2024-07-11
Roma porta a casa garanzie sul «fianco Sud»
Batteria di missili Samp/T (Ansa)
Manderemo a Zelensky ancora una batteria di Samp/T, ma le richieste non sono finite. In cambio ieri è arrivato l’annuncio di un inviato speciale dell’Alleanza per Africa e Medio Oriente. E il governo si batterà perché a ricoprire l’incarico sia un italiano.Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina è scattata la corsa all’invio di armi europee o americane a Kiev. In questi due anni abbondanti l’Italia ha, con l’ok del Parlamento, inviato numerosi stock di armi. In modo progressivo. Sia nel numero che nella capacità offensiva. Al tempo stesso, liberando scorte e magazzini, si è avviato anche un percorso di riarmo. Lo si è compreso in occasione dell’ultimo G7, quello ospitato a Borgo Egnazia in Puglia. Al di là dei missili Samp/T che sono i nipotini dei vecchi Aster, gli Usa hanno approvato anche la vendita al nostro Paese di uno stock da oltre 200 milioni di Amraam, missili aria-aria. Mentre lo scorso inverno il nostro Parlamento ha dato l’ok all’acquisto di ulteriori 21 piattaforme di Himars. Si tratta di un sistema d’arma trasportabile da un C-130 e prodotto da Lockheed Martin. Abbiamo anche dei missili Storm Shadow in parte inviati in Ucraina, che assieme ai vecchi Spada completano il perimetro di sicurezza aerea. Senza contare un certo numero di sistemi di protezione da attacchi mossi dai droni. Rispetto a cinque anni fa le batterie disponibili sono aumentate anche se non navighiamo certamente nell’oro. Tant’è che sebbene non ufficialmente a garanzia dei summit internazionali come quelli del G7, il nostro Paese conta anche sui missili Usa Patriot che non sono nostri ma sono dislocati in alcune basi Nato lungo la Penisola. Questa presenza al tempo stesso è la carta che negli ultimi due anni ha permesso al nostro Paese di non finire sotto le soglie minime di sicurezza nazionale. Ed è ciò che consente da un punto di vista tecnico l’invio di un altro sistema di missili Samp/T all’Ucraina. La notizia è di ieri. Diffusa ufficialmente dal Dipartimento di Stato Usa e dalla Casa Bianca. «La Russia non prevarrà», ha detto Joe Biden dal palco del Mellon Auditorium, dove fu firmato il trattato che sancì la nascita dell’Alleanza nel 1949. «Collettivamente, forniremo all’Ucraina ulteriori sistemi di difesa aerea strategica, comprese batterie Patriot aggiuntive donate da Stati Uniti, Germania e Romania; componenti Patriot donati da Olanda e da altri partner per consentire il funzionamento di una batteria Patriot aggiuntiva; e un ulteriore sistema Samp/T donato dall’Italia», si legge nella nota ufficiale. Che tra le righe apre un secondo tema. L’Italia si fermerà qui o le verrà richiesto altro? In caso affermativo sono numerosi gli analisti che puntano il dito sui nuovi ordini Himers. Le 21 piattaforme costate 400 milioni potrebbero in parte essere triangolate verso Kiev senza nemmeno togliere la plastica d’imballaggio. Al tempo stesso il nostro Paese potrebbe dotarsi di nuovi missili a lungo raggio entrambi prodotti da Lockheed Martin. Si tratterebbe di razzi Gmlrs e dei Prsm, acronimo che sta per Precision Strike Missiles. La coppia di missile unita ai Samp/T alzerebbe il livello di capacità dell’Italia sia in area difensiva che di attacco. Ipotesi tutte da verificare ma comunque concrete se si vuole chiudere il cerchio del riarmo sul fronte dello spazio aereo. E soprattutto ipotesi molto compatibili con le dichiarazioni di ieri. «L’Italia ha sempre rispettato i suoi impegni e continuerà a farlo, con i tempi e con le possibilità che abbiamo», ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti a Washington. Interpellata sul tema del 2% del Pil che gli alleati Nato devono investire nella spesa per la Difesa, il premier ha affermato di non averlo «mai nascosto». «Quando si aderisce a qualcosa e si prendono degli impegni occorre essere seri nel rispettarli, soprattutto oggi», ha detto, aggiungendo che gli investimenti «servono» al Paese. «Stiamo facendo dei piccoli passi avanti, ma soprattutto credo che debba essere considerato il lavoro a 360 gradi, perché non si tratta solo di soldi: l’Italia è tra i maggiori contributori di personale nelle missioni di pace della Nato, perché il nostro know-how è molto richiesto», ha concluso. Osservazione corretta ma non sufficiente. In queste ore nel summit di Washington il tema vero sono i soldi. Quanti miliardi sborsare per il riarmo. E quindi come e quando muoversi per arrivare alla fatidica soglia. Lo stesso tema che pone il ministro Guido Crosetto che pure ieri ha ribadito l’importanza degli investimenti e al tempo stesso della revisione delle regole fiscali Ue. Le spese per la Difesa sono da scorporare dal Patto di stabilità. Almeno fino a che non si creino bond comuni a tale scopo. Visto però la fretta americana e la decisione di boicottare o quanto meno ritardare i progetti comuni Ue serviranno decisioni fiscali forti. E sembra che l’Italia si stia impegnando in questa direzione con una partita di giro che per noi può essere importantissima: una delega al fianco Sud. La nomina di un inviato speciale per l’Africa e il Medio Oriente è stata chiesta con forza dall’Italia, che da tempo insiste sulla necessità di non trascurare il fianco meridionale dell’Alleanza. Il ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, presente al vertice, ha detto che il nostro governo chiede che il compito sia affidato a un italiano: una figura che, se dovesse essere soddisfatta la richiesta del nostro governo, sarà scelta tra i ranghi della Farnesina o della Difesa, ma certamente non tra gli esponenti politici della maggioranza. Ovviamente, verrebbe da aggiungere adesso che il pressing sembra essere andato a buon fine. Avere garanzie per il fianco Sud serve a rinforzare e dare sostanza al piano Mattei su cui Meloni sta puntando molto. Non c’è certezza. Ma evidentemente l’invio di armi in Ucraina è finito sulla stessa bilancia. Ci allineiamo a Est, ma almeno in cambio arriva un primo riconoscimento utile. Certo, l’inviato speciale è solo un punto di partenza.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.