Il 21 settembre atteso un nuovo rialzo della Fed. L’aumento del costo del denaro impatterà sul settore digitale. L’esperto: «Si salverà chi, come Apple, non avrà difficoltà a ribaltare il problema sui clienti».
Il 21 settembre atteso un nuovo rialzo della Fed. L’aumento del costo del denaro impatterà sul settore digitale. L’esperto: «Si salverà chi, come Apple, non avrà difficoltà a ribaltare il problema sui clienti».I mercati azionari mondiali hanno affrontato una settimana complicata (giù di circa il 3% a livello mondiale) dopo i toni taglienti del governatore della Banca centrale americana, Jerome Powell, che ha fatto presagire un nuovo aumento dei tassi il prossimo 21 settembre. Secondo il Fed watch tool, strumento utilizzato per monitorare i tassi americani, esiste attualmente una probabilità del 70% che la Federal reserve aumenti nuovamente l’intervallo target per il tasso sui Fed funds di 75 punti base, portandolo dal 3 al 3,25%. Solo una settimana fa, le probabilità erano circa del 50%.In effetti, «le dichiarazioni di Powell hanno causato una diffusa discesa degli indici azionari in tutto il mondo e in particolare proprio negli Stati Uniti dove il rialzo dei tassi d’interesse è considerato veleno soprattutto per i titoli “growth”, ovvero soprattutto i tecnologici (e che costituiscono una fetta importante della capitalizzazione) le cui valutazioni sono più sensibili al costo del denaro», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf.D’altronde, il dibattito fra gli economisti sulla recessione oltreoceano sarà molto ampio. In questi giorni ha voluto dire la sua anche il premio Nobel per l’economia Richard Thaler secondo cui, nonostante sia vero che gli Stati Uniti hanno registrato due trimestri consecutivi di contrazione economica, sarebbe «ridicola» l’idea di una recessione negli Usa. «L’economia sta crescendo, sta solo salendo leggermente più lentamente dei prezzi», ha detto Thaler. L’esperto considera comunque gli Stati Uniti come una delle economie più forti al mondo anche per il basso tasso di disoccupazione e un livello record di posti di lavoro non ancora occupati.Intanto, sono in molti a ritenere che il dollaro Usa resti al momento la valuta più importante dove rifugiarsi e quella che è salita questo mese ai livelli più alti degli ultimi 20 anni. Questo, nonostante i conti degli Stati Uniti non siano splendenti se si guarda al disavanzo delle partite correnti e alle numerose contraddizioni accentuatesi con la presidenza Biden. I mercati comunque guardano con attenzione a Wall Street (che rappresenta quasi il 60% dell’indice Msci world) e fra i titoli o panieri preferiti (soprattutto Etf) ci sono quelli di società con forti flussi di cassa. «Si tratta di società con marchi forti e capaci di trasferire senza grandi problemi alla clientela eventuali aumenti di prezzi», spiega Gaziano, «È il caso, per esempio, di Apple che è stata in questi anni in grado di aumentare i prezzi dei suoi prodotti, a volte in modo massiccio, senza perdere clienti e mantenendo una redditività straordinaria sul capitale investito».Lo stesso vale per Berkshire Hathaway, il colosso di Warren Buffett che in tre anni ha reso quasi il 60%. Per chi ama la diversificazione, inoltre, i fondi e gli Etf che investono sul mercato americano non mancano e sono molti quelli che in tre anni hanno offerto rendimenti superiori al 50% anche in questi tempi di crisi.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





