2025-06-13
La maggioranza s’è desta: tripletta di emendamenti per salvare le Euro 5
Ursula von Der Leyen (Ansa)
Fdi chiede un rinvio di due anni. La Lega vuole ridurre i Comuni interessati (solo dai 100.000 abitanti). Fi sollecita le Regioni.Il blocco della circolazione delle auto Euro 5 a partire da ottobre e fino a luglio in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna può essere considerato (salvo clamorosi imprevisti) scongiurato. Tutti e tre i partiti di maggioranza hanno presentato emendamenti al dl Infrastrutture in commissione Trasporti alla Camera e i tempi per l’approvazione definitiva da parte del Parlamento sono comodi: un dl dev’essere convertito in legge entro 60 giorni e questo sulle Infrastrutture è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 21 maggio. Il termine ultimo per il via libera definitivo è quindi il 20 luglio. «Sono molto fiera», dice alla Verità la deputata di Fdi Gaetana Russo, componente della commissione Trasporti di Montecitorio, «di aver presentato, insieme ai colleghi di Fdi Raimondo, Amich e Giovine, nel dl infrastrutture, che verrà incardinato a breve per l’esame in commissioni Trasporti e Ambiente, e che dovrà essere licenziato dai due rami del Parlamento entro il 20 luglio, l’emendamento con cui chiediamo di posticipare al primo ottobre 2027, e non al 2025, l’entrata in vigore del divieto di circolazione per i veicoli diesel Euro 5 nei Comuni con più di 30.000 abitanti delle regioni del bacino Padano. È un emendamento che riguarda le regioni Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna, e che segnala al governo la necessaria gradualità nel porre in essere misure di tutela della qualità dell’aria. «È evidente», aggiunge la Russo, «che il contrappeso all’urgenza della lotta all’inquinamento, sia la debita ponderazione delle difficoltà che ricadrebbero su milioni di cittadini, lavoratori e famiglie, nel trasporto quotidiano. Per questo, e fermi i paralleli interventi già chiesti in sede europea sul green dal gruppo di Fdi, a oggi riteniamo che, senza misure strutturali e di sostegno, il blocco rischi di trasformarsi in una penalizzazione ingiusta per chi non ha le risorse per sostituire il proprio veicolo, né si può chiedere ai cittadini italiani, in assenza di interventi graduali o compensativi, di svendere la propria vettura e correre ad acquistarne un’altra. La proroga di due anni», sottolinea ancora la parlamentare di Fdi, «consentirà di avviare un percorso equilibrato, favorendo investimenti e incentivi per il rinnovo del parco auto e predisponendo alternative che non mettano in difficoltà le famiglie». La Lega da parte sua continua la battaglia: «Faremo di tutto», scrive Matteo Salvini sui social, «per evitare il blocco degli Euro 5, che danneggerebbe milioni di italiani solo per fare contente Ursula e Greta. La Lega ha presentato un emendamento ad hoc al decreto Infrastrutture. E a livello europeo continuiamo a credere che il Green deal andrebbe abolito, sta solo aumentando l’inquinamento a livello globale (con Cina e India che bruciano carbone e aumentano le emissioni) e chiudendo le fabbriche in Europa». L’emendamento del Carroccio prevede un solo anno di rinvio e non due come quello di Fdi, ma contiene anche altre misure, come spiega il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, primo firmatario: «Il nostro emendamento», sottolinea Molinari, come riporta la Dire, «prevede il rinvio di un anno ma, soprattutto, la possibilità per le Regioni di non applicare più il blocco adoperandosi per mettere in campo delle misure alternative per la riduzione dell’inquinamento. In più, la parte sostanziale del nostro emendamento è che prevede che anche un eventuale blocco si applichi non più alle città sopra i 30.000 abitanti ma in quelle sopra i 100.000, una grande differenza». Lunedì inizierà l’esame dell’ammissibilità degli emendamenti presentati al dl Infrastrutture in commissione Trasporti alla Camera: sono circa 700. Si muove anche Forza Italia: «Già nel 2023, raccogliendo e attuando l’impegno del ministro Pichetto Fratin», argomenta il deputato e responsabile del dipartimento Energia di Fi Luca Squeri, «il nostro governo aveva stabilito lo slittamento del blocco delle vetture Euro 5 nelle regioni del bacino padano. Oggi, che ci troviamo di nuovo a far fronte al rischio che scatti il blocco il prossimo ottobre, riteniamo sia necessario intervenire nuovamente. Per questo abbiamo presentato un emendamento al dl Infrastrutture che propone il rinvio del blocco al primo ottobre 2026. Allo stesso tempo, chiediamo che le Regioni adottino tutte le misure necessarie per assicurare ai proprietari di veicoli di classe inferiore a Euro 5, utilizzati per lavoro o per le esigenze di vita, delle percorrenze chilometriche annuali. È poi necessario che, entro il primo ottobre 2025, le Regioni modifichino i propri piani di qualità dell’aria», spiega Squeri, «riducendo le emissioni inquinanti derivanti dagli impianti di riscaldamento e climatizzazione».Infine c’è da registrare il caso dell’Emilia-Romagna, l’unica regione interessata dal blocco governata dalla sinistra, che rischia di non poter beneficiare delle modifiche introdotte dagli emendamenti del centrodestra. Lancia l’allarme il capogruppo di Fi in Regione, Pietro Vignali. «Purtroppo», avverte Vignali, «l’unica amministrazione regionale che fino a oggi non ha dato disponibilità ad attivarsi per evitare questo divieto è quella dell’Emilia-Romagna il cui presidente Michele De Pascale non ha firmato la nota congiunta in quella direzione dei suoi colleghi di Veneto, Lombardia e Piemonte. È un fatto molto grave dovuto alle pressioni degli estremisti ambientalisti. Al governatore De Pascale chiediamo quindi di ripensarci e di condividere prima che sia troppo tardi soluzioni alternative al divieto con tutta l’Assemblea regionale».
Alfredo Mantovano (Imagoeconomica)
Ranieri Guerra (Imagoeconomica). Nel riquadro, Cristiana Salvi