2018-12-10
Impasse Lega-5 stelle: zitto zitto Conte, con l'aiuto di Alpa, apparecchia le proprie nomine
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Il premier non è solo l'ago della bilancia del governo nelle trattative sulla manovra economica, ma appare sempre più un metronomo che batte il tempo delle nomine pubbliche. Sta imparando a muoversi nei corridoi dei Palazzi e a districarsi tra Palazzo Chigi e il Quirinale. Basta osservare il caso di Enav dove è stato nominato Nicola Maione: il manager, già nel board della società, è un avvocato che conosce molto bene Guido Alpa, mentore del presidente del consiglio, con cui negli anni ha organizzato corsi di diritto privato a La Sapienza.Nella primavera del 2019 scadono i vertici di Terna, Mps, Italgas. Po tocca a Snam, Leonardo, la Guardia di finanzia e l'Aisi, il controspionaggio. Giuseppe Bono saldo nel controllo di Fincantieri. Dall'Arabia Saudita Giuseppe Giordo guarda con interesse al nostro colosso della Difesa.Oggi è l'ultimo giorno di servizio per Alessandro Pansa e Alberto Manenti. Al loro posto Gennaro Vecchione e Luciano Carta.Per il Dis è l'ora dello sviluppo della ciber security. All'Aise si parla di trasloco e di nuovi rapporti con l'Egitto.Lo speciale contiene tre articoliGiuseppe Conte non è solo l'ago della bilancia del governo gialloblu nelle trattative sulla manovra economica, ma appare sempre di più un metronomo che batte il tempo delle nomine pubbliche. Zitto zitto impara a muoversi nei corridoi dei Palazzi e districarsi tra Palazzo Chigi e il Quirinale. Nei primi sei mesi l'esecutivo ha piazzato una serie di nomi. Altri ne restano. Tanti dovranno essere sfilati dal cilindro a partire dalla prossima primavera. Se il tema Cassa depositi e perestiti e Rai sono stati archiviati, sullo sfondo torna ad affacciarsi la grande tornata delle nomine della grandi aziende pubbliche che avrà il suo clou nel biennio 2019-2020. E' il risiko che coinvolgerà i primari gruppi italiani, da Enel, Eni, Fincantieri a Poste, Leonardo, Enav, Mps passando per Terna, Mps, Snam, Italgas, che dovranno rinnovare i propri consigli di amministrazione. Un giro di poltrone che scottano visto che ridisegnerà la geografia del potere economico del Paese. E' stato calcolato che in gioco ci siano 350 incarichi tra consigli di amministrazione e collegi sindacali. Senza dimenticare che il prossimo aprile sarà da affrontare anche il rinnovo di Mario Parente (prorogato per un anno) all'Aisi e la scelta del futuro comandante della Guardia di finanza. Sarà anch'essa una nomina importante visto il ruolo che ricoprono le Gialle gialle su delega gialloblù. Basti pensare al peso nel comparto dell'intelligence, ma anche al vertice dell'Agenzia delle entrate e soprattutto al fatto che nei momenti di difficoltà e di attrito tra la componente leghista e quella grillina del governo un nome proveniente dal Corpo sia riuscito a mettere tutti d'accordo. Ovviamente non si può nominare un generale della Gdf per tutte le poltrone ed ecco che nel frattempo nello stallo perenne che ormai caratterizza i vuoti in Consob, Antitrust o Anas, il presidente del Consiglio si sta muovendo con grande capacità e sta continuando a piazzare pedine con la propria personale benedizione. Come dire, tra i due litiganti il terzo gode.Lo si è visto pochi giorni fa in Enav, società di assistenza al volo controllata dal ministero dell'Economia e quotata in Borsa. Dopo le dimissioni di Roberto Scaramella, al suo posto è stato nominato Nicola Maione. Il manager, già nel board di Enav, è un avvocato che conosce molto bene Guido Alpa, mentore di Conte, con cui negli anni ha organizzato corsi di diritto privato a La Sapienza. Ma non è l'unica casella che il mite numero uno di palazzo Chigi vuole portare a casa. Voci ben informate spiegano che terminata la manovra economica potrebbe finalmente sbloccarsi la presidenza di Consob, posto vacante dal 13 settembre. Tra i grillini c'è una corrente che continua a sostenere Marcello Minenna, già assessore di Virginia Raggi, ma contro la sua nomina al posto di Mario Nava continuano a lavorare diverse forze, tra cui a quanto pare quelle ben inserite alla presidenza della Repubblica di Sergio Mattarella. Sulla casella dell'autorità di controllo della Borsa, però, secondo Il Fatto Quotidiano, si starebbe consumando l'ennesima manovra di Conte, che avrebbe sponsorizzato la diffusione della notizia del veto quirinalizio su Minenna per premere invece su Mirella Pellegrini, professore di Diritto dell'Economia presso alla Luiss di Roma. Pellegrini non è un nome qualunque. Fu tra i firmatari insieme con lo stesso Alpa di un appello alla fine del maggio scorso per sostenere Conte come presidente del Consiglio. In Consob sono molto titubanti sull'idea di inserire un nome come quello della Pellegrini anche perchè non troverebbe il sostegno della componente leghista del governo. D'altra parte il mentore del premier pugliese, devoto di padre Pio, è uomo trasversale, già nel consiglio di amministrazione di Leonardo, con buone entrate sia nel centrodestra, vedi sponda nel gran ciambellano Gianni Letta, sia nel centrosinistra, anche perché grande amico di Andrea Zoppini, avvocato, grande amico di Giulio Napolitano, il figlio dell'ex presidente della Repubblica.Claudio Antonelli e Alessandro Da Rold<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/impasse-gialloblu-zitto-zitto-conte-con-laiuto-di-alpa-apparecchia-le-proprie-nomine-2622871360.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="per-il-dis-e-ora-della-sfida-della-cyber-security" data-post-id="2622871360" data-published-at="1757647698" data-use-pagination="False"> Per il Dis è ora della sfida della cyber security. Giphy I saluti sono incominciati già da qualche settimana, quando sono state comunicate le nuove nomine, ma sarà oggi il vero ultimo giorno di permanenza delle direzioni di Dis e Aise, con l'addio di Alessandro Pansa e Alberto Manenti. Da quel che trapela i sostituti, Gennaro Vecchione e Luciano Carta, entrambi generali della Guardia di finanza, hanno due profili molto diversi tra loro. D'altronde si troveranno a operare in due ambienti molto differenti. I due direttori troveranno nelle rispettive organizzazioni situazioni opposte, con aspettative e stati d'animo del tutto contrastanti. Del resto alle nomine si è arrivati dopo mesi di trattative, non è stato un percorso facile, soprattutto dopo che l'ex presidente del consiglio, Paolo Gentiloni, aveva rinnovato allo scadere del suo mandato gli incarichi sia di Pansa sia di Manenti, oltre che quello dell'ex comandante del Ros, Marco Parente, all'Aisi. Il governo del cambiamento, attraverso le nuove nomine dei vertici dell'intelligence, sta cercando di dare una svolta alla propria azione di governo, in particolare dal punto di vista diplomatico, in Libia. La visita del generale, Khalifa Haftar, la scorsa settimana a Roma segna un cambio di rotta. Il comandante della Cirenaica è sbarcato due volte nel nostro Paese in meno di trenta giorni, inimmaginabile fino a qualche mese fa. Del resto l'Italia sta tornando a svolgere una propria azione di politica internazionale, e scegliendo la strada molto difficile e rischiosa del dialogo con gli Usa, la Russia e la Cina, si è ormai affrancata dall'asse franco-tedesco. Allo stesso tempo non va dimenticato che il Dis ha negli ultimi anni sviluppato il ruolo di vera e propria guida dell'intelligence italiana, attribuito dalle ultime riforme, interpretato attraverso l'indirizzo di personalità come l'ambasciatore Giampiero Massolo, ora presidente di Fincantieri, approdato al Dipartimento di pubblica sicurezza dopo aver ricoperto l'incarico di segretario generale della Farnesina, e dello stesso Pansa che prima di diventare direttore è stato Capo della polizia. Vecchione, insomma, rispetto ai suoi predecessori non avrebbe lo stesso curriculum, e come precedente incarico ha ricoperto quello di Direttore della Scuola interforze. Il Dis è una macchina complessa e collaudata. Per questo motivo in molti si attendevano che il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, optasse per premiare una soluzione interna. Conte ha invece sorpreso tutti, tirando fuori dal cilindro il nome di Vecchione, a quanto pare a lui vicino dal punto di vista famigliare e religioso: la moglie del generale è una devota di padre Pio. Parlando con chi ha avuto modo di conoscerlo c'è chi dipinge Vecchione come un ufficiale molto scrupoloso ma con poca esperienza di comando territoriale. Fortunatamente al Dis potrà contare su una struttura che saprà supportarlo nella risoluzione dei dossier più importanti, tra questi spicca sicuramente il trasferimento dei servizi nella nuova sede di Piazza Dante. Si tratta di un progetto molto ambizioso – portato avanti negli anni sin dai tempi di Gianni De Gennaro, ora presidente di Leonardo, e dall'attuale vicedirettore Enrico Savio - giunto ormai nella fase conclusiva. Non solo. C'è un altro dossier che riguarda il Dis molto delicato. E' il ruolo della struttura di sicurezza cibernetica (Nis) con a capo il professor Roberto Baldoni, detto il cyber zar, dove c'è chi attende un contributo maggiore in termini di apporto qualitativo in fase di progettualità a supporto della sicurezza cyber. Ma considerata la mancanza di esperienza di Vecchione su questi specifici temi, non è escluso che almeno in una prima fase ci possa esser un incarico proprio per Pansa come consigliere per la sicurezza del presidente del consiglio. Si tratterebbe di un ruolo che nel concreto si tradurrebbe nella funzione di un vero e proprio "tutor" necessario per colmare l'inesperienza di Vecchione e trasferirgli le conoscenze fondamentali di un sistema così articolato e complesso. Per quanto riguarda l'Aise siamo di fornte a una soluzione interna. E' stato per due anni vice di Manenti, proviene dagli ufficiali della Guardia di finanza e se non fosse stato per Matteo Renzi, che gli preferì Giorgio Toschi, sarebbe diventato il comandante generale delle fiamme gialle. Il ruolo di Carta all'Aise sarà di sicuro diverso. A quanto pare quello che gli agenti del servizio estero chiedono a Carta è di riportare equilibrio e serenità a Forte Braschi, dopo anni difficili, anche per l'allontanamento e la promozione di diversi agenti. Per questo motivo il mandato di Carta all'Aise sarà molto più ostico e complesso anche perché troverà nei posti chiave dirigenti nominati dall'ex ministro Marco Minniti e vicini anche al vice Gianni Caravelli, sponsorizzato (senza successo) in questa ultima corsa dal ministro della Difesa, Elisabetta Trenta. Ma soprattutto l'obiettivo sarà quello di ridare serenità al nostro operato in situazioni complesse coma Libia o l'Egitto. Anche il caso Regeni rappresenta l'ulteriore sintomo del fallimento della precedente gestione estera dell'intelligence. Alessandro Da Rold <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/impasse-gialloblu-zitto-zitto-conte-con-laiuto-di-alpa-apparecchia-le-proprie-nomine-2622871360.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="fincantieri-saldamente-nelle-mani-di-giuseppe-bono-giordo-da-riad-osserva-litalia" data-post-id="2622871360" data-published-at="1757647698" data-use-pagination="False"> Fincantieri saldamente nelle mani di Giuseppe Bono. Giordo da Riad osserva l'Italia Giphy Il manager italiano, Giuseppe Giordo, è stato nominato dal Fondo sovrano dell'Arabia Saudita Pif (Public Investment Fund) consigliere di Sami (Saudi arabian military industry), società costituita per lo sviluppo dell'industria della Difesa saudita.L'ex ad di Alenia Aeronautica, è stato scelto dopo una selezione internazionale. Rimarrà, comunque, Amministratore delegato di Aero Vodochody di Praga dove lavora dal 16 maggio 2016. L'anno prima, nel 2015, Mauro Moretti allora ad di Leonardo (già Finmeccanica) non volle confermarlo nel suo ruolo. Aero Vodochody, fondata nel 1919 come Aero, è attiva nel settore metalmeccanico con principale attività in campo aeronautico. Venduta alla Boeing dopo il crollo del comunismo, ma presto ricomprata dallo stato ceco, nel gennaio 2007 è stata nuovamente privatizzata e attualmente è di proprietà del gruppo finanziario ceco Penta investments. L'azienda realizza componenti per conto di terzi, collaborando a numerosi progetti di Alenia, quali C-27J, F/A-18, JAS-39 Gripen, Embraer 170/190, Airbus 320/340, Boeing 767, oltre agli elicotteri Sikorsky S-76 per conto della Sikorsky Aircraft. Giordo è stato un grande protagonista della vendita degli Eurofighter al Kuwait, ma soprattutto sarebbe un ingranaggio fondamentale per l'attuale Leonardo per capire quanto quest'ultima possa essere coinvolta nella produzione del Tempest, il velivolo di quinta generazione, prodotto da Gran Bretagna e Svezia con il supporto di Bae system e indirettamente da Sami, la più grande cassaforte per sviluppo di tecnologia militare. In molti osservano le mosse di Giordo in vista delle prossime nomine al vertice di Leonardo. Alcuni analisti osservano che potrebbe accettare solo portando in dote l'azienda ceca, mentre altri spiegano che il desiderio del manager sarebbe quello di dedicarsi ad altri comparti come l'oil & gas. Osserverebbe da lontano quindi altre società partecipate dallo Stato come Snam o altre collegate a San Donato Milanese. Strada molto difficile da percorrere perchè allo stato attuale il governo nel settore energetico non vorrebbe ribaltoni, mentre al contrario potrebbe essere interessato a rafforzare il progetto Tempest. I gialloblù sanno di dover trovare un sostituto dell'Eurofighter che però non confligga con il caccia Usa prodotto da Lockheed Martin. La nostra fedeltà al programma Jsf con una novantina di F 35 è un pilastro indiscusso della politica industriale militare tricolore. Un passaggio a parte lo merita, infine, Fincantieri. Giuseppe Bono storico patron del colosso statale della cantieristica veleggia veros una nuova stagione di leadership. Probabilmente da presidente della quotata ma con un particolare occhio di riguardo alla ristrutturazione che Cassa depositi e prestiti potrebbe avere nel cassetto. Non a caso gira il nome di Salvatore Sardo al vertice di Fintecna, la holding che potrebbe acquisire sotto di sè, oltre a Fincantieri, anche Enav e Leonardo. Lasciando alla holding poteri più che raddoppiati rispetto alla situazione attuale. Sarebbe per Bono una grande rivincita dopo essere stato - come più spesso lui stesso ha dichiarato - cacciato da Piazza Montegrappa. Diventerebbe il padre costituente della Difesa pubblica del nuovo millennio.Claudio Antonelli
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».