delle banalità politicizzate, parliamo del rapporto fra le donne e la cucina. Dalla quotidianità ai grandi ristoranti.

L’Ilva è stata massacrata dalle inchieste flop. Il green è la mazzata finale
Acciaieria Ilva (Getty)
Il cappio della sinistra e dei pm sta uccidendo la più grande acciaieria d’Europa. Un omicidio in nome della salute che affossa il Paese e punisce 6.000 dipendenti.

Quando an che l’ultimo altoforno sarà spento, sulla storia dell’Ilva calerà il sipario e si potrà scrivere un libro per spiegare a scuola le ragioni del declino industriale dell’Italia. Immagino già il ti tolo: Così si uccide un’azienda. Sottotitolo: Eutanasia della più grande acciaieria d’Europa. Perché è questo ciò che accadrà. E a dire il vero sta già accadendo: nei prossimi giorni, 5.700 dipendenti saranno messi in cassa integrazione, poi a gennaio diventeranno 6.000. In pratica, il polo siderurgico di Taranto verrà messo in standby. Nessuno ufficialmente dirà di aver staccato la spina, ma la sostanza è questa. Lo dice il sindacato, che invoca l’intervento dello Stato per evitare la chiusura. Ma se anche il governo volesse, per l’Ilva non potrebbe fare niente, perché 13 anni di inchieste e processi hanno fatto il vuoto intorno alla fabbrica.

Le Firme

Scopri La Verità

Registrati per leggere gratuitamente per 30 minuti i nostri contenuti.
Leggi gratis per 30 minuti
Nuove storie
Preferenze Privacy