2019-11-17
«La civiltà occidentale sta morendo ma non facciamone una tragedia»
Arriva in Italia «Cahier», un omaggio a Michel Houellebecq ricco di testi di e sullo scrittore più maledetto di Francia «Il nostro mondo ha esaurito il suo ruolo storico, è un fatto. Quello che ci è riuscito meglio? I supermercati».Ma Michel Houellebecq supererebbe l'esame di Ur fascismo? Alla Nave di Teseo, la casa editrice fondata da Umberto Eco e che del grande semiologo ha anche ristampato il volumetto sul Fascismo eterno, la domanda hanno preferito non porsela. Eppure siamo abbastanza certi di ricordare che nel discorso alla Columbia University, Eco non facesse alcuno sconto agli scrittori «Ur fascisti» che vendono molto. Per la casa editrice milanese, invece, gli incassi sembrano una valida circostanza esimente rispetto al dovere della vigilanza antifascista. Ecco quindi uscire per La nave di Teseo, dopo Serotonina e In presenza di Schopenhauer, il corposo Cahier houellebecquiano, in libreria a partire dal 21 novembre. Che poi sarebbe la traduzione del numero dei Cahiers de l'Herne - la prestigiosa collana di monografie che consacra i mostri sacri della letteratura - dedicato allo scrittore di Saint-Pierre. Ovvero 400 dense pagine di e sull'urticante guastatore della cultura europea.Non sorprende il fatto che questo lungo viaggio nel mondo di Houellebecq si trasformi ben presto in un viaggio al termine dell'Occidente. Come scrive Michel Onfray, nel suo intervento, Michel Huellebecq «è al servizio del reale». A torto o a ragione, Michel Thomas (vero nome dell'autore, quello con cui firma era il cognome della nonna paterna, anche se le leggende metropolitane lo attribuiscono alla madre, che si sarebbe convertita all'islam, circostanza seccamente smentita dall'interessato) si porta ormai dietro l'etichetta non troppo originale di sismografo del presente. O, per dirla meglio, di anatomopatologo di una contemporaneità morta.Ogni libro è un'incisione sul cadavere. «L'Occidente», afferma , «per me è un'entità che scompare, ma la sua scomparsa è una cosa piuttosto buona. il suo ruolo storico è esaurito. Questo non significa che io sappia cosa ne uscirà fuori. Descrivo una fase di declino, ma senza percepire questo declino come tragico». Lo scrittore Emmanuel Carrère sintetizza questo sguardo annoiato sull'apocalisse in una sentenza: «Se avremo dei discendenti e se questi discendenti vorranno sapere ciò che viveva e pensava l'umanità occidentale al tornante del terzo millennio, è lui che dovranno leggere». Si tratta di una Kulturkritik che rifugge le banalizzazioni immediatamente politiche. Lo stesso romanzo Sottomissione, lo si ricorderà, descrive sì la conquista islamica della Francia, ma con toni per nulla apocalittici. Non è un grido d'aiuto, ma il resoconto freddo di un lamento. Anche se, almeno all'inizio, non mancava l'eco di un certo struggimento, come in una bella lirica dello scrittore ventenne: «E l'ultima battaglia degli uomini della Pianura / fu scatenata sotto lo splendore di una luna incerta / le vette di cristallo avvolte nel ghiaccio / si levarono in memoria della fine di una razza». La costellazione di senso articolata da Houellebecq è composta di frammenti, squarci di ironia, disperazione, acume, ma anche banalità. Karl Marx? «Era più brillante che profondo». La sinistra? «Più ci sono governi di sinistra, più c'è controllo sociale». La religione? «Continuo a pensare che ce ne vorrebbe una». I supermercati? «È quanto meno ciò in cui il XX secolo sarà riuscito meglio».A Daniel Lindenberg, che lo mise dietro la lavagna insieme agli altri nouveaux réactionnaires in un libro di pura sbirraglia intellettuale, Houellebecq risponde che se esistono i nuovi reazionari, questo è perché dominano i nuovi progressisti. «Contrariamente al suo fratello maggiore, il nuovo progressista non identifica il progresso dal suo contenuto intrinseco, ma dal suo carattere di novità. Egli vive, quindi, in una sorta di epifania permanente, molto hegeliana nella sua stupidità, in cui tutto ciò che compare è buono per il fatto stesso della sua comparizione. Sarebbe così del tutto reazionario opporsi al perizoma così come al velo islamico, al Grande fratello così come ai sermoni di Tariq Ramadan». Questa attitudine, spiega lo scrittore, sembra tanto stupida quanto quella opposta, che tende a glorificare lo status quo in quanto tale. Ma è una simmetria solo apparente, dice Houellebecq. Lo scrittore porta due argomenti per illustrare la maggiore sostenibilità di un conservatorismo istintivo: il primo è che la routine, per definizione, comporta uno sforzo minimo, quindi è più performante; il secondo è che il metodo scientifico è di suo spontaneamente conservatore: una teoria resta valida finché non si abbiano ragioni fondate sperimentalmente di cambiare modello. In definitiva, «il conservatorismo può essere fonte di progresso, così come la pigrizia è madre dell'efficacia». Il progresso è una cosa seria, non una moda. Quel che i nuovi progressisti sanno tuttavia fare molto bene è indire crociate per liberare il santo sepolcro della cultura dall'occupazione dei reprobi reazionari. Quando uscì Plateforme, nel 2001, l'autore concesse un'intervista a Lire in cui disse che «la religione più stupida è l'islam. La lettura del Corano lascia prostrati». Lo stesso romanzo venne messo sotto accusa per «odio razziale». Tra i pochi che si schierarono a sua difesa ci fu Salman Rushdie: «Se, in una società libera, un individuo non ha più il diritto di dire apertamente che preferisce un libro a un altro, allora questa società non ha più il diritto di porsi come libera. [...] Se i romanzieri non possono descrivere dei nazisti o dei personaggi settari senza essere essi stessi trattati da nazisti o da settari, allora essi non sono più in grado di compiere correttamente il loro lavoro». Piattaforma, aggiunse, «è un romanzo nel quale bisogna tuffarsi se si vuole avere accesso a un'altra Francia rispetto a quella dell'intellighenzia liberale».Piattaforma, come molti altri romanzi dello scrittore, ha lasciato la critica spiazzata anche per la centralità del sesso esplicito nella narrazione. Houellebecq ha cercato di spiegare, innanzitutto a sé stesso, questo choc: «Si dice spesso che c'è troppo sesso nei miei libri. Io non trovo che ce ne sia così tanto. Ho cercato di comprendere perché la gente avesse questa impressione. Senza dubbio è per colpa dell'incongruità. Il sesso è trattato in maniera incongrua o arriva in modo incongruo. Il montaggio cut dà questa impressione: non c'è preparazione, il sesso arriva un po' brutalmente. Ma penso che è soprattutto il fatto che io parli di sesso mancato che ha molto choccato la gente. L'impressione di oscenità è molto più forte con una scena di sesso mancato. E non ho ancora messo tutto. C'è qualche erezione insufficiente, ma non vere scene di secchezza vaginale…». È invece spassoso vederlo dialogare di sesso con Bret Easton Ellis, come fossero due bulli da osteria: «Ho avuto relazioni sessuali decisamente migliori con le europee piuttosto che con le americane. L'amore con le italiane è meraviglioso», afferma l'americano. Il francese replica: «Dato che mi interesso della situazione del sesso in Europa da più tempo di lei, devo sfortunatamente dire che la situazione è peggiorata». Ellis: «Ho trovato la Francia molto deludente. In Italia, la gente è molto rilassata sul sesso; in Irlanda bevono troppo per farlo». Houellebecq: «Sull'Irlanda non sono d'accordo. Per il sesso, lì è un buon momento, dato che il cattolicesimo è in fase di ripiego». Il cambio di scena radicale, il salto di livello interpretativo che sorprende, arriva da Iggy Pop, il descamisado del rock, da cui non ti aspetti che legga Houellebecq e che, nel suo intervento, di punto in bianco se ne esca con una frase come questa: «Penso che l'argomento che lui tratti meglio sia quello che non menziona mai: l'amore». Incongruo, in effetti. Incongruo e tagliente.
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.