2021-01-17
In Norvegia 23 morti dopo il vaccino. «Effetti gravi su fragili e anziani»
Tredici erano over 80 e risiedevano in una Rsa. Mentre in Europa non esiste una banca dati sulle reazioni, negli Usa sono fornite informazioni su data della somministrazione, luogo, età, conseguenze (inclusi i decessi).Due giorni fa, l'Agenzia del farmaco della Norvegia ha registrato 23 morti, tutte persone anziane e fragili, «associate alla vaccinazione anti Covid» di Pfizer Biontech. Tredici delle persone decedute erano ospiti di una casa di riposo e avevano almeno 80 anni. Le reazioni comuni al vaccino, tra cui febbre e nausea, «potrebbero aver contribuito a un esito fatale in alcuni pazienti fragili», ha dichiarato venerdì il New York Post citando Sigurd Hortemo, a capo dell'Agenzia norvegese. Un rappresentante della Pfizer ha detto che la società è «a conoscenza delle morti segnalate» in seguito alla somministrazione del vaccino in Norvegia e che sta lavorando per raccogliere tutte le informazioni pertinenti. Secondo Pfizer «il numero degli incidenti finora non è allarmante ed è in linea con le previsioni». Il colosso farmaceutico ridimensiona e tranquillizza, come è ovvio, ma dobbiamo fidarci di quello che trapela. Le informazioni sono scarse, per non dire inesistenti. Negli Stati Uniti, invece, per conoscere se ci sono state reazioni avverse al vaccino contro il Covid si può contare su Cdc wonder, sistema integrato di informazione e comunicazione per la salute pubblica sviluppato dai Centers for disease control and prevention (Cdc), agenzia federale degli Stati Uniti che fa parte del dipartimento della salute e dei servizi umani. Non occorre essere un operatore sanitario, qualunque cittadino può accedere ai dati di ricerca statistica pubblicati, nonché a materiali di riferimento, rapporti e linee guida su argomenti relativi alla salute. Quindi anche sugli effetti dei vaccini. Le opzioni sono molte, si possono escludere sintomi per concentrarsi solo su disturbi respiratori o gastrointestinali, o sceglierne tra centinaia a disposizione. Tra le caselle da spuntare, anche quella relative alla dose (la prima o le successive) dopo la quale si sono verificate reazioni. È possibile selezionare il tipo di disturbo o infermità conseguente, morte inclusa. Così pure sapere se il vaccino era stato somministrato da un ente pubblico, privato, da militari, in residenze per anziani. La Verità ha chiesto di sapere quali reazioni e/o eventi avversi sono state segnalati dopo l'utilizzo del vaccino anti Covid di Pfizer Biontech. Si poteva selezionare la fascia di età, noi le abbiamo incluse tutte, facendo partire la ricerca da dicembre 2020 perché in quel mese, dal giorno 14, era iniziata negli Stati Uniti la fase di distribuzione di quel vaccino, autorizzato dalla Food and drug administration (Fda), l'agenzia governativa statunitense che si occupa di farmaci. Il tempo di premere send, invio, e subito è uscita una schermata con nomi. Accanto a ciascuno, il numero Id Vaers che consente di cercare i dettagli su uno specifico rapporto. Una sorta di codice identificativo. Concentriamoci su anziani e persone fragili, quelli che dovrebbero avere più bisogno del vaccino. Scopriamo così che una signora di 84 anni viveva in Texas ed era ospite di una residenza sanitaria assistenziale (Rsa). Il 29 dicembre era stata vaccinata contro il Covid e nello stesso giorno è morta. Leggiamo: «Vaccino somministrato senza reazione avversa immediata alle 11.29. La signora non si sentiva male e la temperatura era 98F (gradi Fahrenheit, equivalenti a 36,6 gradi Celsius, ndr). Verso le 13:30 il residente è deceduto». Segnalazione analoga per un'ospite di una Rsa viene fatta dalla figlia: «Nell'arco di 24 ore dal ricevimento del vaccino, si sono sviluppati febbre, difficoltà respiratorie e ansia richiedendo ossigeno, morfina e Ativan (un sedativo e miorilassante, ndr). Mia mamma è morta la sera del 26 dicembre». La signora, 83 anni, era stata vaccinata in California il giorno 23 dicembre. La figlia aggiunge: «Ci è stato detto che nell'ultimo test mia mamma era risultata negativa al Covid». Questo, sempre per dare l'idea della varietà di informazioni cui si può avere facilmente accesso negli States. Per una novantenne del Kentucky, di cui compaiono anche le iniziali P.T. sono bastati 90 minuti per andarsene all'altro mondo. Era stata vaccinata «15 giorni dopo aver preso il Covid, ha fatto sapere lo staff della Rsa. Dopo la prima dose di vaccino è stata monitorata per 15 minuti». Al novantesimo minuto ha perso la sua partita con il mondo. Dopo 30 minuti è morta un'altra ospite, 77 anni, del New Jersey: in seguito alla vaccinazione la sua pressione era schizzata alle stelle. Aveva solo 39 anni, invece, l'operatrice di una Rsa nell'Ohio deceduta il 3 gennaio scorso, una settimana dopo che le era stato somministrato il vaccino Pfizer Biontech. Dopo un giorno dalla vaccinazione è morto un sessantatreenne dell'Illinois, al quale era stato dato il farmaco il 28 dicembre scorso. Nella schermata escono anche i trattamenti farmacologici ai quali il paziente era sottoposto e i disturbi di cui soffriva, in questo caso depressione e schizofrenia. Negli Stati Uniti è possibile essere informati. Se invece un cittadino italiano vuole sapere quali reazioni avverse si sono registrate, dopo le prime vaccinazioni fatte nel nostro Paese, trova le porte chiuse. Zero dati. L'Aifa, l'agenzia italiana del farmaco, invita sì a segnalare le reazioni avverse ai vaccini anti Covid «al medico di famiglia, al centro vaccinale, al farmacista di fiducia o alla Asl di appartenenza», oppure compilando un'apposita scheda disponibile sul portale dell'agenzia. Fa anche sapere che «si stanno avviando alcuni studi di farmacovigilanza attiva sulle persone che si sono sottoposte alla vaccinazione, che permetteranno di raccogliere il maggior numero di informazioni possibili sull'uso sicuro dei vaccini nel contesto reale». Però quanto a banca dati accessibile a tutti, zero opzioni. Auguriamoci, almeno, che le segnalazioni finiscano tutte nella Rete nazionale di farmacovigilanza, perché senza una raccolta completa sarà difficile per l'Aifa valutare se «il rapporto beneficio/rischio» del vaccino «resta invariato e non è necessario modificare le informazioni sul prodotto», o se «i rischi superano i benefici della vaccinazione e l'autorizzazione del vaccino può essere sospesa o revocata e il prodotto ritirato».
Abiy Ahmed e Giorgia Meloni (Ansa)
Il presidente e ad di Philip Morris Italia Pasquale Frega a Cernobbio (Ansa)
Il presidente e ad di Philip Morris Italia dal Forum Teha di Cernobbio: «La leva competitiva è cruciale per l'Italia e l'Europa».