2024-03-13
Inchiesta sulla proprietà del Milan. Indagati gli ad, perquisita la sede
L’ipotesi: fittizio il passaggio di proprietà del 2022 da Elliott a RedBird. Giorgio Furlani e Ivan Gazidis (che ha ricevuto 16 milioni di bonus) avrebbero ostacolato la vigilanza. Il club: noi estranei. Rischi dalla giustizia sportiva.La tesi è quella che circola negli ambienti finanziari da mesi e che questo giornale ha evidenziato in più di un articolo: nel passaggio di proprietà del Milan da Elliott al fondo RedBird di Gerry Cardinale, che si è chiuso nel mese di agosto del 2022, c’è qualcosa che non quadra, al punto da portare gli inquirenti a ipotizzare «fondati dubbi sull’effettiva proprietà del club». Questa frase messa nero su bianco nel decreto di perquisizione, vuol semplicemente dire che si sta indagando per capire se sia ancora Elliott l’effettivo proprietario del club e in questo caso se la cessione sia stata solo simulata. Per questo motivo l’attuale amministratore delegato dei rossoneri Giorgio Furlani e il suo predecessore Ivan Gazidis (che per la chiusura dell’affare aveva ricevuto un premio da 16 milioni di euro che comunque non ha gravato sui bilanci del club) risultano indagati con l’ipotesi di reato di ostacolo all’attività di vigilanza della Figc in relazione all’omessa comunicazione del titolare effettivo. Così come sono indagati Daniela Italia e Jean Marc Mclean, amministratori della società lussemburghese Project Redblack che controlla la Rossoneri Sport Investment, la società a sua volta lussemburghese, che era «detentrice delle azioni» del Milan. Proprio al fine di trovare prove che vadano in questa direzione, ieri, il nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza ha perquisito la sede del Milan, dove sono stati sequestrati documenti. Non solo. Perché perquisizioni nella mattina di ieri sono state eseguite anche nelle abitazioni private dei soggetti coinvolti.Del resto, l’operazione che ha visto il Milan passare a RedBird è stata subito dal punto di vista finanziario poco chiara. Si era chiusa solo grazie a un prestito molto sostanzioso (quasi la metà del deal) del venditore all’acquirente. Operazione che rientra nel perimetro degli affari tra private equity, ma rispetto alla quale non sono mai state rese note le condizioni. Secondo quanto risulta alla Verità si è trattato di un vendor loan da 550 milioni. Un mutuo triennale con scadenza 2025 e interessi intorno al 7%, ai quali però vanno aggiunti l’8% Pik (interessi pagati come titoli) e i warrant (azioni del Milan in base all’aumento del valore del club). Documenti alla mano, Gerry Cardinale ha sostenuto l’operazione con 278 milioni di dollari (attraverso il Fund IV Intermediate), ma per arrivare alla valutazione da circa 1 miliardo e 100 milioni ne mancano all’appello tra i 250 e i 300. E sulla provenienza di questa liquidità non è mai stata fatta chiarezze. Non solo, perché aveva destato stupore anche il fatto che il nuovo ad, Giorgio Furlani appunto, fosse un manager di Elliott e che poi venisse nominato con la carica di direttore finanziario Stefano Cocirio, altro ex manger del fondo dei Singer. Comunque, nel decreto firmato dai sostituti Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi, si legge che Gazidis e Furlani «al fine di ostacolare l’esercizio delle funzioni di vigilanza, esponevano fatti materiali non rispondenti al vero e comunque occultavano con mezzi fraudolenti, in tutto o in parte, fatti che avrebbero dovuto comunicare, concernenti la situazione economica, patrimoniale e finanziaria relativa all'assetto proprietario della società, ovvero omettevano le comunicazioni dovute alla predetta autorità, consapevolmente ostacolandone le funzioni». Gli inquirenti (tutto è partito da una denuncia dell’ex socio di Elliott, il fondo Blue Skye) ipotizzano «che il fondo Elliott conservi attualmente il controllo sostanziale della società Ac Milan, laddove all’autorità di vigilanza Figc sarebbe, invece, stata rappresentata l’effettiva cessione della proprietà in favore del fondo Redbird». Non solo. Perché se così fosse si creerebbe una situazione di conflitto di interesse dal momento che il fondo Elliott «risulta avere un’influenza dominante su un'ulteriore società di calcio francese il Lille e il controllo sulle due società violerebbe quanto previsto dall’articolo 5 del regolamento Uefa sulle competizioni continentali». Ma adesso cosa può succedere al Milan? Detto che il club sta prestando piena collaborazione e che in una nota afferma di risultare «terza ed estranea al procedimento in corso, l’inchiesta della procura milanese potrebbe avere risvolti anche a livello di giustizia sportiva. Adesso toccherà alla Figc guidata da Giuseppe Chinè acquisire le carte per poi capire se ci sono gli estremi per aprire un procedimento nei confronti del club rossonero, con rischi di conseguenti sanzioni che possono andare da una forte ammenda alle penalizzazioni. In una nota di agenzia, Elliott attraverso un portavoce, accusa nella sostanza la Procura di prospettare delle ipotesi «false», perché «Elliott non avrebbe dall’agosto del 2022 più nessuna partecipazione azionaria o controllo su Ac Milan».
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)