2019-07-07
Il veliero sfonda i blocchi ma il Viminale tiene duro: niente sbarco a Lampedusa
Mediterranea infrange i divieti e arriva in porto. Il governo nega l'ok per scendere a terra e l'Ong minaccia denunce: «È sequestro di persona». In arrivo anche Sea Eye.La comandante della Sea Watch verrà interrogata il 9 luglio, intanto rilascia interviste e annuncia azioni legali contro il vicepremier. Proposta di Berlino: dividere gli africani fra varie nazioni.Lo speciale contiene due articoli. Ore 17.20 di ieri pomeriggio: l'Italia prende atto di non avere più sovranità nazionale. Il principio fondamentale di ogni popolo libero è stato spazzato via lo scorso 2 luglio, non da un colpo di stato, ma da una sentenza di un gip di Agrigento, Alessandra Vella, che quando ha deciso di scarcerare la capitana di Sea Watch 3, Carola Rackete, perché aveva infranto le leggi italiane «nell'adempimento di un dovere, salvare vite», ha di fatto reso impotenti le nostre forze dell'ordine, il nostro governo, la nostra democrazia, di fronte all'arroganza delle navi da guerra propagandistica che si fanno chiamare Ong. Alle 17.20 di ieri il veliero Alex (della Ong italiana Mediterranea saving humans), entra nel porto di Lampedusa col suo carico di 41 extracomunitari, scortato da una motovedetta della Guardia di Finanza, e attracca alla banchina. Il capo missione Erasmo Palazzotto, deputato di Sinistra italiana, se ne è altamente fregato di tutti gli alt e i divieti, a partire da quello di ingresso nelle acque territoriali italiane: sa di godere dell'immunità, non quella parlamentare, ma una forma diversa, melmosa, una sorta di impunità politica.Palazzotto scende dalla barca e si gode il suo quarto d'ora di notorietà: si rivolge alle forze dell'ordine presenti sulla banchina con modi spicci, impartisce disposizioni. «Dovete far sbarcare queste persone, vogliamo acqua e un medico a bordo», dice Palazzotto con tono autoritario al dirigente della polizia di Stato, mentre controlla se le tv stiano riprendendo il suo profilo migliore. «Ci sono persone», fa sapere negli stessi istanti la portavoce di Mediterranea, Alessandra Sciurba, «che rischiano di svenire e che devono andare in bagno, i nostri servizi igienici sono inservibili. Questo è un sequestro di persona, non è più uno stato di diritto. Devono farci sbarcare». Ha ragione la Sciurba: l'Italia non è più uno stato di diritto da quando la magistratura ha deciso di liberalizzare gli sbarchi nei porti italiani, con una disposizione, quella del gip Vella, che non a caso aveva mandato su tutte le furie il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che ne aveva previsto le conseguenze. La Alex è entrata nel porto di Lampedusa dopo che le motovedette della Guardia di Finanza e della Capitaneria di porto hanno intimato l'alt: Palazzotto ha risposto nisba, tirando in ballo la formuletta magica, quella dello «stato di necessità», quella che la capitana Rackete e il gip Vella hanno trasformato in un salvacondotto universale. «Non autorizzo nessuno sbarco», dichiara il ministro dell'Interno Matteo Salvini alle 18.32, dopo aver letto il farneticante comunicato della Ong, «di chi se ne frega delle leggi italiane e aiuta gli scafisti. Io denunciato per sequestro di persona? Siamo al ridicolo». Mentre si consuma questa tragica farsa, un'altra nave, la Alan Kurdi (della Ong tedesca Sea Eye), staziona al limite delle acque territoriali italiane, al largo di Lampedusa, con a bordo 65 clandestini.«Con 65 persone soccorse a bordo», ha twittato la Ong alle 7.30 di ieri mattina, «ci stiamo dirigendo verso Lampedusa. Non siamo intimiditi da un ministro dell'Interno ma siamo diretti verso il più vicino porto sicuro. Si applica la legge del mare, anche quando qualche rappresentante di governo rifiuta di crederlo». Tre ore dopo, alle 10.20, una motovedetta della Guardia di Finanza ha notificato al comandante della Alan Kurdi il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali italiane. «Non ci sono emergenze», fa sapere alle 18.30 Gorden Isler, presidente di Sea Eye a bordo della Alan Kurdi, «e non ci sono grossi problemi medici. Ma ci sono 39 minorenni a bordo, che sono particolarmente vulnerabili. Pertanto, è importante il più rapidamente possibile arrivare a una soluzione europea consensuale. Quando a bordo acqua e cibo scarseggeranno o il tempo sarà molto brutto, dovremo prendere una decisione sensata con il comandante della nave». Non ci vuole un indovino per capire che la «decisione sensata», finché la Alan Kurdi resta al largo di Lampedusa, sarà forzare il blocco e attraccare.Intanto, sulla banchina di Lampedusa la situazione si era cristallizzata: gli extracomunitari a bordo, le forze dell'ordine a tenere d'occhio la barca, i protagonisti della Ong presi a rilasciare interviste e dichiarazioni a raffica. Salvini rivela una circostanza che ha dell'incredibile: «Ieri (l'altro ieri per chi legge, ndr) sono stati consegnati», racconta il ministro dell'Interno, «più di 400 litri di acqua potabile alla barca a vela Alex e altrettanti sono stati successivamente rifiutati. Oltre all'acqua, l'Italia ha garantito cibo, coperte e medicinali. Attraverso il proprio ufficio stampa, la Ong ha fatto sapere che le bottiglie d'acqua erano troppo ingombranti e a causa delle condizioni igienico sanitarie ha deciso di infrangere il divieto di accesso nelle acque italiane». Conclude Salvini: «Pur di infrangere la legge mettono a rischio la vita degli immigrati». Il vicepremier leghista polemizza col ministro della Difesa, Elisabetta Trenta: «Ragioneremo sulla presenza di navi militari nel Mediterraneo. Domando ai vertici della Marina e della Guardia di finanza se la difesa dei confini è un diritto dovere o se sono diventati un di più, una cosa che si può rispettare o meno». Arriva il tramonto, la situazione non si sblocca. Un medico sale a bordo, mentre le forze dell'ordine spiegano ai responsabili delle Ong che occorre spostare la barca dalla banchina al molo Favaloro, per consentire alle persone a bordo di utilizzare i bagni del porto. A bordo della Alex e sulla banchina ci sono più telecamere e giornalisti che «naufraghi», i responsabili della Ong rilasciano interviste a go go, a Lampedusa va in scena quella che sembra una puntata, assai deprimente, dell'Isola dei famosi. La cosa più grave è che si prevedono repliche. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/il-veliero-sfonda-i-blocchi-ma-il-viminale-tiene-duro-niente-sbarco-a-lampedusa-2639106801.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="carola-alza-la-cresta-querelo-la-germania-offre-posto-ai-migranti" data-post-id="2639106801" data-published-at="1758063905" data-use-pagination="False"> Carola alza la cresta: «Querelo». La Germania offre posto ai migranti Un porto sicuro. Già, l'Italia sarà pure un Paese «isolato» in Europa a detta della sinistra, con un'economia stagnante, ma quando il dato sull'occupazione è il migliore degli ultimi 7 anni nessuno ne parla, con un governo fondato su un contratto che non durerà ma intanto va avanti, con un clima sociale brutto che ricorda il fascismo, il razzismo. Però è un porto sicuro. Lo pensano tutte le Ong, tedesche, italiane e spagnole, che con le loro imbarcazioni recuperano gente nel mare libico, e vogliono fare rotta soltanto verso l'Italia. Non importa se c'è più vicina Tunisi o se Malta apre i porti in nome della collaborazione col nostro Paese, i professionisti della solidarietà vogliono approdare a Lampedusa, unico porto sicuro del Mediterraneo. È per questo che ieri l'equipaggio del veliero di Mediterranea, con a bordo 41 migranti più l'equipaggio, ha twittato: «Di fronte alla intollerabile situazione igienico sanitaria a bordo ha dichiarato lo stato di necessità e si sta dirigendo verso il porto di Lampedusa unico possibile porto sicuro di sbarco. In queste ore di attesa snervante non abbiamo sentito che “no" dalle autorità italiane ed europee. Abbiamo chiesto: possono i naufraghi raggiungere Malta con motovedette del corpo delle Capitanerie di porto-Guardia Costiera? No. Possono i naufraghi raggiungere Malta su assetti maltesi? No. Possiamo essere riforniti di acqua dolce, cibo e gasolio per arrivare a Malta? No. Possiamo trasbordare in acque internazionali? No. Siamo a un'ora di navigazione da Lampedusa, abbiamo proposto varie soluzioni ricevendo sempre la stessa risposta: No». Un unico obiettivo: forzare il blocco imposto dal Viminale. «La situazione a bordo è impossibile da sostenere. Manca l'acqua (anche se il Viminale ha fornito cibo, acqua e coperte, ndr) Bisogna entrare e basta» ha ribadito il no global e capo missione Luca Casarini. Un chiaro messaggio al ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che ha ripetuto: «La nave dei centri sociali a quest'ora sarebbe già arrivata a Malta, che aveva dato la disponibilità di un porto sicuro. Infrange la legge, ignora i divieti ed entra in acque italiane. Le forze dell'ordine sono pronte a intervenire, vediamo se anche in questo caso la “giustizia" tollererà l'illegalità: in un Paese normale arresti e sequestro della nave sarebbero immediati. Questi non sono salvatori, questi sono complici dei trafficanti di esseri umani». Nel frattempo c'è anche la nave Alan Kurdi di Sea Eye che, con 65 immigrati a bordo e la notifica del decreto Sicurezza, pretende di attraccare a Lampedusa. L'intesa con Malta non si è ancora concretizzata in un reale scambio ma Salvini, dopo aver ingoiato il rospo Rackete, non intende cedere sulla Ong Mediterranea pur ammettendo ieri, durante la sua visita a Milano, che Tripoli in questo momento «non può essere un safe place per chiunque soccorra migranti in difficoltà». Anche alla Sea Eye il leader del Carroccio non fa sconti: «È una nave tedesca, vada in Germania». Proprio da Berlino il ministro dell'Interno ha ricevuto una lettera dell'omologo tedesco Horst Seehofer: «Sia nel caso della Alan Kurdi che nel caso di Alex siamo pronti, nell'ambito di una soluzione solidale europea, a prendere alcune delle persone salvate». Come dire: ci pensi l'Ue non la Germania. Una posizione ben chiara, che spacca la politica tedesca visto che ieri 70 sindaci si sono offerti di accogliere migranti andando contro il governo di Angela Merkel. È anche per questo che il vicepremier Salvini, che non ha intenzione di mollare sulla linea anti sbarchi, vuole scuotere l'Europa ridiscutendo il trattato di Dublino: «Non mi sembra che la maggioranza dei Paesi europei sia intenzionata a farlo, quindi ci stiamo attrezzando per ridiscuterlo sostanzialmente da soli. Stiamo ragionando per superare regole che non funzionano». Nel frattempo Salvini deve pensare anche alla capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete (che ha forzato il blocco, speronato una motovedetta della Finanza ed è libera), la quale vuol querelarlo per diffamazione. «Non vedo l'ora di incontrarla in tribunale, di guardare in faccia una che ha provato a uccidere dei militari italiani. Qui ci sono i giudici che decidono della vita e della morte di tutti, fosse per me sarebbe già a Berlino», ha detto il ministro. La Rackete deve rimanere a disposizione dei magistrati - che l'hanno indagata per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina - e nel frattempo rilascia interviste in contemporanea ai soliti giornaloni: Repubblica, Der Spiegel e Guardian, per dire che non è ricca, che non si è pentita di quello che ha fatto, e soprattutto che Salvini «rappresenta l'avanzata dei partiti di destra che si sta verificando in tutta Europa. Comprese Germania e Gran Bretagna. Parlano di immigrazione senza essere supportati dai fatti».