2024-08-04
«La cura della pelle è un lavoro su misura»
Elena Aceto di Capriglia (Faceboook)
Parla Elena Aceto di Capriglia la fondatrice di Miamo , brand che unisce cosmesi e farmaceutica: «Il percorso di benessere cutaneo va personalizzato, ognuno ha necessità diverse. Con i miei prodotti innovativi ora competo con le multinazionali. La mia forza? La preparazione».Una storia di famiglia. Chirurgo plastico lui, imprenditrice nel mondo dell’estetica lei. Camillo D’Antonio e Elena Aceto di Capriglia. Ma è Elena, discendente di una aristocratica famiglia napoletana, a dare il via a un progetto diventato un vero e proprio successo al quale contribuiscono anche i figli Camilla e Giovanni. «È una questione d’amore», sottolinea Elena Aceto di Capriglia, «parola chiave che ci ha permesso di ottenere grandi risultati». Non a caso, Miamo, il suo brand ormai famoso, unisce le parole «mi amo», a conferma che «amarsi vuol dire non trascurarsi, volersi bene per voler bene anche agli altri». Nel 2006, Elena ha dato vita a Medspa, azienda dedicata non solo agli ambulatori medici, ma anche alla produzione di prodotti per la cura della pelle. Però è nel 2012 che partono le linee Miamo skincare, Skin professional e Nutraiuvens sotto il cappello di Medspa.Come nasce tutto questo?«Giovanissima, appena sposata e fresca di laurea in farmacia, seguivo mio marito, chirurgo plastico e membro della Società americana di chirurgia plastica, in America. Ho iniziato a viaggiare e a toccare con mano l’attività del farmacista negli Stati Uniti, rendendomi conto che il farmacista è il vero esperto del farmaco. Da lì ho preso coscienza che l’invecchiamento della pelle è una patologia infiammatoria e, per me, è stato ovvio mettere a disposizione la mia esperienza in farmacia in modo diverso rispetto a quello che viene svolto in Italia. La laurea in farmacia deve essere rivalutata». Nel concreto?«Negli anni Novanta la cosmeceutica non esisteva, si trattavano dermocosmetici con funzioni completamente diverse. Ed è sempre in quegli anni che si inizia a parlare di pilastri della pelle, un modo nuovo di lavorare su prodotti che potessero davvero dare risultati. Mio marito ha sempre detto: “Prepariamo la pelle affinché si possa fare un lifting”, ma non c’era modo di fare una esfoliazione, una idratazione in modo corretto. Per questo tornavo a dare consigli di prescrizione galenica a pazienti che dovevano affrontare certi trattamenti. Quando mia figlia si è laureata in farmacia ho iniziato a coinvolgerla facendola venire in studio, parlare con i pazienti, ascoltare le loro esigenze ed è stato ciò che ha fatto la differenza. I nostri prodotti rispondono alle esigenze inquadrando il bisogno. Per questo predisponiamo per ognuno un protocollo. Alla base ci stanno ricerca e sviluppo con studi clinici appropriati per fidelizzare le persone». Qual è il vostro valore aggiunto?«La qualità dei prodotti che ci consente di rimanere nella posizione in continuità e costanza. Il valore del consumatore sul tuo prodotto vale di più di qualsiasi altro fattore. È il consumatore stesso che tutela l’immagine di un brand se ne è soddisfatto. E così accade con Miamo. In principio facevamo fare queste preparazioni da tanti farmacisti amici, una rete attraverso medici, chirurghi e chirurghi plastici che rispondevano alle tante domande. Per questo lavoriamo anche con la Società italiana di chirurgia plastica. A un certo punto ho capito che potevo lanciarmi».Nulla di scontato in un mare di marchi che escono per una stagione e poi spariscono... «Noi siamo andati sempre avanti grazie ai risultati. Siamo l’unica azienda italiana creata da due donne, mia figlia e io, diventata competitor delle multinazionali straniere che hanno a disposizione migliaia e migliaia di milioni di euro. Noi siamo soli, azienda totalmente famigliare, italiana. Peccato che non veniamo citate come esempio». Quali sono le caratteristiche più eclatanti? «La biodisponibilità del prodotto. Noi ragioniamo per necessità, per problematiche. Attraverso il nostro canale d’élite, che è la farmacia, si può trovare un personale formato, persone preparate che redigono i protocolli. Così anche online dove una rete di informatori scientifici danno risposte alle varie esigenze, basta prenotare sul sito. Per curare la pelle devi iniziare dai primi step, la cosa più importante è pulire la pelle. Se non si elimina la cellula morta posso mettere una crema costosissima che a nulla servirà. Dopo i 25 anni il ricambio delle cellule rallenta. Se faccio un giusto protocollo avrò il maggior risultato possibile. La trasversalità del nostro brand ci consente di mantenere la pelle in salute partendo dal presupposto che la pelle è un organo e non ha sesso. Gli uomini avranno un protocollo diverso dalle donne, ma è solo una questione di percentuali e su come e quando usare un determinato prodotto».Luogo di produzione?«Siamo partiti dagli Stati Uniti e mano mano abbiamo sempre più spostato la produzione in Italia, e ora siamo circa all’80% di produzione italiana. Il restante è in America e in altri Paesi. L’ultimo lancio comprende una produzione italiana e coreana fatta in Corea: abbiamo sfruttato la tecnologia coreana e la nostra parte scientifica italiana. I brevetti sono tutti nostri grazie al team scientifico con a capo mia figlia. Usiamo i migliori principi attivi che compriamo in tutto il mondo con le migliori tecnologie. E ci avvaliamo anche delle migliori università italiane e straniere. La vera forza è la preparazione». Dove si trova la linea Miamo?«Abbiamo coperto tutta l’Italia, il Paese più difficile al mondo. Amiamo fare le cose al meglio e molto piano. Per questo le scelte dei clienti sono ponderate. Abbiamo aperto rami d’azienda collegandoli alla linea professionale con tutti i trattamenti a firma Miamo e siamo presenti in alberghi di lusso a cinque stelle. E l’ultimo fiore all’occhiello è l’aver creato dei trattamenti specifici su tutto il termalismo italiano. Abbiamo una ricchezza italiana che è solo nostra, storicamente famosissima alla quale dare il giusto valore. Siamo presenti alle antiche terme di Rapolano». Prodotti che hanno aperto la strada del successo?«All’inizio era una piccola linea di prodotti che si è piano piano allargata e molti hanno vinto premi prestigiosi. Nel 2017 vincemmo con il Gf5 Glutathione, un prodotto antiossidante potentissimo che contiene il glutatione stabilizzato e i cinque fattori di crescita della bioplacenta di cui siamo orgogliosi; un prodotto che non ha competitor. Abbiamo un retinolo incapsulato all’1%. Tutti i nostri prodotti fanno la differenza. Non avremmo vinto la sfida, altrimenti. E poi, quello che io chiamo l’oro blu, il nostro Multipeptide al 20% che ha un effetto tipo botox ma che è un miorilassante, decontratturante che agisce rilassando la muscolatura, stimolando sintesi di collagene, di elastina, un prodotto liftante incredibile. Abbiamo anche un siero che agisce sul microbiota per la nutrizione della pelle, il Nourish 3-Biotic Rich Serum. Ricerca e sviluppo ci hanno consentito di presentare una linea epigenetica che agisce sul dna stimolando la sintesi delle cellule che si sono un po’ addormentate e non producono con la stessa velocità secondo il nostro fototipo a causa di agenti esterni come stress, danno da farmaco anche chemioterapico e al quale dedichiamo molto tempo in farmacia. Per questo ci occupiamo di prevenzione con la Fondazione Veronesi. A settembre sono previste grandi novità».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.