2024-08-08
Kiev lancia un attacco sul territorio russo
Gli ucraini entrano nella regione di Kursk. Vladimir Putin schiera l’esercito: abbiamo bloccato l’avanzata. Poi parla di «provocazione» e accusa Volodymyr Zelensky di voler aprire un fronte in Africa. La Nato ne approfitta per fare pressioni su Mosca: «Lasci la Georgia».Kiev passa al contrattacco colpendo la Russia sul suo suolo e la Nato ne approfitta per provare a mettere all’angolo Mosca sulla questione Georgia. È questa la dinamica attorno alla quale ruota l’Alleanza atlantica in una fase del conflitto in Ucraina sempre più complessa.Il blitz condotto ieri nella regione russa di Kursk rappresenta il primo tentativo di sfondamento riuscito e in grado di causare danni significativi alla Russia da parte delle forze ucraine che hanno varcato il confine con mezzi corazzati. Oltre a cinque civili morti, tra cui due membri dell’equipaggio di un’ambulanza, e almeno 28 feriti, la difesa aerea russa è dovuta intervenire per abbattere due missili, 26 droni e numerosi razzi diretti sulla regione presa d’assalto dalle truppe ucraine. Secondo quanto riferito dal capo di Stato maggiore russo, Valery Gerasimov, sono stati circa 1.000 i militari impiegati da Kiev nell’attacco: «Le azioni delle unità che coprivano il confine insieme con le guardie di frontiera e alle unità di rinforzo, le incursioni aeree, le forze missilistiche e il fuoco di artiglieria hanno fermato l’avanzata del nemico in profondità nel territorio in direzione di Kursk», ha spiegato il generale russo all’agenzia di stampa Ria Novosti. Una situazione ancora in evoluzione e che va monitorata ora dopo ora, visto che secondo quanto diffuso dal canale russo Telegram Rybar, che cita fonti militari, ci sarebbero ancora circa 400 soldati ucraini appartenenti alla 22ª brigata meccanizzata in territorio russo e altri 2.000 sarebbero ammassati a ridosso del confine, dove le forze di Kiev pare abbiano preso il controllo degli insediamenti di Sverdiklovo, Nikolaevo-Darino e Darino. Il ministero della Difesa russo ha reso noto di aver limitato i danni grazie al pronto intervento delle truppe di terra che hanno ucciso 260 militari ucraini e messo fuori uso più di 40 veicoli corazzati e sette carri armati nemici. Vladimir Putin ha definito l’offensiva ucraina su Kursk «una provocazione su larga scala» con «bombardamenti indiscriminati, anche con missili, su strutture civili. Ci sono migliaia di evacuati, forniremo tutto il supporto necessario in tutti i settori». Sul raid ucraino è intervenuta anche la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, secondo cui quella di Kiev, oltre a essere «l’ennesimo atto terroristico contro civili e che aveva chiaramente come obiettivo residenti pacifici», è stata una mossa deliberata di Volodymyr Zelensky, colpevole a suo dire di aver «spedito i suoi soldati nel tritacarne di Kursk con l’obiettivo di prolungare silenziosamente la mortale mobilitazione ucraina per altri tre mesi». Un commento sferzante che trova un riferimento in un progetto di legge firmato ieri dal premier ucraino che prevede la proroga della legge marziale e della mobilitazione per altri 90 giorni a partire dal 12 agosto.L’attacco a Kursk ha fatto sì che anche l’Ucraina disponesse l’evacuazione di oltre 6.000 civili dalle zone limitrofe alla regione di confine. A renderlo noto è stato il governatore dell’oblast di Sumy, Volodymyr Artioukh: «L’ordine che ho firmato prevede l’evacuazione obbligatoria di 23 località. Ci sono circa 6.000 persone tra cui 425 bambini».L’iniziativa di Kiev, ovviamente, non è passata inosservata dall’altra parte dell’Atlantico. Il portavoce della Casa Bianca, John Kirby, ha dichiarato l’intenzione di voler discutere dell’accaduto con l’amministrazione Zelensky e ha ribadito ancora una volta la ferma posizione americana riguardo il divieto dell’uso delle armi fornite dall’Occidente per condurre attacchi sul territorio russo. È in questo contesto che la Nato, sperando di aver acquisito maggiore potere negoziale, ha avanzato una richiesta formale in cui chiede al Cremlino di ritirare le sue truppe dalle regioni della Georgia occupate 16 anni fa: «Esortiamo la Russia a ritirare le forze che mantiene in Georgia senza il suo consenso. L’Ossezia del Sud e l’Abkhazia fanno parte della Georgia nonostante 16 anni di occupazione russa», si legge nel post pubblicato su X dalla portavoce dell’Alleanza atlantica Farah Dakhlallah, «La Nato sostiene pienamente la sovranità e l’integrità territoriale della Georgia». A far da eco sulla questione sono arrivate anche le parole di Josep Borrell. L’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Ue, nel ricordare e condannare l’aggressione russa al Paese caucasico ha ribadito: «L’impegno dell’Unione europea per la risoluzione pacifica dei conflitti in Georgia rimane fermo». Il teatro del confronto dialettico tra Russia e Occidente si è esteso ieri anche al continente africano. Il Cremlino ha infatti accusato Kiev di voler aprire un secondo fronte in Africa assecondando i gruppi terroristici negli Stati africani amici di Mosca in modo da mascherare l’incapacità di sconfiggere la Federazione russa sul campo di battaglia. Da qui la decisione di Paesi come Mali e Niger di rompere con effetto immediato qualsiasi tipo di relazione diplomatica con l’Ucraina.
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