2022-12-14
La cronaca dà ragione a Houellebecq
Michel Houellebecq (Ansa)
Nel suo romanzo Sottomissione, lo scrittore immaginava che l’islam avrebbe conquistato l’Europa non con la violenza, ma comprando le élite con i suoi milioni.Tifosi marocchini scatenati in strada, con il solito corollario di disordini, e alti dignitari politici che spandono lirismo sulle petromonarchie, con i sacchi dei loro dollari in cantina. Quello restituitoci dalla cronaca di questi giorni sembra uno scenario da romanzo. Di un romanzo in particolare: Sottomissione, di Michel Houellebecq, il libro passato alla storia per il più efficace e sanguinario lancio pubblicitario di sempre: uscito il 7 gennaio 2015, questo racconto dell’islamizzazione prossima ventura della Francia si trovò a debuttare nelle librerie il giorno dell’assalto jihadista alla sede di Charlie Hebdo. Soumission non è l’unico romanzo distopico che tratta del caos etnico e dell’islam. Solo per restare in Francia, pensiamo a Il campo dei santi, di Jean Raspail, o alla recente trilogia Gerriglia, di Laurent Obertone. Il libro di Houellebecq, tuttavia, ha saputo trovare una chiave diversa, quella per l’appunto ampiamente confermata dalla cronaca di questi giorni. L’islam, spiegava lo scrittore francese, non ci conquisterà con la forza, ma con i petrodollari. Non ci sottometterà con la scimitarra, ma comprandoci pezzo dopo pezzo, lusingando le nostre debolezze, portando dalla sua le nostre élite più arriviste. Gli imam con gli occhi spiritati che predicano nei seminterrati di periferia? I giovani teppisti della racaille che si prendono la strada con la forza? Tutti elementi che svolgono il loro ruolo, che indeboliscono un tessuto sociale, che generano paura e annientano le difese. Ma il salto di qualità avverrà per altre vie. La trama di Sottomissione è nota: nella Francia del 2022 - cioè in quello che nel 2015 era il futuro e oggi è il presente, lo stesso presente in cui, guarda un po’, scoppia il Qatargate - il Front national è da tempo il primo partito, assestandosi oltre il 30%, ma la sua ascesa al potere è fermata da sempre nuovi «fronti repubblicani» che compattano destra e sinistra nella sacra alleanza contro i fascisti. Previsione sostanzialmente azzeccata, sin qui, solo che l’uomo chiamato a fare muro contro l’estrema destra, nelle pagine di Houellebecq, non è Emmanuel Macron, come poi è stato nella realtà, bensì l’ambizioso Mohammed Ben Abbes, capo dei Fratelli musulmani. Ben Abbes, tuttavia, non è dipinto come una specie di califfo Al Baghdadi. Al contrario: si dà un tono da statista, da moderato. Tutta la prima parte del romanzo accenna a una situazione di caos crescente, a una guerra civile incombente e taciuta dai media. Ma la guerra civile non arriverà. Ben Abbes, anzi, potrà ben fregiarsi del ruolo di pacificatore. «Per lui i terroristi sono dei dilettanti», dice a un certo punto un personaggio. Poiché il protagonista di Sottomissione è un professore, il romanzo si concentra nel descrivere i meccanismi con cui l’islamismo prende possesso delle istituzioni culturali. «Esteriormente», recita un passaggio, «non c’era nulla di nuovo in facoltà, a parte una stella e un crescente di luna di metallo dorato che erano stati aggiunti all’antica scritta Université Sorbonne Nouvelle-Paris 3, ma all’interno degli edifici amministrativi le trasformazioni erano più visibili. Nell’anticamera si veniva accolti da una fotografia di pellegrini che effettuavano la loro circumdeambulazione attorno alla Ka’ba e gli uffici erano decorati con poster che rappresentavano versetti del Corano in calligrafia; le segretarie erano cambiate, non se ne riconosceva nemmeno una ed erano tutte velate». Dopo essere andato al potere, Ben Abbes impone alla Sorbona un nuovo rettore, Robert Rediger, un ex identitario convertitosi all’islam. Diventata università islamica, la Sorbona triplica gli stipendi dei docenti. Rediger si dà anche alla poligamia (il protagonista incrocia in casa sua una moglie di soli 15 anni). Così un personaggio del romanzo descrive il futuro dell’istruzione francese sotto il nuovo corso: «La scuola repubblicana rimarrà così com’è, aperta a tutti - ma con molti meno soldi [...] E poi, allo stesso tempo, si istituirà un sistema di scuole musulmane private, che beneficeranno dell’equipollenza dei diplomi - e che potranno riscuotere sussidi privati. Ovviamente, molto rapidamente, la scuola pubblica diventerà una scuola a buon mercato, e tutti i genitori un po’ preoccupati per il futuro dei propri figli li iscriveranno all’istruzione musulmana». Il tutto con un occhio particolare agli atenei: «La Sorbona, in particolare, li fa fantasticare in misura incredibile. L’Arabia Saudita è pronta a offrire una dotazione quasi illimitata; diventeremo una delle università più ricche del mondo». Fantasia? Proprio ieri, sulla Verità, Flaminia Camilletti ricordava di come nel 2020 le Camere abbiano approvato un accordo di cooperazione in materia di istruzione, università e ricerca scientifica tra il nostro governo e quello qatarino. La sottomissione non avanza solo facendo rotolare teste. A volte riesce a infilarvicisi dentro. E, se non ci riesce, ci sono sempre i sacchi pieni di petrodollari da distribuire a destra e manca. Più a manca.
Jose Mourinho (Getty Images)