2022-07-21
La Francia fa a pezzi il Patto del Quirinale. «Inutile per l’Italia»
Macron, Mattarella e Draghi alla firma del trattato del Quirinale tra Francia e Italia (Ansa)
Il Parlamento di Parigi scettico sul Trattato: non è applicabile. Bordate sui brigatisti latitanti: bisogna riconsegnarli a Roma.I cattolici tedeschi spingono per una rivalutazione dell’omosessualità. Pressioni inserite nel clima già eversivo del Sinodo teutonico.Lo speciale contiene due articoli.Il Trattato del Quirinale è stato ratificato ieri dalla Commissione esteri dell’Assemblea nazionale francese. Durante il breve dibattimento tenutosi in mattinata vari deputati, sia della maggioranza macronista che delle opposizioni sovranisti di destra e di estrema sinistra, hanno sottolineato varie criticità contenute nel testo dell’accordo. Come ha più volte osservato La Verità, non è chiaro se il trattato tra Italia e Francia possa davvero giovare agli interessi di Roma. Eppure, i deputati d’Oltralpe si sono posti molte più domande sull’opportunità di ratificare l’accordo, più di quanto abbiano fatto i parlamentari del Bel Paese.Uno degli interventi più interessanti fatti ieri in commissione è stato quello di Emmanuelle Menard, deputata indipendente, alleata del Rassemblement national (Rn) di Marine Le Pen. L’onorevole francese ha ricordato che, da quarant’anni, l’Italia chiede alla Francia l’estradizione degli ex membri delle Brigate rosse e di altri gruppi terroristici di estrema sinistra, responsabili degli attentati e delle stragi degli anni di piombo. A causa della cosiddetta «dottrina Mitterrand» - che esclude l’estradizione dalla Francia di ex terroristi purché non abbiano partecipato a fatti di sangue - Parigi non ha praticamente mai risposto favorevolmente alle richieste di Roma. Menard ha menzionato la «sberla inflitta al governo italiano» con il rifiuto di concedere l’estradizione dei 10 ex terroristi - tuttora rifugiati in Francia e protetti dalle leggi transalpine - deciso dalla Corte d’appello di Parigi giusto il 29 giugno scorso. Uno schiaffo - giudiziario e non politico - che appare ancora più incomprensibile visto che l’articolo 4 del trattato prevede una cooperazione rafforzata in ambito giudiziario tra l’Italia e la Francia. Poi la deputata ha ricordato che persino il ministro della Giustizia d’Oltralpe, Eric Dupont-Moretti, si è chiesto: «Noi accetteremmo se uno dei terroristi del Bataclan si stabilisse in Italia, per 40 anni?». La stessa onorevole francese ha concluso chiedendosi «a cosa serve tale trattato» e se non sia solo «qualcosa di decorativo o se, invece, sia destinato ad essere veramente applicato».Prima di Ménard un altro deputato del Rn, Jérôme Buisson, aveva criticato il Trattato ricordando che si tratta di un «accordo fragile perché è condizionato, in ogni ambito, dai dogmi europei» pertanto «ci si potrebbe chiedere se si tratti di un accordo a tre invece che di un accordo bilaterale». Parlando di immigrazione clandestina, Buisson ha ricordato che «quando il governo, Salvini-Di Maio, ha tentato di opporsi» alle decisioni di Bruxelles, «la Francia lo ha condannato». Da sinistra le maggiori critiche sono state rivolte alle tematiche ambientali e infrastrutturali menzionate nel trattato. Tra queste, il deputato de La France Insoumise (Lfi) Gabriel Amard, ha attaccato la «mancanza di ambizione» in materia di cambiamenti climatici, soprattutto per le questioni relative ai ghiacciai e alle Alpi. Poi l’onorevole ha sparato a zero sul progetto della Tav tra Torino e Lione. Su questo tema gli ha fatto eco anche la sua collega ecologista Sabrina Sebaihi. Il deputato autonomista Jean-Felix Acquaviva ha espresso la propria insoddisfazione per la mancanza di riferimenti ai rapporti frontalieri marittimi tra la Corsica e la Sardegna e alla collaborazione tra i due Paesi nel Mediterraneo.Prima del voto finale è intervenuta la relatrice della proposta di legge di ratifica, la deputata macronista Eléonore Caroit. L’eletta ha ricordato che, in materia di confini, il trattato permetterà di creare un comitato trasnfrontaliero. Poi Caroit ha risposto a Emmanuelle Ménard sulla mancata estradizione degli ex Br, articolando un ragionamento che non fa una piega. «Il Trattato è stato ratificato a larga maggioranza dalle forze politiche italiane tanto alla Camera quanto al Senato», ha ricordato l’onorevole macronista aggiungendo che «quando, il 29 giugno, è arrivata la decisione della Corte d’appello di Parigi, il Senato italiano stava esaminando il Trattato». Questa situazione avrebbe potuto provocare una «crisi diplomatica» ma non è stato così. Come dire: cari italiani, non lamentatevi! Non è colpa della Francia se il vostro parlamento ha firmato alla cieca un accordo bilaterale. In conclusione del dibattito ha preso la parola anche il presidente della commissione, il centrista Jean-Louis Bourlanges. Secondo lui le risposte politiche - arrivate da Emmanuel Macron e dal ministro della Giustizia francese che hanno criticato la decisione della Corte d’appello sugli ex Br - sono state «comprese dai nostri amici italiani». Bourlanges ha anche ricordato di aver incontrato recentemente l’ambasciatrice italiana a Parigi, Teresa Castaldo, e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Anche il presidente della commissione ha ribadito che la crisi diplomatica che avrebbe potuto nascere dopo la sentenza sugli ex terroristi rossi «è stata ampiamente disinnescata». Qualcuno dovrebbe forse chiedersi chi, a sud delle Alpi, abbia fatto gli interessi nazionali italiani invece di quelli francesi. Nel frattempo, la proposta di legge di ratifica del Trattato del Quirinale sarà discusso all’Assemblea nazionale ma la sua approvazione appare ormai solo una formalità.
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)