2022-05-27
La fiction Rai sulla Protezione civile incenerisce mezza isola di Stromboli
L'incendio di Stromboli. Nel riquadro Ambra Angiolini (Ansa)
Il fuoco acceso in un set, spinto dallo scirocco, sarebbe diventato il rogo che ha distrutto ettari di vegetazione. Viale Mazzini cerca di salvarsi con lo scaricabarile: «Produzione esterna». E la Procura apre un’inchiesta.L’acchiapparello tra fiction e realtà ha incenerito il paradiso terrestre. Stromboli, la più selvaggia delle isole Eolie, è devastata. E non per una sensazionale colata lavica, ma per sbalorditiva dabbenaggine. Nei secoli, il vulcano ha fatto meno danni di quelli che avrebbe causato, in un attimo, l’uomo. Personificato, pare, da una troupe televisiva, giunta laggiù per girare una fiction di mamma Rai, nell’occasione matrigna. Il titolo della serie adesso disarma: Protezione civile. La trama, ancor di più: valorosi che si battono per salvare l’isoletta dal fuoco. Quello che, martedì notte, potrebbero aver appiccato. Lo scirocco, in pochi minuti, ha fatto divampare un incendio che ha bruciato una decina di ettari di macchia mediterranea. Ci sono volute ore per spegnerlo. Decine di vigili del fuoco, due Canadair, un elicottero. Scene ben più drammatiche e realistiche di quelle che gli attori travestiti da volontari avrebbero dovuto girare. Non ci sono state vittime né feriti, ma qualche danno alle abitazioni. Per il resto, è l’apocalisse. A Stromboli raccontano sgomenti: «Non è rimasto un filo d’erba». Non ci sono più ulivi né capperi. Vivono da sempre sotto minaccia, gli isolani: «Alla forza della natura siamo abituati. Ma vedere incenerito tutto per una fiction è inaccettabile». Non è rimasto niente: «Grazie alla Rai». Disastro causato dall’uomo. O meglio, dall’incauta troupe. Le indiscrezioni sull’inchiesta, aperta dalla procura di Barcellona Pozzo di Gotto, sembrano concordare. Certo, il procuratore Giuseppe Adornato è cauto: «Stiamo facendo tutte le attività previste per capire cosa è successo. Di più non posso dire». Indagine aperta contro ignoti, recita la formula investigativa di rito. Sarebbero già stati sentiti dai magistrati sia il regista, Marco Pontecorvo, «devastato» dall’accaduto, che alcuni collaboratori. «Stavamo girando a Stromboli ormai da tre settimane e mezza. Abbiamo sempre lavorato nel pieno rispetto dell’isola» racconta a Repubblica un ispettore di produzione. «Si tratta di un incidente di percorso…».La prime testimonianze sono meno benevole. «Ho autorizzato le riprese, non le fiamme» dice Marco Giorgianni, sindaco di Lipari, che comprende tutte le Eolie tranne Salina. Insomma, aggiunge, «si faceva riferimento a dei fuochi, che sarebbero stati supportati da una squadra di vigili. Ho specificato che l’autorizzazione non rientrava tra i miei poteri. Se qualcuno l’ha fatto, non sono stato certo io». I vigili del fuoco, magari? «Nella sceneggiatura inviata non ci avevano detto che avrebbero appiccato un piccolo fuoco durante le riprese» assicura Salvo Cantale, capo emergenza dei Vigili del fuoco della Regione siciliana, che coordina gli interventi a Stromboli. «Poi, non so chi, ha pensato di farlo. Forse perché rassicurato dalla nostra presenza. Ma il vento, in pochi minuti, ha fatto divampare le fiamme». Quel fuoco finto sul set non sarebbe stato approvato da nessuno, dunque: né dal sindaco e nemmeno dai pompieri. Chi l’ha acceso, allora? E perché? In un’area protetta per di più, mentre soffiava un fortissimo scirocco. Già: perché quella zona è una riserva naturale orientata, sotto il controllo della forestale. Il sindaco promette giustizia: «È stato un miracolo che non ci siano state vittime. E il merito va alla cittadinanza. Adesso vogliamo capire eventuali responsabilità». L’assessore regionale al Territorio e all’ambiente, Toto Cordaro, in una nota, conferma: «L’incendio è scaturito sul set della fiction Protezione civile». Le riprese, iniziate lo scorso 7 maggio, sarebbero terminate a fine mese. Sull’isola alloggiava la numerosa troupe, compresa l’indiscussa star: Ambra Angiolini. Assieme ai colleghi, negli ultimi giorni, ha postato sui social diverse foto da Stromboli, a cui è quindi dedicata una delle puntate. «Iddu», come lo chiamano i locali, è del resto uno dei vulcani più attivi al mondo. La serie andrà in onda sulla televisione pubblica. Che, travolta dalla buriana, marca maldestramente distanza: «La Rai informa di non avere alcuna responsabilità nella produzione esecutiva. L’attività non vede impegnati personale e mezzi dell’azienda. La serie viene organizzata e realizzata, in modo indipendente, dalla società 11 marzo». Un furioso scaricabarile. La società, negli anni scorsi, ha prodotto altre fiction quali La classe degli asini, Come una madre, I nostri figli e un film tv dedicato a Felicia Impastato, la madre di Peppino, assassinato dalla mafia. Comunque sia: responsabilità dirette o meno, per la televisione di Stato rimarrebbe l’onta. Un’isola che vive di turismo devastata dalle fiamme, per di più alle porte dell’estate, dopo anni in ambasce. Michele Anzaldi, deputato di Italia viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, assalta: «La Rai dica ufficialmente cosa è successo. È inspiegabile questo silenzio». Minaccia: «Presenterò un’interrogazione». Per sapere «quali siano gli eventuali accordi con la 11 marzo per la realizzazione e la messa in onda». Il mastino renziano chiede anche se la tv pubblica ha «già destinato alla società eventuali somme economiche per sostenere i costi». E soprattutto: «Se l’azienda, indicata da molti utenti sui social come responsabile del disastroso rogo, non ritenga doveroso rivedere la politica dell’affidamento a società esterne di prodotti di particolare delicatezza produttiva». Potrebbe ricominciare da un’altra misteriosa fiction: sulla fiction che incenerì Stromboli.