2024-10-29
Lucchini: «Anziani e studenti possono vivere assieme e aiutarsi a vicenda»
Generazioni a contatti (iStock). Nel riquadro, Elena Lucchini
L’assessore: «Il progetto partito a Pavia assicura affitti contenuti ai fuori sede e compagnia ai padroni di casa».Elena Lucchini è assessore alla Famiglia, solidarietà sociale, disabilità e pari opportunità della giunta regionale lombarda. Nel giugno scorso è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra la Regione e le sue università per favorire lo scambio intergenerazionale fra giovani e anziani, mettendo a disposizione degli atenei 1,2 milioni di euro, finanziando progetti sperimentali che coinvolgono studenti fino ai 25 anni e persone oltre i 65 in una sorta di patto di aiuto reciproco. E così, avviato il nuovo anno accademico, parte a Pavia (e altre città seguono), il progetto «Co-housing e caring tra generazioni».Qual è stata l’ispirazione che ha portato alla creazione del progetto di coabitazione tra generazioni?«Rispondo partendo dalla mia personale esperienza. Ho avuto la fortuna di crescere a stretto contatti con i nonni e negli anni ho compreso il valore che questa cosa: le generazioni più anziane sono un tesoro di conoscenze, di memorie e di tradizioni che va preservato. Per questo motivo l’assessorato alla Famiglia di Regione Lombardia ha valutato la possibilità di offrire agli studenti universitari un’occasione in più, anche per far fronte a due tematiche: il sostegno a una popolazione che, lo dicono i dati, cresce in età anagrafica e la risposta al crescente bisogno di alloggi a prezzi accessibili per gli studenti universitari, spesso fuori sede».Il progetto pavese prevede un contributo di 400.000 euro per coprire i costi di affitto e borse di studio. Quanti studenti e anziani potranno beneficiare di questa iniziativa nella fase sperimentale?«Nella fase iniziale i fondi permetteranno di sostenere un numero limitato di studenti, inizialmente previsto in alcune decine di giovani, per i quali la copertura del canone d’affitto e delle borse di studio sarà un aiuto tangibile. Allo stesso modo, gli anziani che decideranno di partecipare beneficeranno della compagnia e dei servizi offerti dai giovani ospiti. Questo progetto è pensato come un programma pilota, e speriamo che il successo iniziale apra la strada a un’espansione su più larga scala».Come verranno selezionati anziani e studenti che parteciperanno al progetto? Esistono criteri particolari?«Esistono e la selezione è mirata per assicurare un’esperienza positiva per entrambe le parti. Le persone sopra i 65 anni verranno scelti valutando la possibilità di condividere il proprio spazio abitativo, mentre i ragazzi saranno selezionati, oltreché sul dato economico, anche sulla base della loro disponibilità a offrire servizi di base». Per esempio?«Dare una mano nelle cose più semplici, come l’utilizzo delle risorse informatiche o l’accompagnamento per le pratiche amministrative o sanitarie. L’idea che sta alla base del progetto è lo scambio reciproco di conoscenze e competenze. Un giovane può aiutare il suo ospite prenotando una visita online, o pagando una bolletta in posta. Ma l’intento è che si creino legami, tali per cui poi ci sia la voglia di passare del tempo insieme per visitare una mostra o per andare a un concerto».Quali sono le aspettative riguardo all’espansione del progetto?«La nostra speranza è di vedere la coabitazione espandersi rapidamente anche al di là i confini regionali. Oltre a Pavia, ne abbiamo già in programma l’attivazione in collaborazione con le università degli studi di Milano e di Bergamo. Crediamo che il successo di questa prima fase pilota sarà una spinta per coinvolgere altri atenei e contesti urbani. L’idea è che ogni città possa adattare il modello alle proprie caratteristiche e risorse, promuovendo una rete di “patto intergenerazionale”».Sembra che il progetto abbia avuto un riscontro positivo.«È così. Finora la risposta è stata molto incoraggiante, soprattutto da parte degli studenti dell’ateneo pavese, dove questa iniziativa ha avuto origine. E anche tra gli over 65, nonostante alcune incertezze iniziali dovute soprattutto alla novità dell’iniziativa, molti hanno accolto con curiosità l’idea di avere uno studente come coinquilino. Del resto, c’è sempre il problema della tutela e della sicurezza, ma come dicevo ci sono criteri di selezione solidi, pensati appositamente».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.