2022-02-24
Individuati gli autori di QAnon, la setta complottista che ha sedotto milioni di americani
True
Manifestazione di Qanon a Los Angeles (Ansa)
Due team europei, grazie all’analisi linguistica, affermano di aver individuato i due autori dei famosi post cospirazionisti che hanno caratterizzato l’era Trump. Tutto nasce nell’ottobre 2017, quando «The Donald» annunciò una «tempesta» contro l’élite dem. Forse QAnon ha un nome. Anzi due. Due team europei di detective linguistici forensi, uno svizzero e l'altro francese, hanno utilizzato software e studi statistici per risalire all'identità dell'autore dei famosi post complottistici che hanno caratterizzato l’era Trump. Secondo tale ricerca, dietro alla presunta fonte riservata che per anni ha sparato bufale complottiste ci sarebbero Paul Furber, 55 anni, di Johannesburg, e Ron Watkins, americano di 34 anni che gestiva il sito web che dal 2018 ospita i messaggi di Q. Secondo i due team scientifici, con l'incrocio dei post dei soggetti in questione si sarebbe raggiunto un grado di accuratezza che va dal 93 al 99%. Contattati dal New York Times, i due hanno subito negato qualunque coinvolgimento. Chi non ha ben presente con cosa abbiamo a che fare, deve sapere che secondo una ricerca del Public Religion Research Institute e dell’Interfaith Youth Core, il 15 per cento degli americani aderisce alle teorie di QAnon. Se il dato fosse confermato, farebbe qualcosa come più di trenta milioni di americani. Una cifra pazzesca. Per ricostruire la storia di QAnon facciamo un passo indietro. È il 6 ottobre 2017 e Donald Trump, prima di cenare nel salone della Casa bianca con una delegazione di alti ufficiali delle forze armate accompagnati dalle famiglie, posa per le foto di rito e poi esclama: «Voi sapete cosa vuol dire questo? Forse è la quiete prima della tempesta». Una frase sibillina, ma nel puro stile di Trump. Una battuta come tante. Eppure, in rete la riflessione sulla frase era fermentata a dismisura. Su un forum frequentato da molti utenti di destra, 4chan,era partita una discussione intitolata «Calm Before The Storm». E qui, il 28 ottobre 2017, era apparso il primo messaggio firmato «Q». Si parlava di Hillary Clinton: secondo l’autore del messaggio, l’esponente democratica stava per essere arrestata. Anzi, un vero e proprio giro di vite era imminente. Eccola, la tempesta: Trump stava per sferrare l’attacco al deep state. Q, o meglio, inizialmente Q Clearance Patriot, millantava di essere un funzionario di alto livello del governo federale. Uno al corrente del piano, quindi. Pian piano, Q cominciò a diventare una celebrità nel Web che detestava i democratici e sosteneva Trump. In un’occasione scrisse: «Queste sono briciole, non potete immaginare il quadro completo». Attorno a queste «rivelazioni» dal tono oracolare si riunì un gruppo di «fornai» (bakers) che raccoglievano le «briciole» e le aggiungevano a un «impasto» (dough), cioè cercavano di rendere trasparenti gli eventi che Q raccontava in forma allusiva, talvolta dando solo numeri, frammenti, citazioni decontestualizzate. A proposito di fornai e impasti, a un certo punto i dispacci di Q si saldarono con il cosiddetto Pizzagate. Alt, altro passo indietro. Nel marzo 2016, l'account e-mail personale di John Podesta, responsabile della campagna di Hillary Clinton, era stato violato da un attacco hacker. Quando le mail furono diffuse in rete, nella galassia dell’Alt right ci fu chi interpretò con molta fantasia cospirazionista i riferimenti a una cena elettorale dem al ristorante Comet Ping Pong di Washington come allusioni alla pedofilia. Cp, l’acronimo di cheese pizza, venne arbitrariamente letto come «child pornography», concludendo che il ristorante fosse in realtà un luogo di incontro per gli abusi rituali satanici. Una tesi a dir poco strampalata, ma che aveva attecchito in maniera incredibile. A questo punto, tutto era chiaro (o quasi): tutto l’establishment democratico, vip hollywoodiani compresi, era coinvolto in un giro di pedofilia satanista e Trump aveva deciso di dare una stretta e arrestarli tutti. Era la Tempesta. La trama si arricchiva poi di sempre nuovi dettagli raccapriccianti: sarebbero esistite basi sotterranee in cui centinaia di bambini rapiti venivano torturati al solo fine di estrarre da loro l’adrenocromo, usato come elisir di eterna giovinezza dalle élite corrotte. Trump era per l’appunto il vendicatore di tutto questo, con l’aiuto dell’esercito, pronto ad assaltare le prigioni sotterranee. C’era tuttavia un piccolo problema: ogni volta che Q prediceva qualcosa, data una scadenza, invitava ad attendere una data fatidica, poi non succedeva mai nulla. La Tempesta non scoppiava mai. Ma niente paura: anche questo faceva parte del piano. Come spesso accade a questo tipo di teorie, inoltre, l’esagerazione folle e le ricostruzioni campate in aria hanno ottenuto l’unico risultato di gettare nel discredito qualsiasi analisi seria sulle malefatte dei dem o sulla stessa pedofilia. A meno che il «piano» non fosse proprio quello…
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)