2018-07-09
La più anziana consigliera d’Italia: «Io, eletta a 92 anni. A mia insaputa»
Non ha chiesto voti, ma gli abitanti di Monforte San Giorgio l'hanno scelta. Eliana Giorli: «Il paese? Non lo conosco». Da sempre comunista, non ama la sinistra di oggi. «Renzi? Una volta la politica era una cosa seria». Eliana Giorli è la consigliera comunale più anziana d'Italia. A 92 anni è stata eletta, alle ultime amministrative, nel comune di Monforte San Giorgio, nel messinese. La lista con la quale era candidata non ce l'ha fatta. Ma il seggio per lei è scattato lo stesso grazie al numero di preferenze raccolte. «Del resto siamo sempre stati all'opposizione», racconta Eliana, la nonnina comunista (ex partigiana) diventata, dopo i risultati elettorali, una piccola star del paese. Eliana, data l'età, ha qualche problemino con l'udito, ma per il resto è in una forma smagliante. E soprattutto, ricorda tutto.Congratulazioni. Come ha festeggiato?«A casa, con la famiglia». È stata dura la campagna elettorale?«In realtà non l'ho seguita molto».Come non l'ha seguita?«Non l'ho seguita».Nemmeno un comizio?«No, solo una sera ho letto, in pubblico, un paio di poesie scritte da me. Mi sono ritrovata, a sorpresa, eletta in un paesino che non conoscevo nemmeno». Perché lei non vive qui.«Vivo vicino, a Milazzo».Lei entra in Consiglio comunale a 92 anni: non è tardi per appassionarsi alla politica?«Ma io sono sempre stata appassionata. Sempre stata comunista. Ho anche fatto la staffetta partigiana».Lei non è siciliana.«No, sono toscana. Sono nata a Poggibonsi, in provincia di Siena».Non parla siciliano?«Solo poche parole».Tipo?«Iddu, idda, u petrusinu…».Cos'è?«Il prezzemolo. Alcune parole ho dovuto per forza impararle altrimenti non avrei potuto nemmeno cucinare».Come è arrivata in Sicilia?«Nel 1952 il Pci mi mandò qui a Milazzo per la campagna elettorale. Fu allora che conobbi mio marito Tindaro. Era in sezione. Me lo presentarono come avvocato La Rosa, ma lui non era avvocato. Non si era potuto laureare».Vi fidanzaste in campagna elettorale?«No, perché io ero diffidente. I miei genitori mi avevano detto: «Non ti sposare un siciliano». Così io rifiutai a lungo la sua corte».Le elezioni le avete vinte?«No. Solo avuto quattro consiglieri. Vinse la Dc. Ero già allora in minoranza. Come adesso. Sarà destino (ride, ndr). Va bene così».E con suo marito Tindaro?«Quando sono tornata in Toscana ha cominciato a mandarmi lettere e cartoline. Profumavano di gelsomino. Due anni dopo ci siamo sposati». Così lei torna in Sicilia e si batte per le gelsominaie, le raccoglitrici di fiori…«Erano brave donne, le abbiamo aiutate a non farsi intimidire dai padroni: non davano loro assistenza, contributi, nulla. Lavoravano scalze con i piedi nel fango ed erano obbligate a portare, di notte, i bambini a raccogliere i fiori. Abbiamo lottato per i loro diritti».Come?«Con gli scioperi! Molte di loro sono anche andate in carcere. Ma ce l'abbiamo fatta».Oggi chi li raccoglie i gelsomini?«Nessuno. Non ci sono più. Un po' come il Pci». Chi ha votato il 4 marzo?«Che domande, ho sempre votato comunista!».Ma stavolta non c'era il Pci.«C'era, c'era. Su un simbolo c'era la falce e il martello!». Alla fine comunque non ha vinto nessuno. E il governo l'hanno fatto Di Maio e Salvini. Le piace Salvini?«No, no, per carità». E i Cinque Stelle?«Nemmeno».Ma lì in Sicilia e, in generale, al Sud, il Movimento 5 Stelle ha preso tantissimi voti.«È stata una sorpresa».Intanto però la sinistra è sparita.«La sinistra non è sparita. È solo un po' nascosta. La verità è che non ci sono più i grandi dirigenti di una volta…».Chi le manca di più?«Berlinguer, Togliatti, la Iotti».Che cosa pensa di Renzi?«Che cosa vuole che le dica? È un bravo ragazzo. Ma quando io ero giovane la politica era una cosa seria». Ora non è più cosi?«Direi di no: solo chiacchiere, canzonette e balletti».Oggi la politica lavora molto con internet, i social… Lei sa cos'è Facebook?«Cosa dice?!?».Facebook, Twitter?«Non capisco, parli in italiano».Mezzi moderni, diciamo così.«Non ho il computer, il telefono non lo so far funzionare, guardo solo un po' le notizie alla tv, sono rimasta un po' indietro…». Le fanno paura?«No, anzi. Ma una società che parla solo attraverso questi mezzi tecnologici che società è? Il vero problema, infatti, è che oggi le persone non si conoscono davvero».A parte questo nuovo incarico pubblico, cosa fa? Come passa le giornate?«Mi godo la famiglia: i figli, i nipoti. Faccio l'uncinetto e scrivo poesie».Quando ha iniziato a scrivere poesie?«Durante la guerra». Mi legge quella che le piace di più?«Certo. Ti vidi arrivare libertà, / lacera, ferita, ma pur bella…».