Alessandro Giuli, ministro della Cultura (Getty Images)
Il ministro Giuli ha stretto rapporti con il Paese nordafricano nelle cui carceri, però, è rinchiuso Boualem Sansal. La sua colpa? Essere un arabo che attacca gli islamisti.
Dieci anni fa il massacro di «Charlie Hebdo», proprio nel giorno in cui usciva il capolavoro di Houellebecq. Rileggendolo oggi, ci si accorge che quel romanzo non parla dell’islam che avanza, bensì dell’arrendevolezza di una civiltà stanca e decadente.
Nanterre, gli scontri dopo la morte di Nahel (Ansa)
Da noi le anime belle come Andrea Riccardi insistono: «Serve immigrazione per contrastare la denatalità». Intanto però il ministro magrebino si fa sentire Oltralpe: «Garantite la sicurezza dei cittadini che avete accolto». L’integrazione è una favoletta.
Nel suo romanzo Sottomissione, lo scrittore immaginava che l’islam avrebbe conquistato l’Europa non con la violenza, ma comprando le élite con i suoi milioni.
Nel nuovo romanzo dello scrittore francese, «Annientare», il dramma familiare di un nucleo disastrato che si riunisce attorno al capostipite malato. Un testo meno politico sulla perdita di riferimenti forti.