
Gli inquirenti parlano di centinaia di abusi su minori e accusano i vertici del Vaticano: «Silenziavano gli scandali». Carlo Maria Viganò si è esposto anche per questo. I vescovi Usa: «Va ascoltato, bisogna indagare».«Non c'erano solo abusi sessuali diffusi e stupri di bambini, ma c'era una sistematica copertura che arrivava fino in Vaticano». È la prima parte della dichiarazione esplosiva rilasciata alla Nbc, dal procuratore generale della Pennsylvania, John Shapiro, riferendosi ai documenti della Chiesa - analizzati dall'Investigating Gran Jury - che ha nascosto abusi su oltre 1.000 bambini della Pennsylvania. La seconda è ancora più devastante, perché Shapiro ha detto: «Abbiamo le prove che il Vaticano sapeva e ha coperto gli abusi. Non posso parlare specificatamente di Papa Francesco».Un elemento nuovo e dirompente che si aggiunge allo scoop della Verità, ovvero il memoriale dell'ex nunzio vaticano a Washington, Carlo Maria Viganò, che non ha soltanto confermato lo scandalo pedofilia all'interno della Chiesa ma ha evidenziato le coperture che papa Francesco avrebbe dato all'arcivescovo Theodore Edgar McCarrick nonostante fossero noti (pare) i suoi rapporti sessuali con più seminaristi. Da qui l'appello alle dimissioni di Bergoglio e di numerosi prelati di alto rango. A convincere l'ex nunzio a parlare, come ha raccontato ieri Marco Tosatti, è stato quanto emergeva proprio dopo il report del gran giurì: «A quel punto, l'alto prelato ha capito che era il momento di parlare. Abbiamo corretto il testo insieme nel mio salone lo scorso 22 agosto. Mi aveva contattato qualche settimana prima, ci siamo visti e in quell'occasione mi raccontò i fatti su cui si basa quell'articolo. I legati pontifici sono istruiti sin dalla giovinezza a portarsi i segreti nella tomba. L'aver raccontato tutto è assolutamente contrario alla sua natura, ma si è sentito costretto a parlare per senso del dovere nei confronti della chiesa cattolica e anche della sua coscienza».Sull'inchiesta americana (1.400 pagine rese note da Shapiro) che coinvolge oltre 300 sacerdoti, il procuratore ha spiegato nell'intervista per Today Show che il gran giurì che si occupa del caso di pedofilia ha trovato, negli archivi segreti della Chiesa, alcune note scritte a mano che descrivono gli abusi compiuti da membri del clero dagli anni Quaranta in poi e di aver scoperto violenze su oltre 1.000 bambini in sei diocesi su otto della Pennsylvania. Secondo Shapiro, i membri del clero sono stati costretti dal cardinale Bernard Francis Law a documentare «tutto», una politica «inspiegabile» che ha però permesso al gran giurì di trovare quelle note, scoprendo che la Chiesa per decenni ha coperto gravissime molestie sui minori. Nel gigantesco scandalo oltre 300 sacerdoti coinvolti, di cui 100 facevano parte della diocesi di Pittsburgh (sotto accusa c'è anche l'attuale arcivescovo di Washington, Donald Wuerl). Ma non è il solo nome venuto fuori dall'inchiesta (durata 2 anni): ce ne sono tanti insieme a date, circostanze e crimini commessi. Gli investigatori hanno analizzato 2 milioni di documenti, alcuni vecchi anche di 70 anni: le prime denunce per molestie risalgono al 1947 e la vittima più anziana ad aver testimoniato ha oggi 83 anni. Ma c'è anche un italoamericano tra le vittime, Mark Rozzi, 46 anni, oggi deputato alla Camera dei rappresentanti della Pennsylvania. Al Guardian Rozzi ha raccontato di essere stato abusato sessualmente all'età di 13 anni e che a commettere la violenza, all'interno di una doccia, fu il prete della sua parrocchia. Nel corso del programma tv il procuratore Shapiro ha sentenziato che «I leader della Chiesa hanno mentito ai fedeli la domenica, all'opinione pubblica, hanno coperto questi predatori ma hanno documentato tutto e lo hanno messo in archivi segreti, a pochi passi dai vescovi. Dalla pubblicazione del rapporto (metà agosto, ndr) sino ad oggi abbiamo ricevuto oltre 700 chiamate alla hotline per segnalare abusi. Se potremo agire in uno di questi casi, contro ogni “prete predatore" o chiunque altro abbia insabbiato lo faremo. È orribile pensare a cosa hanno fatto questi uomini di Dio a questi bambini, e poi hanno dovuto coprirlo intenzionalmente per proteggere questi preti dalla giustizia», ha concluso il procuratore. Ieri è uscito allo scoperto anche il presidente dei vescovi americani, il cardinale Daniel Di Nardo: «Il dossier di Viganò mostra la necessità di un esame rapido e approfondito delle questioni che circondano l'arcivescovo Theodore McCarrick. Le domande sollevate meritano risposte basate su prove. Senza queste risposte, gli innocenti possono essere contaminati da false accuse e il colpevole può essere lasciato a ripetere i peccati del passato». Pur non dicendo nulla sulla richiesta di dimissioni avanzata a Bergoglio, specifica Di Nardo: «Sono fiducioso sul fatto che papa Francesco condivida il nostro desiderio di maggiore efficacia e trasparenza nella questione legata alla disciplina dei vescovi», e torna a invitarlo ad una visita apostolica negli Usa «per cercare la verità».
(Getty Images)
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