2024-04-15
Il raid annunciato non buca le difese. Fanno scudo pure sauditi e giordani
Droni e missili quasi tutti abbattuti. Ma a Gerusalemme fermarli è costato 1 miliardo.Caccia, jet e infine l’impenetrabile sistema di difesa missilistico Iron dome. Israele e alleati, nella notte dell’attesa e prevista offensiva iraniana, hanno alzato uno scudo letteralmente inviolabile, neutralizzando il 99% degli attacchi ordinati da Teheran. Un successo, considerato il numero di droni e missili lanciati: «Circa 360 diverse munizioni», precisa il tenete colonnello Peter Lerner, un portavoce dell’Esercito di difesa israeliano, «170 droni esplosivi, 30 missili cruise e 120 missili balistici». Fonti legate al cosiddetto Asse della resistenza, formato dai gruppi armati filoiraniani (Hamas, Hezbollah, Houthi, Hash al Shabi) avevano spiegato che sco all’attacco di Teheran contro Israele, denominato «Promessa di verità», si componeva di tre fasi: primo, il lancio dei droni dall’Iran; secondo, il lancio di droni e missili da Siria, Libano e Iraq, per mettere in difficoltà i sistemi di difesa aerea israeliani; terzo, il lancio di missili da crociera e missili balistici. Così come era previsto l’attacco, era previsto anche il sostegno degli storici alleati di Israele, che si erano preparati «a ogni scenario». I primi caccia ad alzarsi in volo sono stati quelli americani, poi quelli britannici e francesi. Fonti del Pentagono hanno riferito che gli Stati Uniti hanno intercettato più di 70 droni e almeno tre missili balistici grazie agli F-18 decollati dalla portaerei Eisenhower, posizionata nella parte Nord del Mar Rosso. Almeno due i caccia francesi in volo. «La Francia ha un’ottima tecnologia, jet, radar», il commento del portavoce dell’Idf. I jet della Raf sono partiti dalle basi di Cipro abbattendo droni vicino al confine tra Siria e Iraq. Una potenza aerea in grado di contrastare tutte e tre le ondate di attacchi iraniani. La sorpresa è arrivata dall’aeronautica della Giordania, che ha deciso di intervenire intercettando e abbattendo dozzine di droni entrati nel loro spazio aereo, ufficialmente per difendere i propri cittadini, ma di fatto schierandosi e rompendo la neutralità fin qui tenuta. A difendere lo Stato ebraico è intervenuta anche l’Arabia Saudita (evidentemente, nel quadro dello scontro tra islam sunnita e sciita). Nonostante le forze aeree dispiegate, alcuni missili e droni hanno raggiunto lo spazio aereo israeliano. Una bimba beduina di 7 anni è rimasta ferita alla testa ed è in pericolo i vita. Nei cieli di Israele però è intervenuto con efficacia chirurgica l’Iron dome, progettato per intercettare razzi a corto raggio a una distanza massima di 70 chilometri. Ogni batteria Iron dome è composta da tre sezioni principali: un sistema di rilevamento radar, un computer per calcolare la traiettoria del razzo in arrivo e un lanciatore che spara se si ritiene che il razzo possa colpire un’area edificata o strategica. Si affianca ad altri sistemi di difesa missilistica come Arrow, per contrastare i missili balistici a lungo raggio, e David’s Sling, per attacchi missilistici a medio raggio. Secondo il Center for strategic and international studies di Washington, la produzione di ciascun intercettore Iron dome costa tra i 40.000 e i 50.000 dollari. Infatti se sul campo, o meglio nei cieli, la vittoria di Israele resta indiscutibile, all’Iran si può attribuirne una di tipo politico. Secondo alcuni analisti, a Teheran sarebbero bastati 100 milioni di dollari per sferrare questo attacco, mentre il generale di brigata Reem Aminoach, consigliere economico dell’ex capo di stato maggiore dell’Idf, ha riferito a Ynet che la difesa israeliana sarebbe costata tra 1 e 1,3 miliardi. Una notte storica, quella tra il 13 e il 14 aprile, che ha visto scontrarsi frontalmente per la prima volta Iran e Israele e che per alcune ore ha tenuto il mondo con il fiato sospeso. Gli obiettivi iraniani, secondo le fonti israeliane, sarebbero stati le alture del Golan, nel Nord Est, e le basi aeree del Negev. In quelle zone sono stati feriti due bambini di 7 e 10 anni, le uniche due vittime di questo imponente attacco.Nella notte si sono diffuse anche le immagini delle lunghe file di auto ai benzinai in Iran. La paura di una immediata ritorsione israeliana è altissima, ma intorno all’una di notte, ora italiana, i pasdaran hanno fatto sapere che l’attacco si era concluso: il loro obiettivo era stato raggiunto. Evidentemente non un obiettivo militare, ma simbolico.
La Global Sumud Flotilla. Nel riquadro, la giornalista Francesca Del Vecchio (Ansa)
Vladimir Putin e Donald Trump (Ansa)