2024-11-06
Giacobbo: «Racconto i sogni sulla scienza di domani»
Roberto Giacobbo (Imagoeconomica)
Il conduttore: «Trovo intrigante spiegare cosa l’umanità conosce già, ma anche quello che potrebbe scoprire in futuro. In tv ho esordito come concorrente di un quiz di Mike Bongiorno. Non è vero che si nasce e si muore soli, corpo e anima convivono».Forse la colonna sonora della vita di Roberto Giacobbo potrebbe essere The endless river dei Pink Floyd, alla ricerca di suggestioni e possibili risposte su quel viaggio infinito che è l’esistenza e sulle sue enigmatiche linee di confine. Nei suoi programmi televisivi, il noto conduttore, nato a Roma il 12 ottobre 1961, di origini vicentine, che è stato anche vice-direttore di Rai 2, ha attratto i telespettatori viaggiando nei luoghi più evocativi del pianeta, dalle piramidi egizie alle grotte di Cascaux in Francia, per far luce, tra analisi scientifiche e ipotesi, sulle domande ultime della civiltà terrestre. È in onda in prima serata, il sabato sera, su Retequattro, con Freedom-Oltre il confine. Quanto è alto?«Sono alto due metri, anche se, per non esagerare, dichiaro talvolta 1 e 98».In gioventù ha praticato il basket a livello agonistico.«Sì, ai tempi del liceo ho giocato nel Banco di Roma, squadra che ora non c’è più».Non tutti sanno che lei, durante gli studi, fu concorrente di Bis, quiz condotto da Mike Bongiorno, vincendo 14 milioni di lire in buoni spesa. «I buoni spesa erano da spendere una parte alla Rinascente e una parte alla Standa. L’unico problema è che arrivarono a ottobre e scadevano a dicembre. Dopo l’acquisto di alimentari, cambiati i vestiti, i mobili di casa, i buoni rimasti li detti ai miei amici alla metà del prezzo. Dissero “come no, siamo molto contenti”, eravamo vicini al Natale. Dal ricavato mi comprai una moto Guzzi usata». Curiosità di quella prima esperienza televisiva? «Mi preparai in modo scientifico sui rebus, studiando le Settimane Enigmistiche che mio padre conservava. Durante la registrazione di una puntata con i vip, arrivò Giacinto Facchetti e poi il regista disse “chiama su Mike, Corrado gli vuole parlare”. Di sopra ci trovammo io, Corrado, Bongiorno, Facchetti e Fabrizia Carminati. Corrado aveva la cassetta della puntata-zero del Pranzo è servito e voleva sentire da Mike cosa ne pensava. Avevo 20 anni, studiavo Economia e commercio, non immaginavo che sarei anch’io diventato un personaggio televisivo». Qual è stata la professione di suo padre? «Mio padre lavorava per l’Ibm, era un ingegnere elettronico. Nel 1959 partecipò a un progetto per fare il primo computer parlante e, nel 1974, lavorò per la realizzazione del primo software per il controllo del traffico aereo». Lei fu autore e conduttore di Stargate-Linea di confine su Tmc e La7 tra il 1999 e il 2003, poi di Voyager-Ai confini della conoscenza, su Rai 2, dal 2003 al 2018 e da allora fino a oggi sulle reti Mediaset, Retequattro, Italia 1 e Focus. Quale la genesi del suo interesse per i confini della conoscenza? «Io continuo a dire che sono un autore prestato alla conduzione. Ho scritto 20 libri, gli ultimi 11 best-seller, tutti pubblicati da Mondadori. Quindi, prima di tutto, scrivo. Nel 1996 sono stato autore di Misteri, condotto da Lorenza Foschini, e poi, nel ’98, stesso ruolo nella Macchina del tempo, condotto da Alessandro Cecchi Paone. Programmi di successo, il primo di misteri, il secondo di scienza tout-court. Ho capito, invece, che la strada più intrigante fosse non solo raccontare cosa la scienza conosceva in quel momento, ma anche sognare quello che si sarebbe potuto scoprire. Qualsiasi ricerca scientifica nasce da un sogno non ancora scientificamente provato. Quando feci Stargate, chiesi a Irene Bellini, una delle autrici che conobbi in Rai alla tv dei ragazzi, molto brava, di lavorare con me. Oggi è la signora Irene Bellini Giacobbo e con lei abbiamo fatto tre splendide figlie».Le scoperte scientifiche hanno risposto a numerose domande e trovato cure per alcune patologie. Tuttavia, la questione del rapporto cervello-mente, diremmo cervello-anima, resta un enigma.«Sto lavorando a un progetto che parla di questo, anche se non posso entrare nei particolari. Sono convinto che siamo frutto di una convivenza tra corpo e anima e quindi l’affermazione «nasciamo soli e moriamo soli» penso sia sbagliata. Noi nasciamo in due e questo rapporto non si potrà mai scindere fino all’ultimo giorno». In una celebre puntata di Voyager, intitolata «La vita oltre la vita», si occupò di Nde, esperienze di pre-morte. Pazienti con quadro clinico disperato hanno avuto visioni di fuoriuscita dal corpo e di incontri nell’oltre. Potrebbe essere questa la condizione ultraterrena, ossia vedere con l’occhio della mente?«La scienza è in continua evoluzione. Un grande fisico e scienziato, padre Ulderico Pasquale Magni, che ho conosciuto molto bene e nella sua lunga vita ha collaborato con Agostino Gemelli, Enrico Fermi, Guglielmo Marconi, spesso parlava di corpi di luce, ossia corpi energetici che permangono dopo la decadenza del corpo. Se a dirmi questo è un uomo che ha lavorato con i più grandi fisici e anche un religioso, allora sono convinto che, tra non molto, la scienza ci potrà dare risposte ancora più sorprendenti su alcuni passaggi che al momento sono solo una speranza e un sogno». In quella trasmissione, un fisico, Paolo Origlia, raccontò l’esperienza del figlio, deceduto in giovane età, che, attraverso mediazioni di mistici come Natuzza Evolo, comunicava precisi ricordi. Ciò farebbe supporre che i ricordi incisi nella mente continuino a esistere anche dopo la morte…«Alla Columbia University di New York ho intervistato Eric Kandel, Nobel per la Medicina per le sue ricerche sulla conservazione della memoria nei neuroni. Il fatto che una massa gelatinosa grigia come cervello, fatto di acqua, sangue, proteine, possa ricordare cose per molti anni, è una cosa fantastica. Quando un computer si spegne, l’hard disk rimane. Si comincia a pensare che il computer più potente sia proprio il nostro cervello, in grado di trasmettere «via cavo», comandando nervi e movimenti, ma anche “via etere”, un wi-fi naturale che può comunicare con altri cervelli. Nel reparto di rianimazione di un ospedale inglese, Sam Parnia mi ha raccontato di persone in arresto cardiaco che, secondo la scienza, non potevano ricordare ciò che gli stava accadendo intorno e, al risveglio, raccontavano di cose viste in quei momenti nella stanza che, in teoria, non avrebbero dovuto sapere». Lei ha anche affrontato i temi delle ipotetiche vite precedenti dell’individuo e della reincarnazione, cui è attento il buddismo. «Questo tema l’ho affrontato non attingendo a religioni, ma con medici psichiatri che fanno ipnosi regressiva, una pratica attuata per rimuovere blocchi o problemi psicologici, riportando l’individuo a traumi dimenticati per superarli». È una questione riproposta nella puntata di Freedom-Oltre il confine, del 12 ottobre 2024. «Grandi psichiatri, come Brian Weiss, che ho conosciuto di persona, attraverso sedute d’ipnosi regressiva, si sono accorti che le persone raccontavano non solo episodi della loro infanzia ma, tornando indietro, entravano nella vita di un uomo vissuto prima. Per carità, nulla di ancora di provato oggettivamente, però molto affascinante, con coincidenze sorprendenti, a cavallo della linea di confine della conoscenza». Ciò, tuttavia, metterebbe in crisi il concetto di individualità eterna di un’anima, caro alla teologia cattolica, e forse anche la speranza di un ritrovamento tra anime nell’Aldilà. «Difficile dire, questo è un ragionamento molto terrestre perché, alla fine, vai a capire un’anima in quanti corpi di può inserire. L’anima è una cosa talmente grande, non misurabile e ancora sconosciuta che non possiamo dire cosa possa o non possa fare. Una volta un grande scienziato mi disse: «Lei, che ha intervistato premi Nobel e scienziati, mica crederà in Dio?». Gli risposi: «Non vorrei deluderla ma, nel mio piccolo, ho la mia fede e non mi vergogno a dirlo. Lei sa quanto è grande l’infinito?». Diede una formula matematica. «Senta, noi non riusciamo nemmeno a immaginare cosa sia l’infinito. Non so quanto sia grande, ma un metro dopo l’infinito io lo chiamo Dio. Qualora avesse notizie, la prego di telefonarmi». Si mise a ridere, dicendomi che questo non gliel’aveva mai detto nessuno e ci avrebbe riflettuto». In una trasmissione ci ha fatto elucubrare sul fatto che i Dogon del Mali si tramandano da molti secoli l’esistenza di Sirio B, stella scoperta dall’astronomia nel 1862. «Sono quelle incredibili coincidenze che taluni evitano di affrontare, altri dicono essere prove. Io mi colloco nella posizione di chi non può negare alcune evidenze. Ma, prima di dire che siano realtà, bisogna studiarle con la passione per la conoscenza».Nel marzo 2020 contrasse il Covid. Al Policlinico Gemelli di Roma per alcuni giorni fu in rianimazione. «Francamente è stato tutto molto veloce. Sono stato tra i primi a essere contagiato, le persone mi morivano intorno continuamente. Sono stato molto fortunato, grazie anche ai medici e agli infermieri, eccezionali. Ricordo le lacrime commosse di un’infermiera, quando sono stato dimesso dopo 42 giorni, che mi disse: "per tutti noi sei una grande, buona notizia". Ricordo che la sera del mio ricovero eravamo in cinque e la mattina dopo ero solo». In quei drammatici momenti, una persona ha il tempo per porsi domande ultime?«Ormai mi avevano tolto anche l’anello della fede. Uno quasi non si rende conto di cosa stia vivendo in quei momenti. Con la coda dell’occhio continuavo a guardare, nel carrello, quella bustina trasparente che conteneva l’anello, accanto alle medicine. Questo voleva dire che ero ancora vivo».Si potrebbe pensare che la vita sia un sogno infinito?«La vita è una cosa bellissima. Solo il fatto di essere nati, significa aver vinto al primo colpo la lotteria più difficile del mondo. Dovremmo essere felici ogni giorno».