2022-04-03
«Creo gioielli pensati per le donne che amano comprarseli da sole»
Ippolita Rostagno (Facebook)
Ippolita Rostagno, fondatrice dell’omonimo marchio nato negli Stati Uniti: «A Firenze non credevano in me. Ora apro a Milano la prima boutique europea».Negli Stati Uniti, Ippolita Rostagno è una di quelle donne che vengono definite self made woman, ovvero, una che ha saputo farcela da sola. Fino a diventare una autentica star dell’alta gioielleria, scelta da dive hollywoodiane come Uma Thurman e Cameron Diaz. Il suo valore aggiunto è, senza dubbio, quel mix di creatività capace di mettere insieme la contemporaneità d’oltreoceano e la storia artistica italiana, quell’anima di Ippolita che trae linfa dal padre toscano e dalla madre americana. E se negli Usa il successo è indiscusso, il marchio Ippolita ora sbarca in Europa, iniziando proprio dall’Italia, da una boutique in Montenapoleone.Da dove parte la sua storia?«Sono nata a Firenze, studi d’arte, il mio mondo è sempre stata la scultura. Diciottenne scappai, si fa per dire, in America convinta di rimanerci un po’ per poi tornare. Mi sono laureata in lettere all’Occidental college e, anche per guadagnare qualche soldo, iniziai a pensare ai gioielli. Era già capitato a Firenze ma girando per le botteghe artigiane nessuno mi prendeva sul serio non avendo un passato famigliare in quel settore. Mi dicevano: “Signorina, non abbiamo tempo”. In America, invece, ti credono sulla parola fin quando non dimostri di saperci fare».Che accadde quindi?«Iniziai a girare per New York per guardare tutte le gioiellerie. Mi sono subito chiesta dove fossero i gioielli veri. Ce n’erano di molto formali di alto livello, importantissimi, e poi bigiotteria. Non c’era niente nel mezzo. La bigiotteria l’associavo a signore con cappello di paglia sulla spiaggia mentre puntavo a gioielli veri ma con un look contemporaneo. Fa molto parte della mia cultura italiana, poche cose ma il meglio». È stato difficile farsi apprezzare? «Ho iniziato piano piano questa esperienza andata bene quasi subito. Per sei anni ho fatto solo oro venendo dalla scultura. Modellavo prima con la cera e questo mi ha sempre dato la possibilità di creare gioielli sul corpo. Non avevo ancora esperienza di pietre preziose, avevo esitato ad andare in quella direzione. Avvicinandomi alle pietre ho scoperto che sono fatte tutte nello stesso modo, tagliate in una maniera completamente contraria alle mie idee. Penso a un gioiello comodo, che non ti devi aggiustare, che ti soddisfa appena te lo metti. Quindi sì alle pietre ma tagliate come volevo io, più a cono, senza la punta, piacevoli al tatto. Le prime collezioni erano con il legno, mescolavo i diamanti con vari materiali».I suoi, infatti, sono gioielli colorati, allegri. «Quando ho iniziato a tagliare le pietre ne ho scoperte alcune che non venivano usate pur essendo bellissime, quindi la mia filosofia è trovare la pietra bella e farle il meno possibile. Il taglio viene eseguito in Thailandia, Paese buddista, dove passare tra le 15 e le 20 ore su una pietra per tagliarla è un nulla. E qui si capisce del perché le cose nascono in un posto piuttosto che in un altro».Dove avviene la produzione?«In tutto il mondo. In oltre 30 anni sono sempre andata avanti e indietro dall’Italia iniziando a lavorare, finalmente, con gli artigiani italiani. In America avevo potuto concretizzare da subito le mie idee ma poi serviva ben altro. La caratteristica specifica dell’artigianato è che tu devi andare dove fanno quella particolare cosa». Cosa influenza la sua creatività?«I miei sono gioielli creati da una donna per le donne, mentre solitamente vengono disegnati da uomini per gli uomini che li acquistano per regalarli alle donne. I miei invece sono scelti dalle donne, che li comprano per loro stesse. È l’evoluzione di uno stile di vita».Ora lo sbarco in Europa, si inizia dall’Italia. È passato non poco tempo dall’inizio.«È vero, ero convinta che in Italia le donne non fossero ancora pronte, ancora legate a questa idea romantica del gioiello in regalo. Una donna, invece, può comperarselo».L’artigianato, il fare con le mani, è alla base del suo lavoro tanto che sei anni fa è nato Artemest.«Sono tornata in Italia per recuperare l’artigianato che soffriva troppo, a Firenze stavano chiudendo tutti e mi dicevo che dovevo fare qualcosa. Ho creato un sito che agglomera gli artigiani di tutta Italia, da quello di Firenze a quelli di Venezia e della Sicilia, ognuno con le sue particolarità ed eccellenze. Riuniti in un sito, https://artemest.com/, con tante categorie. Volevo mettere in contatto le migliori realtà artigianali italiane con una clientela internazionale andando a colmare le lacune commerciali, digitali, di marketing e talvolta di sviluppo del prodotto».E ora risultati straordinari.«Tanti artigiani lavorano con me. Loro un’idea del genere non la sanno formulare ti dicono semplicemente che non c’è lavoro e perciò si chiude. Questo sito li ha invece aiutati, tutto è ad altissimo livello, l’anno scorso si è registrato un +250% sul fatturato. Ci sono fondi di Hong Kong che investono milioni su questo sito. Il lavoro è tanto al punto che gli artigiani devono prendere degli apprendisti, il miglior modo per tramandare il sapere».
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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