2020-04-27
Tutte le carte che inguaiano Zingaretti
Nei documenti della regione Lazio la prova che il Pd sapeva dei problemi nelle forniture, ma ha insistito per completarle. E ora mente pure sulla polizza e, per la rescissione dei contratti, dà la colpa ai giornali. Il sito della Seguros Dhi-Atlas a cui la Regione Lazio guidata da Nicola Zingaretti ha affidato la protezione dei propri soldi ieri era bloccato e sulla pagina si leggeva «Prossimamente». Insomma Andrea Battaglia Monterisi, imprenditore imputato in un processo di camorra, ha provato a cancellare le informazioni che offriva su Internet della società che spacciava in Italia come compagnia assicurativa.Per esempio, il 20 aprile ha emesso due fideiussioni per un importo complessivo di 14 milioni a beneficio dell'agenzia della Protezione civile laziale. Il contraente della polizza farlocca è la Eco Tech Srl a cui il 25 aprile la Regione ha revocato tre affidamenti per 7,5 milioni di mascherine Ffp3 e Ffp2 marchiate 3M. Adesso l'azienda dovrà restituire quasi 14 milioni di caparre entro fine mese e, se non ci riuscirà, toccherà alla Seguros coprire il buco. Ma pensare che lo farà rasenta la fantascienza. Ancora più incredibile è che il capo della Protezione civile laziale, Carmelo Tulumello, nelle determinazioni firmate sabato si risenta perché testate giornalistiche di «rilevanza nazionale», La Verità in primis, si sono occupate della vicenda causando alla Regione «un indicibile grado di discredito» e accusando «l'amministrazione e i propri dirigenti di inadeguatezza e di assenza di capacità professionale».Purtroppo per l'ex capo dei vigili di Rieti i documenti in nostro possesso ci danno ragione. Per esempio dalle revoche del 25 aprile apprendiamo che già a marzo, quando la Regione chiede conto dei primi ritardi alla Eco Tech, l'azienda risponde con mail non certificate in cui non dava nessuna certezza sulla «concreta tempistica» delle forniture. A quel punto la Protezione civile prova a inviare qualche diffida, ma visto l'infruttuoso ping pong, Tulumello, tra il 29 marzo e il 2 aprile, decide di revocare gli affidamenti. E qui come abbiamo raccontato, dopo il «gatto» Eco Tech, compare sulla scena la «volpe» Exor Sa, società riconducibile a Paolo Antonio Balossi, imprenditore milanese attualmente sotto indagine per un'indebita compensazione di crediti Iva fittizi. E la Regione «Pinocchio» cade nel tranello. L'avvocato Giorgio Quadri, a nome della Eco Tech, fa sapere che i suoi clienti si sono appoggiati alla Exor, «distributore ufficiale 3M», con la «conseguente disponibilità a eseguire la prestazione entro 5/10 giorni». La Regione se la beve e Tulumello il 9 aprile decide, però, di passare il cerino al capo della Direzione salute Renato Botti, già subcommissario alla sanità di Zingaretti nel 2014, chiedendogli «se ritenesse necessario procedere ad acquisire i Dpi oggetto del contratto dichiarato risolto». Lo sventurato Botti rispose, evidenziando «la necessità di acquisire i Dpi oggetto della suddetta fornitura, “nella tipologia e consistenza proposta"». Per questo Tulumello il 10 aprile fa rivivere due dei tre contratti risolti. E inserisce nella determina quella che ha tutto l'aspetto di essere una clamorosa bugia: «La Eco Tech Srl […] rilascia idonea garanzia fideiussoria a prima richiesta», la più sicura. Peccato che quella polizza sia ancora in altissimo mare. Per Tulumello la Eco Tech, il 15 aprile, lo informava via mail di aver pagato il premio della «polizza assicurativa» da 10 milioni euro alla società Itc international brokers Srls e il 16 la stessa Itc «confermava la circostanza della ricezione del pagamento del premio e la conseguente operatività della copertura assicurativa della polizza». Ma per il direttore della Itc, Maurizio Derine, le cose sarebbero andate diversamente: «Non corrisponde al vero che la mia società abbia fornito alla Eco Tech Srl le polizze Seguros Dhi-Atlas Ltd e il signor Tulumello e la stessa Regione sono a conoscenza delle falsità contenute nelle revoche firmate il 25 aprile». Esistono prove di quanto afferma? «Il 18 aprile ho avvertito via posta elettronica la Eco Tech, con Tulumello in copia, che la Seguros, con cui facevo da intermediario, avrebbe inviato la garanzia il 20 aprile».In effetti nel messaggio elettronico, di cui La Verità è in possesso, si legge: «L'emissione della polizza sarò effettuata dalla Compagnia lunedì (20 aprile, ndr) in quanto, come comunicatovi, i fondi sono arrivati solo venerdì pomeriggio e la nostra banca ancora non ce ne dato la disponibilità». Quindi il 16 aprile non poteva esserci nessuna «operatività della copertura assicurativa», contrariamente a quanto scritto da Tulumello. Il 17 scade l'ulteriore proroga per la consegna delle forniture. Il 18 la Eco Tech chiede un altro rinvio di 12 giorni e si impegna a fornire una seconda polizza da 4 milioni di euro a integrale copertura dell'acconto versato. Però, alle 15.30 del 20 aprile, la polizza non è ancora arrivata a Roma e allora, dopo aver ricevuto una doppia diffida, Derine rispedisce al mittente il bonifico da 160.000 euro. Mentre succede tutto questo, la Regione, pubblicamente, non ammette le difficoltà e il vicepresidente della giunta Daniele Leodori, sempre il 20 aprile, va in commissione Bilancio a riferire che c'è la polizza e che il consolato italiano di Shanghai ha verificato che è in partenza un volo per l'Italia con la merce a bordo. Nelle stesse ore la Seguros, che evidentemente ha scavalcato Derine, invia a Roma «gli schemi di polizze assicurative». Tulumello descrive gli «accurati» controlli fatti sulla compagnia dominicana con sede di rappresentanza a Londra: «Dal sito internet della Fca-Financial conduct authority- la Seguros risulta effettivamente iscritta al numero 776865» annota. Ma tralascia di dire che non lo è come compagnia assicurativa. In compenso l'ex vigile aggiunge che la Seguros è registrata alla Camera di commercio inglese «per attività ausiliarie di intermediazione finanziaria» e che «alla data del 19 settembre 2019 il capitale risulta pari a 31.789.000 sterline, interamente versato». Derine contesta queste informazioni: «In realtà la Seguros è una semplice Limited di diritto inglese dormiente con 1.000 sterline di capitale sociale e con un nome che copia quello della casa madre, la compagnia offshore: quindi si tratta di una truffa evidente della quale non mi ero accorto e della quale sono stato vittima anch'io». Ad attuarla sarebbero stati, sempre a giudizio di Derine, Battaglia Monterisi e il suo socio Pierfrancesco Colajacomo. A denunciare che la Seguros è buona come una moneta da 4 euro siamo è la Verità, che il 22 aprile chiediamo lumi all'istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, che risponde che Seguros «non risulta abilitata all'esercizio dell'attività assicurativa in Italia né in regime di stabilimento, né in regime di libera prestazione di servizi».Subito dopo la pubblicazione di questa notizia, anche a Tulumello viene la splendida idea di «richiedere, rispettivamente, all'Ivass e alla Fca chiarimenti circa la correttezza ed idoneità della garanzia fideiussoria». Sempre il 23 aprile la Eco tech spedisce in Regione una mail della Exor in cui non viene data «alcuna evidenza dei tempi di consegna» e «propone la fornitura di prodotti alternativi a quelli di marca 3M oggetto del contratto […] seppure a un costo ridotto». Una proposta indecente che la stessa Eco Tech ha fatto anche alla Regione Veneto, prendendosi due porte in faccia. La goccia che fa traboccare il vaso sono le mail del 21 e 22 aprile tra consolato italiano a Shanghai e spedizioniere locale, che «riferisce di problematiche doganali relativamente ai prodotti di marca 3M, oggetto della fornitura» e «invita a rivolgersi per ogni ulteriore dettaglio ad altra società». Il 25 aprile scattano le revoche e la Regione chiede la restituzione di 13.520.000 euro di anticipo (senza chiedere indietro i quasi 2 milioni di Iva), 320.000 euro di penali (10.000 per ogni giorno di ritardo), più 730.000 euro di costi aggiuntivi per acquistare a prezzo maggiorato 1 milione di Ffp2 da un'altra ditta. Un conto a cui bisognerà aggiungere il risarcimento del danno che la Regione ha annunciato di voler chiedere in Tribunale. Difficile credere che la Eco Tech riuscirà a restituire tanti soldi. E se la Regione cercherà di incassare la garanzia della Seguros è probabile che si sentirà rispondere: «Prossimamente».