2019-06-24
I centri sociali occupano l’università
e poi ci fanno i soldi con i rave party
Studente si ferisce a morte cercando di entrare senza pagare il biglietto a un rave abusivo organizzato dai collettivi alla Sapienza. Un malcostume tollerato da anni nell'ateneo romano, che censurò Benedetto XVI ma accoglie come un eroe Mimmo Lucano.La Sapienza non è solo la più grande università d'Europa, oltre che una delle più antiche d'Italia: è anche l'università che, pur essendo stata fondata per volere di papa Bonifacio VIII più di 700 anni fa, ha impedito a un pontefice come Benedetto XVI di parlare. Tutti quanti credo ricordino la scandalosa mobilitazione che tolse la parola a Ratzinger, colpevole solo di non essere gradito ai collettivi studenteschi di sinistra e a un nucleo di rivoluzionari che sono invecchiati male coltivando l'anticlericalismo come forma di lotta politica. Tuttavia, questo straordinario ateneo, che rifiutò di ospitare il Santo Padre anche solo per una lectio magistralis, accoglie senza problemi bande di ragazzi che di notte e abusivamente all'interno degli spazi universitari organizzano party a base di droga e musica. Ovviamente il tutto a pagamento, perché gli spazi sono occupati illegalmente, ma gli organizzatori dei concerti in cui si balla e si sballa fanno pagare un «regolare» biglietto. L'appropriazione abusiva dell'università va avanti da parecchio tempo, praticamente da anni, nell'indifferenza generale, ma l'altra notte c'è scappato il morto e così, quello che tutti sapevano ma facevano finta di non vedere, è diventato impossibile da nascondere. L'università trasformata in una gigantesca discoteca abusiva, dove migliaia di persone la notte si danno appuntamento, senza che nessuno controlli. Poco più di un mese e mezzo fa, sul prato dell'ateneo era stata organizzata la Teppa Fest, ovvero il festival della teppaglia. L'altra sera i collettivi studenteschi che spadroneggiano dentro l'università, invece, si erano dati appuntamento per la Notte Bianca. Peccato che la notte si sia subito tinta di rosso, con un ragazzo di 25 anni che, per non pagare il biglietto d'ingresso di una festa abusiva e illegale, ha cercato di scavalcare la recinzione della Sapienza, ferendosi gravemente. Cadendo sull'inferriata, il giovane si è reciso l'arteria femorale e, nonostante l'intervento di un'ambulanza, non c'è stato nulla da fare. In pochi si sono accorti della tragedia e di quello studente in fin di vita: sommersi dal frastuono, nessuno o quasi ha sentito la sirena del pronto intervento e a migliaia hanno continuato a ballare e a divertirsi.Ovviamente la colpa non è di chi non si è accorto di nulla mentre un ragazzo agonizzava a causa dell'incidente. E nemmeno si può attribuire esclusivamente la responsabilità a uno studente che cercava di non pagare un biglietto preteso senza alcun diritto. No, la tragedia pesa sulle coscienze degli organizzatori del rave e di chi, fino a oggi, ha voltato lo sguardo da un'altra parte. Va bene che Roma è la capitale del caos, ossia una città che giorno dopo giorno sprofonda nell'anarchia, con i mezzi pubblici che si incendiano in pieno centro per scarsa manutenzione, l'immondizia abbandonata agli angoli delle vie principali, le stazioni della metropolitana chiuse per settimane in quanto non si riescono a trovare i pezzi di ricambio delle scale mobili, i crateri aperti in ogni strada con gravi rischi per automobilisti e motociclisti. Tuttavia, l'esproprio degli spazi di un'università va oltre tutto ciò e spiega più di ogni commento come intere zone della capitale siano fuori controllo e come l'abuso sia diventata la regola. Non basta che dei palazzi privati siano occupati dai centri sociali e trasformati in una specie di comune. Non è sufficiente che uno di questi edifici, in cui si tengono concerti a pagamento proprio come alla Sapienza, sia benedetto dall'Elemosiniere vaticano, il quale si è occupato personalmente di riallacciare abusivamente la corrente elettrica senza peraltro farsi carico della bolletta. No, ora ci sono anche i rave party all'università, dove quasi ogni notte va in scena una lezione di illegalità. Del resto, di fronte a tutto ciò, come si fa a stupirsi visto che alla Sapienza, dopo aver impedito a papa Benedetto XVI di parlare, hanno accolto come un eroe il sindaco di Riace. Arrestato con accuse pesanti connesse all'immigrazione e allontanato dal Comune che aveva trasformato in una specie di personale ufficio di accoglienza, Mimmo Lucano è stato ammesso all'università come una star, perché evidentemente chi è sospettato di violare la legge alla Sapienza è ben accolto e può salire in cattedra. Sabato sera, però, la lezione di illegalità si è conclusa con un morto e nessuna autorità si può voltare dall'altra parte. Non lo possono fare i vertici dell'università, non lo possono fare la questura e il Viminale, non lo può fare la Procura. La vittima del rave abusivo ha dei responsabili. E tra questi di certo ci sono gli organizzatori del party illegale e, moralmente, anche chi fino a ieri ha ignorato l'esproprio universitario. Ai gestori delle discoteche e delle manifestazioni si chiede di garantire la sicurezza delle persone. Agli abusivi della Sapienza che fanno affari sulla pelle dei giovani, invece, che cosa si chiede?
Ecco #DimmiLaVerità del 31 ottobre 2025. Ospite il senatore di FdI Guido Castelli. L'argomento del giorno è: " I dettagli della ricostruzione post terremoto in Italia Centrale"
Foto Pluralia
La XVIII edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona si terrà il 30 e 31 ottobre 2025 al Çırağan Palace di Istanbul. Tema: «Nuova energia per nuove realtà economiche». Attesi relatori internazionali per rafforzare la cooperazione tra Europa ed Eurasia.
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta quest’anno a Istanbul, dove il 30 e 31 ottobre 2025 si terrà la sua diciottesima edizione al Çırağan Palace. L’evento, promosso dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con la Roscongress Foundation, avrà come tema Nuova energia per nuove realtà economiche e riunirà rappresentanti del mondo politico, economico e imprenditoriale da decine di Paesi.
Dopo quattordici edizioni a Verona e tre tappe internazionali — a Baku, Samarcanda e Ras al-Khaimah — il Forum prosegue il suo percorso itinerante, scegliendo la Turchia come nuova sede di confronto tra Europa e spazio eurasiatico. L’obiettivo è favorire il dialogo e le opportunità di business in un contesto geopolitico sempre più complesso, rafforzando la cooperazione tra Occidente e Grande Eurasia.
Tra le novità di questa edizione, un’area collettiva dedicata alle imprese, pensata come piattaforma di incontro tra aziende italiane, turche e russe. Lo spazio offrirà l’occasione di presentare progetti, valorizzare il made in Italy, il made in Turkey e il made in Russia, e creare nuove partnership strategiche.
La Turchia, ponte tra Est e Ovest
Con un PIL di circa 1.320 miliardi di dollari nel 2024 e una crescita stimata al +3,1% nel 2025, la Turchia è oggi la 17ª economia mondiale e membro del G20 e dell’OCSE. Il Paese ha acquisito un ruolo crescente nella sicurezza e nell’economia globale, anche grazie alla sua industria della difesa e alla posizione strategica nel Mar Nero.
I rapporti con l’Italia restano solidi: nel 2024 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato 29,7 miliardi di euro, con un saldo positivo per l’Italia di oltre 5,5 miliardi. L’Italia è il quarto mercato di destinazione per l’export turco e il decimo mercato di sbocco per quello italiano, con oltre 430 imprese italiane già attive in Turchia.
Nove sessioni per raccontare la nuova economia globale
Il programma del Forum si aprirà con una sessione dedicata al ruolo della Turchia nell’economia mondiale e proseguirà con nove panel tematici: energia e sostenibilità, cambiamento globale, rilancio del manifatturiero, trasporti e logistica, turismo, finanza e innovazione digitale, produzione alimentare e crescita sostenibile.
I lavori si svolgeranno in italiano, inglese, russo e turco, con partecipazione gratuita previa registrazione su forumverona.com, dove sarà disponibile anche la diretta streaming. Il percorso di avvicinamento all’evento sarà raccontato dal magazine Pluralia.
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