2019-09-15
Ricomincia la pacchia
Convinto che Francia e Germania manterranno le promesse sull'immigrazione, l'esecutivo guidato da Conte stravolge le politiche riguardo i nostri confini. Risultato: ci sarà un boom di arrivi, tutto a spese degli italiani.So che qualcuno potrà storcere il naso e forse ci sarà addirittura chi riterrà cinica la mia riflessione. E tuttavia, il miglior alleato di Matteo Salvini è, al momento, Giuseppe Conte. Non solo per la sua giravolta imbarazzante che lo candida a essere il miglior voltagabbana dell'anno. La capriola del presidente del Consiglio ha infatti contribuito a puntellare i consensi dell'ex ministro dell'Interno. Ma a spingerlo ancor più su nel gradimento degli italiani dopo la sconfitta registrata con la crisi di governo sarà nei prossimi mesi, ne sono convinto, l'atteggiamento che il Conte 2, versione uguale e contraria al Conte 1, sta adottando sul fronte dell'immigrazione.Già, perché il premier, quello che un anno e mezzo fa si dichiarò orgogliosamente populista e mesi dopo si assunse in prima persona davanti alla magistratura e al Parlamento la responsabilità di non aver fatto sbarcare 177 migranti dalla nave Diciotti della Marina militare, ora è altrettanto orgogliosamente europeista e pronto ad assumersi, sempre in prima persona, la responsabilità di far sbarcare migliaia di profughi, a cominciare da quelli della Ocean Viking. A voi, che non siete esperti di malizie politiche, il comportamento del presidente del Consiglio potrà sembrare opportunista o, peggio, suicida. Ma posso assicurarvi che non è come sembrerebbe a una analisi superficiale.Se fino a ieri Giuseppe Conte era favorevole a tenere i porti chiusi per impedire lo sbarco dei migranti e poi all'improvviso è diventato un fautore della politica dei porti aperti, anzi, apertissimi, non è, come qualche persona in malafede potrebbe pensare, per calcolo politico o per conservare la poltrona. No, quelle che qualcuno ha ipotizzato sono tutte cattiverie gratuite. Perché Giuseppe Conte è autenticamente uno e bino, un avvocato bifronte, una specie di abito double-face, che fa il legale del popolo ma anche quello delle élite, a seconda delle esigenze. Per lui destra e sinistra sono schemi del passato, adesso c'è solo il centro, anzi, il centrino, quello su cui lui si è sistemato, un po' come quei vigili urbani che dirigono il traffico in mezzo a una piazza issati su un piccolo podio. Ecco, lui sta lì, girando un po' la testa per far passare un po' di cose di sinistra e soprattutto far avanzare un po' di poltrone, e poi si gira verso destra per accondiscendere alle esigenze - e agli strapuntini - reclamati da quest'altra parte.Conte è il primo presidente del Consiglio della storia della Repubblica senza identità (attenzione: non ho detto senza qualità, perché uno che riesce a sopravvivere a Luigi Di Maio e Matteo Salvini qualche qualità nascosta ce la deve avere), cioè senza possibilità di essere collocato negli schemi conosciuti. Conte è Conte, uno che non è ancorato a un'ideologia, ma neppure a un programma. Infatti, nel giro di un anno e mezzo, ne ha già sottoscritti due, passando dai moti populisti che piacciono a Lega e 5 stelle al moto ondoso che piace al Pd, e forse presto ne farà un terzo, magari con Matteo Renzi. Conte è il primo premier liquido, nel senso che non ha un pensiero solido, ma può permettersene uno che scorre come acqua fresca e cambia forma in base alle necessità.Per questo, tornando al tema dei migranti, il nostro è transitato da una politica del rigore a una del dolore, genuflettendosi alle richieste della sinistra estrema che predica l'accoglienza per tutti i derelitti del mondo. Naturalmente a spese degli italiani. Infatti, se prima gli extracomunitari non avevano diritto di asilo, ma solo di tornare a casa loro, oggi secondo il Conte 2 hanno diritto di essere accolti tutti quanti da mamma Europa, ovviamente per tramite dell'Italia. Che al momento la Ue e il suo generoso aiuto non si siano fatti sentire è un dettaglio che incide poco o nulla su ciò che stiamo per raccontarvi. Perché a Conte, per aprire i porti, bastano le promesse di Macron e compagni, non un trattato. Il premier, ignorando anni di bluff di Bruxelles, ha deciso di credere che con lui a Palazzo Chigi gli altri Paesi non saranno insensibili alle richieste che arrivano da Roma. Risultato: fidandosi delle rassicurazioni dei nostri partner, il nostro ha dato via libera ai migranti della Ocean Viking, trasbordandoli a bordo delle motovedette della Guardia costiera. Una mossa che avrà come effetto la moltiplicazione degli sbarchi.Ma questo non è che il primo passo, perché con la fiducia al Conte 2 si passa a una nuova fase nella politica di accoglienza dei profughi. A spiegarlo è stata Marina Sereni, fresca di nomina alla Farnesina. La neo sottosegretaria, transitata direttamente dalla poltrona dello studio di Bruno Vespa a quello della Farnesina, ha annunciato di voler stringere un patto con le Ong. Già immaginiamo i contenuti dell'intesa: invece di essere respinti, gli extracomunitari troveranno le porte aperte, con il risultato che avremmo più immigrati per tutti. Di fronte alla condotta politica, del premier e dell'onorevole Sereni, risulta difficile dar torto al sindaco di Lampedusa, il quale commentando lo sbarco dei profughi della Ocean Vicking ha detto di sé e dei lampedusani: buoni sì, ma cretini no. Cinque parole che valgono più di ogni commento e possono senza problemi essere sottoscritte dalla maggior parte degli italiani. I quali, pur essendo brava gente, con Conte non hanno nessuna intenzione di passare per fessi. Costi, quel che costi, anche sostenere Salvini.