I consumi elevati hanno fatto raggiungere risultati record ai colossi statunitensi. Festeggiano PepsiCo e McDonald’s, ma anche il comparto degli alcolici. Bilancio molto più magro in Ue, Danone in sofferenza.
I consumi elevati hanno fatto raggiungere risultati record ai colossi statunitensi. Festeggiano PepsiCo e McDonald’s, ma anche il comparto degli alcolici. Bilancio molto più magro in Ue, Danone in sofferenza.Per il settore dei cibi e delle bevande, il 2022 si sta dimostrando sui mercati azionari un anno tutto sommato buono, considerato l’andamento degli altri settori e degli indici azionari globali. Ma il dato generale non fa sorridere in tutto il mondo e tiene conto delle performance record negli Usa e dei bilanci molto più negativi in Europa. «Fuori dall’energia è forse il settore che si è comportato meglio, con un andamento a un anno perfino positivo negli Usa, soprattutto dei segmenti “bevande” e “produzione di cibo” all’interno del più ampio settore dei beni di consumo (“consumer staples”) che ha visto andamenti difformi e anche negativi nei prodotti per la casa e per l’igiene personale. In Europa invece il settore è andato peggio con un consumatore più attento al prezzo delle merci», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti SoldiExpert Scf.Si tratta in alcuni casi di consumi essenziali, primari e non discrezionali, ma alcuni marchi importanti del settore hanno tratto beneficio dai consumi rimasti comunque sempre elevati e dal fatto che le società più importanti del settore (Coca Cola, Pepsi, Kellogg o in Italia Campari) hanno un forte potere di determinazione dei prezzi e in un mercato globale dove l’inflazione sfiora quasi in tutto il mondo la doppia cifra questo è un vero super potere.Fra le società che hanno presentato recentemente i risultati trimestrali, PepsiCo ha mostrato risultati molto positivi con utili e fatturato in crescita, tanto che lo stesso gruppo (Pepsi, Seven Up, Gatorade, Orangina) ha contestualmente reso noto di aver rivisto al rialzo le proprie previsioni per il 2022.Anche società come Mc Donald’s stanno andando molto bene e prevedono di aumentare i dividendi nonostante un mercato più difficile per l’aumento dei prezzi dai fornitori e dei salari. Il gruppo della M gialla sta riuscendo quindi a tenere botta, aumentando i prezzi o incrementando la vendita dei menù più costosi nella modalità «combo». Del resto, in questo momento il gruppo sta traendo beneficio anche da alcuni consumatori che con la crisi si stanno allontanando dai ristoranti più tradizionali. Un buon andamento, inoltre, sta trainando ancora il settore degli alcolici dove in questi giorni Pernod Ricard (che possiede marchi come Mumm, Perrier Jouet, Martell, Chivas Regal, Ballantine's Absolut) ha dichiarato vendite organiche in crescita dell’11% con Cina e India che hanno ripreso a crescere in modo significativo, anche se in Borsa il titolo non è stato particolarmente premiato.Certo, nel settore food&beverage l’andamento non è naturalmente uniforme e anche le valutazioni e performance possono essere molto differenti. Ci sono dunque titoli come Danone e Anheuser Busch Inbev che anche in tre anni hanno ottenuto in Borsa risultati deludenti. Non mancano, però, aziende che sono state virtuose come Diageo, Nestle, Laurent Perrier che hanno tutte messo a segno risultati positivi.
Zohran Mamdani (Ansa)
Dalle politiche sociali ai limiti dell’esproprio alla città come «santuario» per i gay Mamdani rappresenta la radicalizzazione dei dem. Ma anche una bella grana
Da più parti, la vittoria di Zohran Mamdani alle elezioni municipali di New York City è stata descritta (se non addirittura salutata) come uno «schiaffo» a Donald Trump. Ora, a prima vista, le cose sembrerebbero stare effettivamente così: il prossimo primo cittadino della Grande Mela, che entrerà in carica a gennaio, sembra quanto di più lontano possa esserci dal presidente americano. Tanto che, alla vigilia del voto, lo stesso Trump aveva dato il proprio endorsement al suo principale sfidante: il candidato indipendente, nonché ex governatore dem dello Stato di New York, Andrew Cuomo.
Rifugiati attraversano il confine dal Darfur, in Sudan, verso il Ciad (Getty Images)
Dopo 18 mesi d’assedio, i paramilitari di Hemeti hanno conquistato al Fasher, ultima roccaforte governativa del Darfur. Migliaia i civili uccisi e stupri di massa. L’Onu parla della peggior catastrofe umanitaria del pianeta.






